Mercoledì, 26 Aprile 2023 10:40

25 aprile festa della liberazione e non solo della libertà.

di 

"Ora e sempre resistenza" questa è la frase pronunciata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso a Cuneo per rendere onore alle celebrazioni del 25 aprile, festa della liberazione dalla dittatura nazifascista.

Una frase che viene da lontano, nata dalla mente di Piero Calamandrei e pronunciata nei decenni da italiane e italiani in onore della Repubblica, dello stato e della storia.

Una Repubblica, uno stato e una storia che ci appartengono e di cui siamo detentori ed eredi.

Una Republica, uno stato e una storia nata dal coraggio, dalla paura, dal sacrificio e dalla sete di libertà e di pace di tutti quei partigiani e di tutte quelle partigiane che hanno dato la loro vita e il loro sangue per rendere possibile il sogno di un cambio di rotta della storia. Quel cambio di rotta tangibile in ogni momento delle nostra esistenza, dal nostro respiro alla nostra possibilità di espressione, dalla possibilità delle nostre aspirazioni alla toponomastica delle nostre città.

La frase citata da Sergio Mattarella con la sua forza e la sua potenza non può non far da specchio alle indegne e ambigue dichiarazioni che hanno preceduto questo 25 aprile. Tra il fuggi fuggi generale di Presidenti del Senato e Presidenti di Regione, in volo tra Praga e Barcellona, e indegne parole riservate alla nostra costituzione era inveitabile l'incendio della polemica sulla storia del nostro paese, ma non è questa ad interessarci. Non è possibile porseguire questa inutile lotta che è già stata vinta e che nei fatti ha avuto un unico esito incontrovertibile.

Invece è interessante ripercorrere rapidamente alcuni passaggi legati allo svolgimento delle cerimonie della giornata di ieri nella città dell'Aquila.

Per prima cosa bisogna notare che per il secondo anno consecutivo, in sei anni di mandato, il Primo Cittadino ha partecipato alle manifestazioni della festa della liberazione. Dopo infatti l'ìingombrante assenza degli anni precedenti al 2022 Biondi ha presoparte alla commemorazione che si è svolta lle 9:30 a piazzetta Nove Martiri, dove è stato circondato da fazzoletti partigiani e belle ciao intonate con passione a squarcia gola.

Inoltre per la prima volta quest'anno l'evento organizzato dalla Prefettura alla Villa comunale per rendere omaggio ai caduti ha visto cadere quell'atmosfera troppo spesso asettica e ingessata, in cui ogni tipo di intervento io menzione è esclusivamente militare, infatti oltre all'anacronistica canzone del Piave che inspiegabilmente viene suonata in occasione del 25 aprile essendo un canto legato al primo conflitto mondiale, è stata intonata anche"bella ciao" da un gruppo di iscritti della sezione dell'ANPI L'Aquila che a margine della manifestazione hanno esposto uno striscione con su scritto "25 aprile antifascismo, resistenza, liberazione, uguaglianza, pace, democrazia". Nota di coloro degna di menzione e segno di una memoria attiva e viva, tutt'altro che freddo ricordo.

Nel pomeriggio invece il centro storico è stato affollato da ragazze e ragazzi (e non solo) che in una sorta di parata libera e anticonformista hanno sfilato contro ogni oppressione e fascismo di ieri e di oggi. 

Un nodo però resta ancora da sciogliere, infatti è chiaro che le divisioni e le ambiguità che si vengono a formare su questa giornata  nascono dal non averla compresa.

Non è ammissibile infatti che si parli di festa della libertà, come troppi ancora fanno a tutti i livelli, senza escludere amministratori e primi cittadini.

Il 25 aprile è la festa della liberazione, per questo non è una semplice e fredda ricorrenza, ma un processo inesauribile che si compone di parole, gesti e azioni quotidiani con la consapevollezza, confermata dalla storia, che l'oppressione è dietro l'angnolo, che la prevarticazione troppo spesso è connaturata nell'umanità e che l'ingiustizia è un brutto vizio a cui la nostra società tende. 

Il 25 aprile è un anticorpo per tutto questo, un richiamo ad imbracciare qul coraggio, quella paura, quel sacrificio, quella sete di libertà e di pace che hanno reso possibile la nostra democrazia e la nostra realtà.

Questa giornata ci richiama al sano patriottismo, quello di una patria consapevole delle sue origini e dello sforzo che ha portato alla sua nascita, che ci richiama inoltre a non considerare mai esaurito il processo evolutivo della società di cui facciamo parte e inoltre ci esorta a guardare agli ultimi, ai fragili, agli oppressi affinchè davvero ci possa sempre essere una resistenza pronta ad opporsi a quella drammatica e famelica forza che schiaccia donne e uomini in ogni luogo e in ogni tempo.

Per questo l'oggi è sempre il momento della resistenza!

Ultima modifica il Mercoledì, 26 Aprile 2023 11:34
Chiudi