“Metto oggi in discussione il bilancio della Regione Abruzzo". Lo ha detto il senatore Luciano D'Alfonso attaccando duramente l'ente regionale ed il suo governatore Marco Marsilio. "Mi risulta - attacca il senatore dem - che siano stati concessi fondi anche a liste elettorali, in spregio ai divieti imposti dalla legge 195/74".
"Stanno tornando i tempi dei fondi POP?”, si domanda D'Alfono in una conferenza stampa che si è svolta a Sulmona e che ha finto di avere al suo fianco come colleghi immaginari Francesco Mannella - il geometra di Ateleta che denunciò lo scandalo dei fondi POP, in seguito al quale fu arrestata quasi tutta la giunta Salini nel ’92 - e Andrea Mascitti, l’imprenditore di Orsogna che con le sue rivelazioni su un giro di tangenti fece finire in carcere l’assessore regionale Luigi De Fanis nel 2013.
D’Alfonso ha spiegato che “tra i 1.200 beneficiari di risorse per complessivi 12 milioni di euro all’interno della Legge regionale di stabilità 2023 - della quale non abbiamo ancora gli allegati, perché tuttora in fase di redazione - figurano almeno due liste elettorali presentate in provincia di Pescara, contravvenendo al dettato della normativa sul finanziamento dello Stato ai partiti politici".
"È giusto finanziare i Comuni ma non dobbiamo permettere una replica della stagione di De Fanis”. Sull’argomento il deputato PD ha presentato un’interrogazione al Parlamento e ha preannunciato che, se entro venerdì prossimo non sarà fatta chiarezza da parte della Regione con un “ravvedimento operoso”, procederà con due distinte denunce alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.