A un mese dalla dichiarazione dello Stato di Agitazione per la problematica della sostituzione dei pensionati dei Nuclei di Cure Primarie i sindacati ancora denunciano il silenzio assordante della ASL e della Regione Abruzzo.
Nonostante una interpellanza del Difensore Civico, e nonostante la raccolta di oltre 5000 firme a sostegno della battaglia promossa da un Comitato Cittadino la situazione è rimasta invariata, nulla è stato fatto per procedere alla sostituzione dei pensionati dei Nuclei di Cure Primarie.
Per questo motivo i sindacati FIMMG, SNAMI, SMI e CGIL hanno organizzato un sit-in di protesta che si terrà giovedì 9 marzo dalle ore 10.30 alle ore 12.30 dinanzi alla sede della Direzione generale della ASL in Via Saragat, per tentare di dare uno scossone a questa situazione.
Anche il Partito Democratico dell’Aquila ha dichiarato che aderirà convintamente alla mobilitazione, infatti dai dem arriva la denuncia di un silenzio inaccettabile da parte della Regione su questa vicenda. Di seguito riportiamo una nota inviata dai Democratici su questo tema:
“Si stanno mettendo a rischio, infatti, centri di medicina territoriale che in provincia dell’Aquila operano da oltre 15 anni, con l’impegno quotidiano di medici di base che hanno voluto associarsi per erogare, insieme, prestazioni sanitarie in uno spazio adeguato, tenendo le porte aperte 12 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, e offrendo alle cittadine e ai cittadini di accedere ai servizi in qualsiasi momento, anche se il loro medico di base non è presente, con personale amministrativo e infermieristico dedicato.
Un esempio virtuoso di medicina territoriale che, nei terribili mesi della pandemia, abbiamo compreso quanto possa essere importante e su cui si è deciso di investire, a livello nazionale, con i fondi del Pnrr; in controtendenza, invece, in provincia dell’Aquila questi Nuclei di Cure Primarie rischiano di chiudere le porte per la mancata sostituzione dei medici che, nel frattempo, sono andati in pensione.
Una situazione inaccettabile, che non può trovare giustificazione, in alcun modo, in ragioni economiche considerato pure che gli stipendi dei nuovi entrati graverebbero sugli stessi capitoli di spesa di chi va in pensione. Se la governance della Asl 1 pensa di operare tagli sul diritto delle cittadine e dei cittadini ad avere cure e prestazioni sanitarie di prossimità, troverà, come sta trovando, una risposta ferma e decisa."