Mercoledì, 10 Maggio 2023 10:58

Attacco hacker: Azione chiede chiarezza al manager Romano

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Dopo aver denunciato, giorni fa, la questione del furto dati e della criptazione dei sistemi operativi della Asl 1, Azione L’Aquila torna a sul tema della pericolosità di quanto accaduto criticando i vertici aziendali della ASL colpevoli di aver sottovalutato e minimizzato un evento di portata decisamente maggiore di quanto si vorrebbe raccontare.

Ad oggi manca totalmente una dichiarazione chiara da parte dell’azienda che informi i cittadini tutti dello stato delle cose, offrendo agli stessi quanto meno un quadro di riferimento esatto affinché, soprattutto se malati, possano eventualmente adoperarsi per ricercare soluzioni diverse se al momento il loro diritto costituzionale a ricevere cure non può essere soddisfatto dalla nostra struttura.”

Questo è quanto denunciano in una nota congiunta il segretario comunale di Azione L’Aquila Angelo Mancini e il capogruppo di Azione in Consiglio comunale Enrico Verini, i quali danno seguito a quanto dichiarato rivolgendosi, per mezzo stampa, direttamente al manager Romano con domande che hanno l'intento di rendere più limpida e trasparente la questione che interessa l’intera popolazione.

Gli esponenti di Azione, inoltre, si dichiarano costretti a rivolgere tali quesiti per mezzo degli organi di informazione dato che i vertici della ASL aquilana tacciono in maniera incredibile e che addirittura ieri il manager Romano si è sottratto al confronto in Commissione regionale adducendo motivi di riservatezza, posizione che i due ritengono inaccettabile.

Le domande poste sono le seguenti:

1) Sono accessibili agli operatori sanitari le banche dati ospedaliere contenenti i dati medici dei pazienti che ricevono (o almeno dovrebbero) trattamenti sanitari per malattie croniche e che quindi necessitano di percorsi terapeutici conseguenti rispetto a quelli già ricevuti?

2) Fino a quando il blocco degli esami diagnostici, causato dal mal funzionamento dei sistemi informatici, resterà in atto? Non dimentichiamo che effettuare anche un esame del sangue, così come ogni altra indagine diagnostica, è funzionale rispetto alla tempestività della cura che è l’elemento spesso decisivo in medicina.

3) Può garantire ai cittadini che le prestazioni sanitarie dentro l’ospedale aquilano, alla luce dei blocchi dei sistemi informatici operativi, sono assicurate pienamente oppure no?

4) Esiste una assicurazione stipulata dalla Asl aquilana che protegga la stessa in casi come questo? Oppure siamo a forte rischio di esborsi di soldi pubblici per evitare ricatti o, peggio, qualora ci fosse la pubblicazione dei dati sensibili dei pazienti, per far fronte a ipotesi di risarcimento che a quel punto prevedibilmente arriverebbero in quantità tale da destabilizzare il quadro economico dell’azienda nostrana?

5) È stato previsto un sistema di rimborso per coloro che, nella urgente necessità di cure e nell’impossibilità di riceverle qui, sono o saranno costretti a rivolgersi alla sanità privata?

6) Ritiene il manager Romano, l’atteggiamento dei vertici aziendali in linea con gli standard amministrativi e gestionali richiesti per esercitare la conduzione di una azienda complessa come la nostra ospedaliera?

In conclusione Mancini e Verini specificano che “queste domande sono di valenza generale e nell’interesse esclusivo della nostra comunità che ha diritto di avere certezze e che, sui suoi diritti elementari, non può ricevere reticenze e fughe dalle responsabilità. Conoscere questi dati certamente non risolverà il problema, ma quantomeno permetterà alla popolazione che necessita di cure, di capire se e come provvedere eventualmente in maniera diversa, qualora questa possibilità per un tempo imprecisato, fosse negata presso il nostro ospedale.”

Ultima modifica il Mercoledì, 10 Maggio 2023 13:05
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