Nella giornata mondiale delle persone con disabilità è doveroso dire quanto spesso ci si scontri con amministrazioni che non prevedono troppe interazioni con la rete associazionistica e di volontariato che pure esiste e ci insegna, ma che non viene potenziata e, per la gran parte, chiamata solo a ratificare scelte già prese; quando li si chiama per collaborare si centrano importanti risultati come quello che vede la stesura della convenzione per i Centri Diurni, il cui percorso partecipato, iniziato a maggio scorso in piena campagna elettorale, oggi vede la firma di ratifica: un risultato faticosissimo la cui importanza ho ribadito in consiglio per cinque lunghi anni, scontrandomi più volte con l’ex assessore al sociale e il suo dirigente, Lucio Luzzetti, che non ne coglievano la necessarietà.
Ora mi auguro però che possa essere mantenuta la promessa che mi è stata fatta nell’ultimo Consiglio comunale sulle maggiori risorse ai Centri Diurni: oggi purtroppo ci sono risorse solo per 40 utenti quando dagli stessi dati del Comune sappiamo che gli utenti sono più del doppio.
Quella della disabilità è una realtà che ancora non conosce adeguata e costante progettualità né programmazione: prendersi cura di persone disabili significa prendersi cura di una famiglia, permettere un progetto di vita, tutelare la dignità di tutti i suoi componenti e preservare il diritto alla cura e all’assistenza e non solo all’assistenzialismo che non dà dignità né prospettiva.
È purtroppo ancora lettera morta l’ordine del giorno di quattro anni fa esatti, della allora capogruppo di Fratelli d’Italia che impegnava il sindaco di Fratelli d’Italia e la sua Giunta “a impiegare una quota parte dei fondi del 4% della ricostruzione cosiddetta economica, nella promozione e nella individuazione di progetti di sostegno al lavoro dei disabili, comunque finalizzati alla realizzazione di tirocini o strumenti simili”. La strada è ancora lunga. Si conclude dopo 4 anni il Piano di abbattimento delle barriere architettoniche, ma non si capisce quanto in questa vacatio normativa sia stato utilizzato lo strumento del Design for all sugli appalti pubblici, misura che dal 2018 avrebbe dovuto introdurre una premialità nelle valutazioni e nei punteggi per chi avesse adottato soluzioni progettuali inclusive per l’abbattimento delle barriere architettoniche; questo per dire che il Peba non è un punto di arrivo, ma lo strumento di partenza in grado di progettare azioni con la giusta copertura economica.
Inoltre manca ancora una degna programmazione del Durante e Dopo di noi, compresa l’alta intensità che non è stata ancora programmata; manca ancora la messa a regime della liquidazione delle tantissime risorse destinate al mondo della disabilità il cui esempio più emblematico riguarda gli assegni di cura. Vorrei cogliere la giornata di oggi per fare un appello al sindaco: ci sono sei persone con disabilità che da troppo tempo hanno perso il lavoro che avevano; si tratta dei lavoratori impiegati nei servizi igienici comunali a cui va restituita certezza del lavoro.
Al di là dell’estremo bisogno di bagni pubblici in centro storico, valido motivo per affrettare una soluzione, è nostro dovere sentire l’urgenza sociale e capire l’importanza di riprendere a lavorare per questi lavoratori.