Giovedì, 14 Agosto 2014 13:55

Regione, passa in Consiglio la riforma della pubblica amministrazione

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Una raffica di emendamenti presentati dall'opposizione ha fatto andare per le lunghe la seduta del Consiglio regionale della vigilia di Ferrragosto, che aveva, tra i punti all'ordine del giorno, la discussione della proposta di legge n. 5 del 2014 sulla riforma della pubblica amministrazione regionale. L'approvazione del testo è arrivata in tarda serata, intorno alle 22.

La nuova legge introduce una serie di novità in materia di organizzazione e rapporti di lavoro all'interno dell'ente regionale. Tra le più importanti, l'istituzione della figura del direttore generale, quella del commissario realizzatore e la cancellazione delle direzioni, sostituite dai dipartimenti (il cui numero scende da 14 a 7). Misure che, secondo la maggioranza, vanno nella direzione di una maggiore semplificazione del funzionamento della macchina regionale, la cui struttura diventerà, in virtù delle modifiche introdotte, più agile e snella e quindi anche più veloce nel prendere decisioni e del dare risposte ai cittadini.

La legge, sotto molti aspetti, è una logica conseguenza di un'altra riforma, quella votata nella precedente legislatura dalla maggioranza di centrodestra contenente la riduzione del numero di consiglieri e di assessori.

Difatti l'opposizione, eccezion fatta per i Cinque Stelle, non era pregiudizialmente contraria. Le contestazioni, e le centinaia di emendamenti, hanno riguardato alcuni punti specifici: l'introduzione delle due nuove figure apicali del direttore generale e del commissario realizzatore, per le quali, secondo il centrodestra, non erano state specificate con sufficiente chiarezza né le funzioni né il compenso; la possibilità per i dipendenti di categoria C di passare alla categoria D dopo 10 anni di servizio, senza aver prima sostenuto un concorso pubblico; l'aumento del numero dei dirigenti della Giunta.

Il confronto più acceso si è consumato proprio intorno alla nuova figura del commissario realizzatore, una sorta di deus ex machina di nomina fiduciaria che avrà il il compito di dirimere e sciogliere le situazioni di impasse decisionale.

Su questo punto hanno dato battaglia sia Forza Italia sia, soprattutto, i Cinque Stelle, dai quali invece è arrivato un secco no a tutto l'impianto della riforma: "Con questa legge" ha detto Sara Marcozzi "si dà la possibilità al presidente della Regione di superare ogni regolamento, ogni dipartimento e ogni dirigente per nominare dei propri emissari, che faranno ciò che vuole e decide una persona. E' una palese deriva autoritaria".

Il testo approvato è il frutto di un accordo. Per quanto riguarda il compenso del nuovo direttore generale, è stato introdotto un tetto che non potrà superare il 20% dello stipendio di un direttore regionale. Per quanto riguarda la figura dei commissari, invece, la definizione del loro ruolo è stata rinviata a un successivo provvedimento di legge.

Soddisfatto il consigliere di Forza Italia Mauro Febbo: “La maggioranza è stata bloccata dagli emendamenti presentati dal centrodestra e così, per far passare la legge per la riorganizzazione della struttura organizzativa regionale deve tornare sui suoi passi. “I punti salienti sui quali abbiamo avuto successo – ha sottolineato Febbo – riguardano in primis i dipendenti di categoria C per i quali non sarà possibile passare alla categoria D dopo 10 anni di servizio, senza aver prima sostenuto un concorso pubblico. Per quanto riguarda i dirigenti della Giunta si torna all’impostazione del centrodestra, che ne prevede 90 e non 120 come inizialmente era stato preannunciato. Intorno alla figura del Commissario c’è stato un acceso confronto, che ha visto tenere in debita considerazione le indicazioni arrivate dal Gruppo di Forza Italia. La figura sarà scelta all’interno della Regione e per quanto riguarda compiti e funzioni il tutto sarà demandato ad un’apposita ‘legge obiettivo’ di prossima emanazione. Sono stati fissati tetti di spesa sia per quanto riguarda il Direttore generale, sia per le Direzioni o Dipartimenti, passati da 14 a 7, mentre la spesa complessiva subirà un taglio del 40 per cento. Chiaramente - ha concluso Febbo "il gruppo di Forza Italia è soddisfatto di quanto ha prodotto il lavoro in Consiglio regionale che se da un lato rappresenta un ritorno allo spirito iniziale della riforma dall’altro è la logica conseguenza di quanto abbiamo fatto quando eravamo al governo di questa Regione".

A parlare per la maggioranza invece è il consigliere del Pd Camillo D'Alessandro: "Avevamo annunciato agli abruzzesi la riforma della pubblica amministrazione regionale, con la fine della palude delle indecisioni. Oggi lo abbiamo fatto con buona pace di chi sperava nel vecchio andazzo dei rinvii, né abbiamo temuto di lavorare di giorno e di notte pur di raggiungere l'obiettivo ottenuto. Avevamo chiarito, tra l'altro di essere disposti a puntualizzare passaggi della norma, senza nessuna preclusione verso la minoranza, ma nessuno può permettersi di bloccare il processo decisionale. Siamo stati eletti dagli abruzzesi per cambiare le cose e lo stiamo facendo. Direttore generale, commissario realizzatore, riduzione delle figure apicali: in sostanza una riforma attesa e orientata alla certezza delle decisioni e del fare. Lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto la rivoluzione della pubblica amministrazione non è più un miraggio”.

Nella seduta si è approvata anche la variazione di bilancio che conteneva la reintriduzione del contributo regionale alla Perdonanza (80 mila euro). I fondi per la cultura, con gli stanziamenti per Tsa, ISA, Teatro Marrucino e Istituto Braga, riamarranno invariati: non confluiranno, dunque, nel fondo unico.

Complessivamente, si trattava di una variazione da circa 6 milioni di euro. Tra le misure concordate, la riduzione del 30 per cento della spesa per il personale di staff e lo stralcio della cancellazione del contributo di 100mila euro alle Ater per la lotta all’occupazione abusiva degli alloggi.

Dopo l’approvazione della riforma della struttura amministrativa della Giunta regionale, la seduta è stata aggiornata a dopo la pausa estiva per la discussione del progetto di riforma dello Statuto. Prima della chiusura dei lavori sono state approvate due risoluzioni: una ulteriore (oltre a quella approvata in mattinata) per bloccare il progetto dell’elettrodotto Villanova-Gissi; una seconda, invece, impegna il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso a convocare, entro 60 giorni, un tavolo per individuare la procedura di alienazione più conveniente per la Regione per il complesso dell’ex Cofa.


Gli altri punti all'ordine del giorno


Il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione congiunta in cui si impegna la Giunta a modificare – nei modi e nei tempi previsti dalla normativa vigente – l’elenco delle zone destinatarie degli aiuti di Stato a finalità regionale, favorendo quei territori rimasti esclusi nell’attuale ripartizione e ricorrendo anche a strumenti innovativi presenti nella programmazione nazionale ed europea.

Si tratta di un successo per gli esponenti eletti dalla Marsica: infatti, è dalla subregione dell'Abruzzo interno che si erano alzate proteste per la decisione della Giunta Regionale di inserire nella Carta degli Aiuti di Stato regionale il cratere, fino a Sulmona, la Val di Sangro con il più grande nucleo industriale del centrosud e la Val Vibrata escludendo, appunto, la Marsica. Evidentemente, a nulla sono servite le rassicurazioni del vice presidente Giovanni Lolli che aveva annunciato l'impegno di produrre e finanziare un progetto speciale per le imprese del territorio

Approvata la risoluzione, il Presidente del Consiglio - Giuseppe Di Pangrazio - ha proposto il progetto di una programmazione articolata e intersettoriale, per rilanciare il comparto economico in tutta la Marsica, fino al Carseolano. "Entro la fine del mese – ha sottolineato – si insedierà un tavolo tecnico, sui cui contenuti sono già al lavoro alcuni esperti, che predisporrà un programma fondato su alcuni punti fondamentali: agricoltura e Piano di sviluppo rurale, industria, turismo ecosostenibile, Centro smistamento merci della Marsica (con annesso Ufficio Dogane e Borsa Merci), bacini idrici, e sinergie tra Marsica-Carseolano con l’area di Roma Capitale. I vari step saranno portati avanti in collaborazione con la Giunta regionale, con tempi certi e risorse altrettanto certe, che verranno individuate negli strumenti messi a disposizione dalle normative nazionali ed europee. E’ già a ottobre ci sarà un primo momento pubblico di confronto su questo tema".

Secondo il Presidente del Consiglio questa strategia porterà notevoli benefici per l’area, che permetteranno di superare i disagi legati all’esclusione – per il momento – dalle misure previste per le aree inserite della “misura 107/3/C” del Testo Unico Europeo. "Ovviamente – precisa Di Pangrazio – la zonizzazione sarà rivista nei modi e nei tempi previsti nella ‘revisione di medio termine’ degli ‘Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2014-2020’, così da assicurare anche alla Marsica le misure del 107/3/C. Questo nuovo corso, però, ci consentirà subito di introdurre e utilizzare strumenti innovativi, con procedure più snelle e in grado di rispondere in maniera più efficace alle istanze che arrivano dagli operatori economici di quel territorio".

Resta da capire come intenterà, la Giunta, modificare la Carta degli Aiuti di Stato: all'Abruzzo, infatti, spetta un plafond di 251mila abitanti. E non di più. 

E' stata respinta, invece, la risoluzioni con cui si chiedeva alla Giunta di predisporre, entro la fine di agosto, l’avviso per i 'Voucher Alta Formazione'. "Per fortuna che il nuovo Governo regionale aveva promesso di trasformare l’Abruzzo in ‘Regione veloce’. La vicenda dei ‘Voucher per l’Alta Formazione’ dimostra, infatti, esattamente il contrario". A dirlo, il Vice Presidente del Consiglio regionale Paolo Gatti (Forza Italia), che aveva presentato la risoluzione. "Negli ultimi 3 anni – ha sottolineato Gatti – gli avvisi sono stati pubblicati sempre tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto. Quest’anno, invece, la Giunta ha chiesto inspiegabilmente di avere ancora alcune settimane di tempo. Sinceramente non ne capisco la ragione, dato che bastava semplicemente riprendere gli avvisi del 2011, 2012 e 2013 e procedere alla pubblicazione. Mi ha stupito anche la spiegazione dell’Assessore delegato (Marinella Sclocco, ndr), che nel suo intervento, ha detto che preferisce aspettare settembre perché ad agosto molti dei potenziali destinatari potrebbero essere in ferie, con il rischio che potrebbero arrivare poche domande. E’ evidente che non si è informata negli uffici del suo Assessorato, perché avrebbe scoperto che ogni anno sono arrivate oltre 2mila istanze e proprio ad agosto". Per il Vice Presidente, nonostante la bocciatura in Aula, la risoluzione ha obbligato la Giunta a prendere coscienza dei ritardi nella pubblicazione dell’avviso. “L’auspicio – ha detto Gatti – è che i tempi per la pubblicazione vengano ridotti al minimo, perché sono moltissimi i giovani che aspettano l’avviso e sarebbe gravissimo privarli di questa opportunità".

Respinta anche la risoluzione sulla sospensione del decreto commissariale dello scorso anno sulla continuità assistenziale nelle Asl abruzzesi, che prevede la soppressione di alcuni presidi di guardia medica. A presentarla, Pietro Smargiassi del Movimento 5 Stelle: "La risoluzione - ha spiegato il cittadino pentastellato - era diretta a sollecitare l’intervento della Regione Abruzzo per evitare la sospensione dell’attività di guardie mediche nell’aquilano e nel chietino (fra cui Campo di Giove e Celenza sul Trigno). Esprimo profonda delusione di fronte alla maggioranza che boccia una risoluzione che intendeva proteggere la salute e le vite di chi si troverà ora senza una guardia medica operativa nelle vicinanze. Ora D'Alfonso e la sua maggioranza politica – ha incalzato Smargiassi - si assumano la responsabilità politica e di coscienza sulla salute dei cittadini abruzzesi dell'aquilano e dell'Alto Vastese".

E’ passata, infine, la risoluzione in cui si chiede al Presidente della Regione Luciano D’Alfonso di perseguire qualunque iniziativa utile a bloccare il progetto dell’elettrodotto Villanova-Gissi. L’Aula ha iniziato da poco l’esame del progetto di legge sulla riforma della struttura amministrativa e dirigenziale della Regione.

Ultima modifica il Venerdì, 15 Agosto 2014 10:36

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