La commissione Bilancio del Consiglio regionale ha approvato il testo del progetto di legge n.5/2014 che modifica le norme in materia di organizzazione e rapporti di lavoro della Regione Abruzzo.
Con la nuova normativa sarà introdotta, nell'ordinamento giuridico regionale, l'organizzazione dipartimentale, in sostituzione delle attuali direzioni (che saranno dunque ridotte nel numero), e istituita la figura del Direttore generale quale carica apicale di vertice in grado di garantire celerità nella gestione dei procedimenti amministrativi regionali e tempestività nelle decisioni pubbliche.
"La legge, dopo l'approvazione in aula il prossimo 14 agosto - ha dichiarato il presidente della I Commissione Maurizio Di Nicola (Centro Democratico) - consentirà alla Regione di essere una funzione dell'Abruzzo con certezza di ruoli, di tempi e di responsabilità. Spiace l'atteggiamento tenuto dalle minoranze che, nonostante l'apertura che la maggioranza ha voluto offrire per scrivere insieme questa importante riforma, apprezzata anche dalle forze sindacali audite in Commissione nella giornata odierna, si è distinta per un atteggiamento dilatorio e non collaborativo".
Il riferimento di Di Nicola è all'ostruzionismo esercitato dal centrodestra in fase di discussione. Forza Italia, Ncd e Abruzzo Futuro hanno presentato infatti 395 emendamenti.
Chiodi, Febbo, Di Dalmazio e D'Ignazio (i quattro consiglieri di centrodestra presenti in commisisone), nonostante non fossero contrari in sé agli obiettivi della riforma, hanno spiegato così la loro opposizione: "Pur nella condivisione delle finalità generali della legge di semplificazione e velocizzazione dei processi decisionali della Regione ed anche la riduzione a sei dei direttori, conseguenza automatica della riduzione degli assessorati effettuati dal predente governo regionale, abbiamo posto tre limiti per noi insuperabili: che ci sia invarianza di spesa e quindi non si creino nuove figure e ulteriori costi, diretti e indiretti, gravanti sul bilancio della Regione. Che si elimini la 'sottomissione' del Direttore generale alla giunta e che gli venga attribuita la possibilità di esercitare poteri sostitutivi; e infine siamo contrari alle istituzioni di generiche figure commissariali dei quali non si conoscono ruoli, funzioni, limiti che potrebbero consentire pertanto duplicazioni di figure e nuovi incarichi nonché sconfinamenti e sovrapposizioni da parte dell'organo di governo. Abbiamo chiesto che il problema venga affrontato e definito in un prossimo provvedimento normativo. Sono punti invalicabili, e pertanto, al fine di migliorare la riforma, abbiamo depositato 395 emendamenti".
Critico anche il Movimento 5 Stelle: "Avevamo già denunciato, nei giorni scorsi, la deriva autoritaria della proposta di legge di riorganizzazione della macchina amministrativa regionale e oggi, nel corso dei lavori della prima commissione bilancio, le nostre proposte di emendamento al testo sono state tutte bocciate dalla maggioranza, che pure aveva dichiarato alla stampa la volontà di volersi confrontare con le opposizioni. L'atteggiamento che più ci ha indignato è stata la presentazione di sub emendamenti da parte della maggioranza tesi a dichiarare irricevibili tutti gli emendamenti presentanti dal nostro gruppo".
"In particolare, - ha poi specificato il consigliere del M5S Domenico Pettinari - il centro sinistra ha rigettato la nostra proposta di abolire la nuova figura dei commissari che, secondo il testo, andranno a ricoprire un esercizio ambiguo se non sostitutivo dell'organo politico nei confronti dell'apparato tecnico amministrativo. Inoltre il centro sinistra ha rigettato tutti i nostri emendamenti tesi ad impedire l'aggravio di spese derivante dall'istituzione di queste nuove figure. Anche la nuova figura del direttore generale- ha concluso Pettinari- desta molte perplessità, in quanto ravvisiamo un palese conflitto di interessi nel delegare a questa nuova figura plenipotenziaria, che può di fatto avocare a sé ogni provvedimento amministrativo, anche le funzioni di prevenzione della corruzione all'interno Regione Abruzzo".
"Qualcuno comunichi a D'Alfonso che la Regione non è il comune di Pescara e i poteri devono essere tenuti ben distinti," ha rintuzzato Leandro Bracco, l'altro consigliere del M5S presente oggi in commissione bilancio. "Il prossimo 14 agosto, nonostante sia la vigilia di Ferragosto- ha assicurato Bracco- tutti e sei i consiglieri del M5S saranno in Aula a dare battaglia per impedire l'approvazione di questa legge, presentata non a caso in un periodo di ferie e che rappresenta un vero e proprio colpo di mano orchestrato dal Presidente D'Alfonso per garantirsi un potere assoluto di controllo della macchina amministrativa regionale".
La nuova riforma approderà in Consiglio la vigilia di Ferragosto: "Confido che in aula prevalga esclusivamente il dibattito proficuo" ha dichiarato Di Nicola "teso a far comprendere alla popolazione d'Abruzzo che rendere efficiente ed efficace la macchina amministrativa di vertice della Regione Abruzzo è indispensabile per dare risposte tempestive ai problemi della nostra comunità regionale. In questo direzione" ha specificato Di Nicola "deve leggersi anche la previsione dell'istituto del Commissario realizzatore con il quale si vuole conseguire velocemente la concretizzazione di specifici obiettivi strategici regionali".
Soddisfatta, per il risultato portato a casa, la maggioranza: "Ora" ha dichiarato il consigliere del Pd Camillo D'Alessandro "sara più chiaro a tutti, non rinunciamo a cambiare l'Abruzzo e l'approvazione della legge di riforma della pubblica amministrazione regionale rappresenta l'inizio della rivoluzione amministrativa che abbiamo promesso agli abruzzesi. Non si può pretendere - ha aggiunto l'esponente del Pd - il cambiamento altrui se non lo si pratica, innanzi tutto, a se stessi, a partire dal cambiamento dell'Ente regione, madre di tutte le riforme".
"Anche con il contributo delle opposizione - ha spiegato D'Alessandro - abbiamo precisato meglio la norma sul direttore generale e sul commissario realizzatore. Avevamo dichiarato la disponibilità a fare insieme, purché si facesse senza inutili rinvii propri di un copione più volte visto".
"Se sarà necessario - hanno chiarito poi i consiglieri di maggioranza, componenti la commissi"La rivoluzione ha inizioone bilancio, Pietrucci, Paolini, Gerosolimo e Monaco - siamo pronti in aula ad accogliere ogni ulteriore proposta migliorativa. Purtroppo nella parte finale dei lavori, dopo pur un lavoro di condivisione, su norma finanziaria e direttore generale, abbiamo registrato incomprensioni che speriamo verranno superate in aula. Noi siamo pronti".
Nella giornata di oggi, in commissione bilancio è stata audita, su richiesta dell'organizzazione sindacale, la CGIL Funzione Pubblica, che ha espresso condivisione sull'impianto complessivo della riforma ponendo alcune questioni che la commissione ha recepito negli emendamenti.
Stessa condivisione da parte della organizzazione dei dirigenti, la Direr, che con una nota indirizzata alla Commissione Bilancio ha dichiarato la sostanziale condivisione esprimendo, allo stesso tempo, l'esigenza di alcune precisazioni, anch'esse accolte nel testo riformulato.
"Insomma - hanno concluso gli esponenti del centrosinistra - ha perso il teatrino della politica ed ha vinto la capacità e la voglia di entrare nel merito. Dispiace che questa riforma non sia stata fatta prima. La rivoluzione ha inizio".