Prendiamo spunto dal titolo del Giornale di oggi “S’imbrogliano fra loro” che racconta il voto nei circoli del Partito Democratico con lo scambio d’accuse per le tessere “gonfiate”. Ma anche dalla visita a L’Aquila, sabato scorso, dell’ on Pina Picierno a sostegno di Stefano Bonaccini candidato alla Segreteria nazionale del Pd.
La vera democrazia si basa su un confronto continuo fra le forze politiche che sono al governo e quelle che sono all’opposizione. E anche se ricoprono ruoli diversi, devono essere forti, presenti e organizzate, ma soprattutto credibili nel dibattito pubblico. In molti oggi discutono sull’argomento politico più attuale: il futuro del Partito Democratico.
Sostanzialmente sono due i gruppi delle posizioni. Da una parte c’è il gruppo dei principi generali, dall’altra, invece, c’è il gruppo del “pragmatismo” e cioè di chi ritiene sia prioritario presentare le “cose da fare”. In primis, per il Partito Democratico c’è l’urgenza immediata di opporsi ad una destra che in questi pochi mesi di governo ha dato dimostrazione di cosa voglia fare e soprattutto cosa rappresenti.
Siamo nell’anno dell’anniversario di Carlo Gadda e allora, in queste ore, non si può non celebrare il Pasticiaccio. Prima il Manifesto, la vecchia Carta dei valori, l’assemblea costituente infine le consultazioni dei vari circoli e i conti che non tornano sul numero dei partecipanti.
Il Partito Democratico, così facendo, sta inevitabilmente certificando quei movimenti liberali dove al comando c’è una sola persona e le decisioni arrivano più in fretta. Il Partito Democratico, per essere credibile oggi, dovrebbe tornare a parlare di economia, dei giovani disoccupati e sottoccupati, dei lavoratori persi in una giungla di contratti, studiando in maniera approfondita la riforma spagnola ad esempio.
Deve tornare a parlare dello sviluppo delle tecnologie attraverso una regolamentazione, fiscalità e anche una nazionalizzazione per migliorare il lavoro umano e che devono evitare il controllo dell’informazione e la sorveglianza sui nostri dati personali. Tornare a parlare di ambiente, scuola, della situazione nelle carceri, dello “ius soli”.
Farle queste cose seguendo il buon senso. Serve una presa di posizione certa che riveli posizioni precise sulle grandi scelte, in buona sostanza quella visione e prospettiva che guardi lontano.