Il Partito Democratico Aquilano ha lanciato un'affondo al centro destra denunciando che sul tema delle casette post sisma sia in atto una mera strumentalizzazione. I dem aquilani infatti sostengono che su questo tema non sia stato fatto alcun passo avanti, a differenza i quanto sbandierato dagli amministratori di centro destra.
Descrivono l'approccio che si sta portando avanti su questo tema come una carta propagandistica da sfoderare al bisogno.
Per saperne di più ecco la nota inviata dal partito:
"Ci risiamo.
Non fosse bastata la conferenza stampa indetta dal sindaco Biondi e dal vice presidente del Consiglio regionale Santangelo all’ultimo giorno di campagna elettorale per le comunali del giugno scorso, ad un anno dalle elezioni regionali il centrodestra cittadino torna ad annunciare una presunta ‘svolta normativa’ sulle casette post-sisma, lasciando prefigurare una sanatoria.
Si tratta dell’ennesima, insopportabile mistificazione.
La così detta legge Santangelo, la legge regionale 29/2020 che sarebbe a fondamento della ‘svolta normativa’, attribuisce ai comuni abruzzesi la facoltà di consentire una deroga al limite di dimensionamento dei piani, e dunque di rendere residenziali i fondi su cui insistono le casette, avviando l’iter di stabilizzazione dei manufatti ivi realizzati conformemente alla delibera 58. Ribadito che rendere edificabile un terreno non comporta la automatica legittimazione degli edifici, perché a tale scopo è necessaria la ‘doppia conformità’, è chiaro che restano fuori quegli edifici che non presentano il titolo abitativo o costruiti in difformità, le casette nei centri storici o nei nuclei antichi o quelle che ricadono in aree vincolate o sottoposte a tutela dal punto di vista ambientale, idrogeologico o paesaggistico.
E’ comunque un passo in avanti, direte. Non è così, e vi spieghiamo perché.
Ad oggi, non esiste un censimento completo e consultabile delle abitazioni ‘provvisorie’ realizzate a seguito del terremoto: dovrebbero essere circa 1.100 quelle che rispetterebbero i requisiti formali previsti, a fronte delle quasi 4.600 realizzate, di cui 3.500 completamente abusive. Ora, non sappiamo cosa intenda fare l’amministrazione con i manufatti che non rispettano le norme - lo chiediamo formalmente, però, essendo il centrodestra al governo della città da quasi sei anni – ma ci teniamo a far notare ai mistificanti esponenti della maggioranza che, in realtà, ciò che annunciano trionfalmente si poteva già fare, e da anni.
La legge Santangelo, infatti, ‘concede’ ai comuni una potestà pianificatoria e regolamentare già sancita dal D. Lgs 267/2000 (il Tuel, Testo unico degli Enti locali) che attribuisce al Consiglio comunale le prerogative di indirizzo e definizione delle attività tecnico-amministrative delle strutture comunali e, per eccellenza, della pianificazione e gestione del territorio. In sostanza soltanto la pianificazione generale, una norma urbanistica attuativa di competenza comunale, può dare risposta alle esigenze dei cittadini che hanno realizzato manufatti in rispetto della delibera 58; la legge Santangelo non fa altro che ribadirlo.
Il consiglio comunale avrebbe già potuto muoversi, da anni, nella direzione della legittimazione come è accaduto, col centrosinistra al governo della città, con la variante di salvaguardia delle così dette 'aree bianche', quelle a vincolo decaduto, che conteneva una specifica misura per regolarizzare casette realizzate secondo i crismi della delibera 58 su quelle destinazioni urbanistiche.
Aggiungiamo che la proposta di nuovo Piano regolatore, lasciata in eredità dal centrosinistra nel 2017 e tenuta chiusa nei cassetti per quasi sei anni da Biondi e dalla sua Giunta, era già corredata dell’intesa con la Provincia dell’Aquila sul dimensionamento, presupposto pianificatorio per eccellenza di ogni nuovo piano, attraverso il quale sono calcolati gli abitanti già insediati sul territorio e quanti altri è possibile insediarne.
Basta leggere gli atti: nel dimensionamento residenziale ufficiale della proposta di nuovo PRG, le casette regolarmente depositate erano state calcolate a tutti gli effetti nella situazione insediativa consolidata, alla stregua del Progetto CASE, delle varianti al PRG approvate e di altre realtà strutturate sul territorio, su cui sono stati calcolati gli standard di legge.
In campagna elettorale, nel 2017, il centrodestra aveva promesso l’approvazione del nuovo piano regolatore entro il primo anno di legislatura: se avessero dato seguito alle parole, oggi le casette regolarmente depositate sarebbe state tutte legittime. In altre parole, bastava pianificare in questi anni; non serviva la legge Santangelo, oggi strombazzata sui giornali: si sarebbe potuto procedere con la legittimazione perseguendo la strada della variante urbanistica o, meglio, si sarebbe potuto portare ad approvazione il nuovo Prg. Così, le 1000 casette circa realizzate in conformità alla delibera 58 sarebbero state già legittimate da tempo.
Per le altre, non c’erano risposte prima e non ci sono oggi.