Giovedì, 30 Marzo 2023 11:21

L'Aquila Coraggiosa e Pd dicono no alla Casa di Comunità all'Ospedale

di  Redazione

Il gruppo consiliare “L’Aquila coraggiosa” ha denunciato oggi in conferenza stampa come, in assenza di alcun dibattito pubblico, la ASL e l’Amministrazione Comunale abbiano deciso di collocare all’interno dell’Ospedale San Salvatore, e precisamente presso l’edificio Delta 7, l’unica Casa di Comunità prevista per il Comune dell’Aquila. Anche il Pd dice no alla Casa di Comunità all'Ospedale San Salvatore: "costituirebbe anche un ulteriore carico sulla struttura ospedaliera che già svolge un ruolo critico nella cura dei pazienti." hanno affermato Stefano Palumbo e Stefano Albano.

Le Case di Comunità sono strutture programmate e finanziate dal PNRR aperte 24 h su 24 per 7 giorni alla settimana per offrire alla cittadinanza assistenza sanitaria e sociosanitaria che, come si legge nel decreto ministeriale di riferimento(DM 77 del 23 maggio 2022), devono essere “facilmente riconoscibili e raggiungibili” e devono garantire assistenza medica, infermieristica, psicologica e sociale oltre che identificare i bisogni sanitari del territorio e orientare le cittadine e i cittadini verso la risposta più efficace per il loro problema. Scopo di queste strutture è non solo offrire servizi di prossimità ma anche decongestionare gli Ospedali evitando carichi di lavoro inappropriati.

"E’ evidente che a fronte di queste caratteristiche la collocazione all’interno dell’Ospedale è inspiegabile- dichiarano SImona Giannangeli e Lorenzo Rotellini, consiglieri comunali di L'Aquila Coraggiosa- e concentra in un unico luogo l’assistenza ospedaliera e quella territoriale contraddicendo il principio stesso di territorialità. Inoltre si concentrerebbe l’assistenza sanitaria a L’Aquila Ovest lasciando sguarnito il territorio ad Est della città. La scelta del luogo sembra dunque più dettata da criteri economici che di funzionalità, più attenta alle esigenze dell’ospedale che a quelle della popolazione."

"Alla direzione della Asl e al Sindaco dell’Aquila poniamo queste domande: - E’ possibile garantire un’adeguata assistenza socio-sanitaria alla nostra città prevedendo una sola Casa di Comunità? - E’ possibile decidere luogo ed edificio in cui collocare la Casa di Comunità senza aver discusso come funzionerà, con quale personale, con quale rapporto con i servizi territoriali già esistenti (consultori, centri di salute mentale, centri di riabilitazione…)? - E’ possibile programmare il lavoro delle Case di Comunità senza aver risolto la questione dei nuclei di cure primarie dal momento che lo stesso decreto 77 prevede un rapporto stretto tra le Case e le associazioni di Medici di medicina generale senza le quali sarebbe difficile garantire un’assistenza medica capillare sul territorio? - E’ possibile avviare una riforma dell’assistenza territoriale senza aver coinvolto i soggetti interessati? Sempre il DM 77 definisce obbligatorio il coinvolgimento della comunità locale attraverso le associazioni di cittadini, pazienti, caregiver. La nostra risposta a tutte queste domande è NO." affermano i due consiglieri.

"Chiediamo alla direzione della ASL e al Sindaco Biondi in quanto autorità sanitaria: - di escludere la collocazione della Casa di Comunità nel Delta 7 dell’Ospedale San Salvatore e valutare la possibilità di avere due Case a L’Aquila razionalizzando la presenza di Case nel territorio dei Comuni vicini - di procedere subito alla sostituzione dei medici pensionati dei nuclei di cure primarie dal momento che non ci sarebbe aggravio di costi rispetto al precedente bilancio (o si punta a risparmiare sempre a danno della salute dei cittadini?) - di rendere pubblici il numero, la qualifica e le modalità di reperimento del personale da impiegare nella nuova struttura. - di convocare un’assemblea pubblica per spiegare alla cittadinanza dove e come si intende organizzare il lavoro delle Case di Comunità e conoscere le aspettative degli utenti del Servizio Sanitario Pubblico. Siamo convinti che una Casa della Comunità dovrebbe essere collocata a Collemaggio presso l’ex Ospedale psichiatrico rispettando i vincoli di legge con una visione strategica della città che utilizza gli spazi disponibili per rispondere ai bisogni e ai diritti delle cittadine e dei cittadini. Attendiamo risposta alle nostre domande e comunque ci faremo carico di mobilitare la cittadinanza perché difenda il suo diritto alla salute." concludono Giannangeli e Rotellini.

Anche il Pd L'Aquila si esprime sulla questione esprimendo “profonda preoccupazione per la scelta della Regione Abruzzo e del Comune dell'Aquila"
A dichiararlo i consiglieri comunali del PD Stefano Albano e Stefano Palumbo.

"L'ubicazione della casa della comunità nei pressi dell'ospedale – proseguono i due esponenti dem – non solo ostacolerebbe l'accessibilità dei servizi sanitari ai cittadini dell'Aquila, ma costituirebbe anche un ulteriore carico sulla struttura ospedaliera che già svolge un ruolo critico nella cura dei pazienti. Inoltre l'ospedale dell'Aquila è situato in una zona esposta a un traffico elevato e una disponibilità di parcheggi limitata, la presenza della casa della comunità non potrebbe che peggiorare le cose in tal senso. Da diversi giorni oltretutto ci arrivano voci sulla possibilità che Regione e Comune abbiano individuato come sede il Musp della Mariele Ventre, voce che se confermata sarebbe un'ulteriore scelta surreale, mettere la Casa della comunità, l'unica a servizio dell'Aquila in una struttura provvisoria. Pertanto, è fondamentale trovare una soluzione alternativa, come il sito di Collemaggio, che possa fornire servizi sanitari efficienti e accessibili ai cittadini dell'Aquila”.

“Inoltre una sola struttura – affermano Albano e Palumbo – non sarà sufficiente per soddisfare le esigenze sanitarie della città. Per garantire una copertura adeguata a tutte le aree dell'Aquila è fondamentale articolare la Casa della Comunità in più presidi di sanità territoriale, ottenendo di avvicinare i servizi al cittadino, in particolare nelle periferie e frazioni della città, e di decongestionare l'ospedale."

"Proprio il consigliere Albano aveva avanzato oltretutto una proposta, peraltro votata all’unanimità, durante la seduta straordinaria di Consiglio Comunale del 05 dicembre dedicata al tema della sanità, proposta che mirava ad assegnare parte dell'elevato patrimonio immobiliare di proprietà pubblica comunale alla Asl, al fine di realizzare una serie di presidi di medicina territoriale all’interno di tutto il perimetro aquilano così da costituire gli embrioni delle future UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie), articolazioni di medicina del territorio previste dalle nuove normative cui già adesso le amministrazioni locali sono chiamate a pianificare. Si otterrebbe in tal modo un notevole vantaggio quindi: riutilizzare immobili già esistenti e concentrare le risorse del PNRR SANITÀ sull’ammodernamento delle nostre strutture, investendo quindi in nuove attrezzature, tecnologie, telemedicina ecc. Purtroppo nonostante il voto unanime occorre constatare come in alcun modo si stia dando seguito a tale indirizzo." raccontano i due.

“È pertanto evidente – concludono i due – che occorre con forza cambiare rotta. In tal senso proseguirà il nostro impegno, sia nelle istituzioni dove rilanceremo tale battaglia, sia nella città, al fianco di cittadini, operatori sanitari, sindacati e di quanti hanno a cuore la salute dei cittadini aquilani”.

Ultima modifica il Giovedì, 30 Marzo 2023 16:03
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