Mercoledì, 19 Novembre 2014 19:14

Teatro Stabile d'Abruzzo, tra Pezzopane e Fiorenza la guerra è feroce

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E' stato presentato giusto oggi il nuovo direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo (tsa) Alessandro D'Alatri, ma è già polemica intorno a uno degli enti più prestigiosi ma anche più criticati e chiacchierati della cultura abruzzese. A margine della conferenza stampa di presentazione della nuova direzione, l'ex direttore artistico Federico Fiorenza - uno dei personaggi storici del teatro aquilano, che con il Tsa ha anche un contenzioso aperto - ha reso pubblica una lettera di accuse durissime alla senatrice aquilana del Pd Stefania Pezzopane, all'interno della quale parla dell'esponente politica, come causa principale del declino dell'ente teatrale abruzzese. In tanti, in questi anni, hanno accusato più o meno velatamente Stefania Pezzopane di agire con ingerenza politica nei riguardi del mondo della cultura aquilana e, nello specifico, del Tsa. Ma la lettera di Fiorenza è destinata a far scalpore.

Ovviamente, non si è fatta attendere la risposta a mezzo stampa della Senatrice, e non sono esclusi, nei prossimi giorni, altri strascichi.


Il testo integrale della lettera aperta di Federico Fiorenza

Federico Fiorenza, unico direttore del TSA allora Teatro Stabile Abruzzese, viene invitato nel 1991 a dimettersi anticipatamente per permettere alla Presidente-Commissario allora sindaco dell’Aquila Maria Luisa Baldoni di “indicare” Enzo Gentile quale nuovo direttore del TSA. L’indicazione diventa nomina senza formale delibera e condita da varie illegittimità sui verbali dell’Ente. Marco Fanfani e Gentile invitano Fiorenza a lasciare il TSA e a costituire il TRA, Teatro Regionale Abruzzese “ G. d’Annunzio” presidente Lucio Fumo, quale direttore comandato e dipendente del TSA il cui presidente è nominato nella persona di Giampaolo De Rubeis.

Esaurito il mandato di Gentile con direttore Lorenzo Salveti ci si è ritrovati con un accumulo impressionante di debiti. De Rubeis propone e fa nominare direttore Beppe Navello.

L’Ente viene di nuovo commissariato con incarico al dirigente regionale Giuseppe Leuzzi e Stefania Pezzopane, con i poteri che gli derivano dal suo ruolo in Giunta Regionale, impone allo stesso l’assunzione con contratto a termine di Giorgio Iraggi quale segretario di compagnia e responsabile della programmazione. Leuzzi viene sostituito come Commissario da Renato Nicolini su proposta dello stesso Navello.

Stagione 1995/96: il direttore Navello non riesce a rispettare i requisiti ministeriali per le recite in sede malgrado la proposta fattagli dal TRA e da Fiorenza di concedere al TSA borderò e recite dello spettacolo su Celestino ed il Ministero a consuntivo riduce il contributo all’Ente TSA da 1.100.000 (un miliardo e cento milioni di lire) a 400.000 (quattrocento milioni di lire) con l’ira dell’Assessore regionale Alberto La Barba che fa sospendere contratto e retribuzione a Navello che dichiara alla stampa e al Commissario, oltre al sindaco Antonio Centi, che la colpa è della struttura e in particolare del responsabile organizzativo e della gestione delle recite, cioè Giorgio Iraggi.

A Navello, malgrado la sospensione della retribuzione e dell’incarico, verrà liquidato tutto quanto previsto dal contratto originario per l’intervento politico della consorteria Pezzopane-Fanfani-Gentile.

Renato Nicolini, sentito Antonio Centi, affida allora l’incarico di direttore a Federico Fiorenza con l’impegno di risanare il bilancio e far tornare l’Ente tra i Teatri Stabili Pubblici nazionali. Si produce uno spettacolo voluto e proposto da Fiorenza con la regia di Lorenzo Salveti “Così è (se vi pare)” di Pirandello, di grande successo dopo la realizzazione di un altro grande spettacolo “La Dodicesima Notte” che a Pescara supera le 40 recite in uno spazio particolare, l’ex Cubo.

Nicolini lascia dopo oltre 5 anni il suo incarico di Commissario e Fiorenza gli chiede di dimezzare il maturato gettone da 140 milioni a 70 e Nicolini accetta per la solidale amicizia istauratasi con il direttore. Fiorenza propone al suo amico di sempre Gigi Proietti di assumere la Presidenza del TSA e Proietti accetta l’incarico consentendo con il suo prestigio e la sua presenza di rilanciare il TSA anche attraverso un nuovo mutuo di 6 miliardi di lire concesso dalla Regione Abruzzo. Fiorenza realizza il secondo concordato extra-giudiziale scontando il mutuo con la Carispaq, direttore Generale Giancarlo Silveri, e risanando ancora una volta i debiti creati dall’ingerenza politica e dalle nomine suggerite dalle “volpi” dell’Atam.

Inizia un periodo di grandi successi di produzione, di immagine, di incassi e di risposta del pubblico, il TSA sotto la direzione di Fiorenza, che sollecita la fattiva e importante collaborazione di tutto la staff del TSA, con merito e impegno di tutti (il periodo migliore di Iraggi per lavoro e apprendimento), riapre all’attività teatrale anche il Teatro Brancaccio di Roma dove viene programmato “Dramma della Gelosia” con la regia di Proietti che abbandona la Presidenza del TSA per non andare in tribunale a difendere l’Ente dalle continue cause di lavoro intentate dai dipendenti, inoltre rinuncia su proposta di Fiorenza al suo gettone di Presidente (oltre 7 mila euro) e accetta la regia a un costo modesto rispetto al suo valore di mercato. Infine produce e collabora con Luca De Fusco, nella produzione delle Cronache Italiane e Della Certosa di Parma, coproduzione di Viaggio a Venezia con il Veneto Teatro, produzione nel 2002/2003 per un altro grande spettacolo di successo “Non ti Conosco Più” ancora con la regia di Gigi Proietti.

Inizio del nuovo degrado del Tsa

Sotto la Presidenza regionale e del TSA di Giovanni Pace viene realizzato il sogno nascosto della Pezzopane e di Iraggi: la nomina a Dirigente organizzativo del TSA del nostro con la prospettiva della Direzione dell’Ente. Non viene rinnovato l’incarico a Fiorenza alla fine del febbraio 2003 e viene nominato Franco Ricordi su indicazione di Pierferdinando Casini e l’appoggio di Giorgio De Matteis con il sostegno di Pierluigi Tancredi.

La Pezzopane, Presidente della Provincia dell’Aquila, è nell’Assemblea del TSA e fa indicare nel CdA un dipendente della Provincia, Paolo Collacciani, direttore della Biblioteca Tomassi, per garantirsi maggior potere. Gestisce il TSA tramite un accordo con il neo vice presidente Pierluigi Tancredi e da subito si scaglia contro Fiorenza perché il direttore non le permetteva diverse nuove assunzioni, e, su sua proposta, a maggio 2003 viene deliberato il passaggio dal CCNL per i dipendenti dei teatri stabili pubblici, al CCNL per i Dirigenti di Aziende Industriali con uno stipendio annuo di oltre 65.000,00 euro per il signor Giorgio Iraggi, con il ruolo di Dirigente Organizzativo dell’Ente, delibera condizionata (in tal modo illegittima se non ratificata) all’approvazione del Bilancio di Previsione 2004, delibera adottata con astensioni e uscita di due Consiglieri con maggioranza al limite di Statuto e norme di codice.

La giustificazione in premessa della delibera era quella che Iraggi doveva sopperire alla scarsa qualità del direttore Ricordi per cui si manifestava il bisogno di fargli avere a fianco un dirigente di pari livello; e allora perché non mantenere a ruolo il dirigente Fiorenza invece di spedirlo in isolamento in giro per Abruzzo e Lazio?

La gestione di Ricordi è il momento più basso, sia culturale che produttivo, nella storia del TSA: basti pensare che nei tre anni della sua direzione i suoi spettacoli non sono mai stati programmati fuori regione, hanno incassato in media 50 mila euro l’anno e sono stati distrutti dalla critica e irrisi dal pubblico.

Ma Iraggi intanto era stato nominato dirigente e nel TSA si lavorava male, tolto il successo dello spettacolo della precedente gestione Fiorenza “Non Ti Conosco Più” che continuava, malgrado lui, la sua programmazione con notevoli presenze ed incassi (oltre 450 mila euro a stagione).

La presidenza di Stefania Pezzopane

Primo scossone istituzionale è l’improvvisa defezione di Franco Ricordi che si dimette in maniera irrevocabile a gennaio 2006 a ridosso della presentazione del progetto triennale e la consegna delle schede ministeriali 2006/2009.

Dopo vari sondaggi effettuati dalla Pezzopane sul piano nazionale, la stessa si vede costretta a ri-affidare l’incarico di direttore al suo nemico Federico Fiorenza e lo fa in maniera subdola, prima proponendogli un incarico condizionato alla delega a direttore organizzativo al suo pupillo Iraggi, poi condizionato nel tempo (a tre mesi, sei, un anno).

Al rifiuto di Fiorenza di accettare qualsiasi condizione e dopo le verifiche istituzionali fatte con il Presidente della Regione e il suo Capo di Gabinetto, con il Vice Presidente del TSA, si vede costretta visti i tempi, a ingoiare il rospo e nominare senza condizione Fiorenza con la riserva mentale, com’è nel suo costume di gestione della politica, di distruggere i suoi nemici e comunque rendergli la vita difficile con l’unico scopo di essere lei visibile ad ogni costo.

Fiorenza intanto segue la sua strada, produce “La Signorina Giulia” con una co-produzione, il Jekill&Hyde con i Mamò aquilani, protagonisti Giò Di Tonno e Simona Molinari con una programmazione nazionale di grande successo e incassi, il Love&Crash itinerante e co-produce con un progetto condiviso “La Parola ai Giurati” con la regia di Alessandro Gassman che raggiunge incassi da record nazionale e porta Gassman a operare direttamente nel TSA. Fiorenza gli conferisce la delega di Consulente artistico il secondo anno e di direttore artistico nel terzo.

La Pezzopane Presidente è di una ferocia inaudita nei suoi rapporti con il direttore, basta sentire i membri del CdA dell’epoca, in particolar modo per aver negato alla stessa l’assunzione di una terza segretaria (Carla Vespa, figlia di Peppe Vespa). La cosa più grave è che la stessa Pezzopane si fa liquidare con bonifici sul suo conto personale dal TSA lo stesso gettone al quale aveva rinunciato il Presidente Gigi Proietti per un ammontare di oltre 75 mila euro come è riscontrabile dalla contabilità e dai Bilanci dell’Ente, ma anche dalle scritture della Carispaq.

La stessa dichiarerà in un’intervista a Colacito, ad AquilaTV e a Il Tempo, di non aver mai percepito nulla dal TSA.

La stessa Pezzopane rimane stupita del fatto che in CdA venga fuori che la sua “nipotina” Sabrina Giuliani ha ingiunto con decreto al TSA di vedersi pagato un arretrato per EDR e, scaduti i termini, con dolo, alla stessa vengano riconosciute somme non dovute e passaggi di categoria per funzioni mai svolte, essendo tra l’altro la stessa rimasta giustamente assente per maternità. Credo si configurino abusi di ufficio e interessi personali nella sua gestione dell’Ente (perché malgrado le continue denunce pubbliche nessun provvedimento è stato preso in merito?)

Con la Presidenza Trimarchi si completa il disegno di allontanamento definitivo di Fiorenza dal TSA essendo lo stesso scomodo e sempre in opposizione alla gestione clientelare, personalistica, di basso livello morale e intellettuale, che le ultime vicende, anche dell’ATAM, stanno portando alla luce.

Ci spiega qualcuno perché del TSA si parla e si discute solo quando sono in ballo gli interessi della trimurti rossa? Perché l’Accademia dell’Immagine, al di là degli originari meriti, si sia trasformata in un comitato elettorale a detta dei suoi dipendenti; perché il TSA è stato un Ufficio di Collocamento per Presidenti e Commissari, perché il bilancio e le risorse del TSA come è nei verbali del CdA a firma di Proietti e Fiorenza, debbano avere dei costi di gestione talmente alti da non lasciare risorse finanziarie per una produzione autonoma di qualità?

Ci spiega qualcuno che lavoro è stato fatto fare sinora ai dipendenti del TSA per far proporre ed attivare ad alcuni di loro tante cause di lavoro se l’attività produttiva e organizzativa è stata svolta da collaboratori esterni?

Ci dice il Signor Giorgio Iraggi a quale lavoro corrisponde il suo stipendio percepito dal 2003 ad oggi, da manager, di oltre 750.000,00 euro (diconsi settecentocinquantamila), quale è stata la sua produttività, il suo lavoro di programmazione e vendita degli spettacoli prodotti, il suo apporto creativo, la sua specializzazione amministrativa, la sua competenza nello specifico teatrale, il suo dottorato non in discipline dello spettacolo o umanistiche, ma in “calcetto ed educazione fisica”, (la sola sua evidente attività si è notata nelle campagne elettorali e nelle segreterie politiche).

Ci dice il Signor Iraggi per quale motivo, anche in occasione della programmazione di un solo spettacolo prodotto autonomamente dal TSA come “Scene da un Matrimonio” sia stato affidato il compito di programmarlo al dr. Stefano Pironti da Roma e non l’abbia programmato l’Ente che lo paga, e non l’abbia difeso sul mercato nazionale?

Mi spiega il Presidente dell’Ente per quale motivo permetta allo stesso Iraggi di rappresentarsi nel suo curriculum sul sito Ufficiale del TSA con prestazioni, realizzazioni, compiti svolti dal direttore con un medagliere usurpato? Mi spiega il Presidente del TSA per quale motivo il nuovo Direttore del TSA, di sicuro valore culturale e professionale, debba avere una retribuzione più bassa di un dipendente qualunque dell’Ente? Mi spiega il Presidente del TSA per quale motivo non si dimette lui ed il Consigliere Di Martino essendo venuti a mancare i motivi di delega politica che li avevano legittimati?

Mi spiegate perché è stato allontanato Alessandro Preziosi (portato da me al TSA con il Vice Presidente Innocenzo Chiacchio) dopo avergli prospettato (incontro a Roma con il sindaco Massimo Cialente e assessore Betty Leone) la nomina a direttore di un manager e averlo sostituito con un altro attore-regista e oggi, malgrado la produzione del “Don Giovanni” giri l'Italia con successo e un tutto esaurito nelle varie tappe del tour, non c'è un solo comunicato stampa del TSA che comunichi debutti e successo?

Mi spiegate perché Gigi Proietti non menziona mai il nome del TSA nei libri, nelle interviste, nei talk show?

Mi spiegate tutti, politici, amministratori, cittadini di questa regione per quale motivo Giorgio Guazzotti, Lorenzo Salveti, Gigi Proietti, Alessandro Gassman, Alessandro Preziosi, persino Franco Ricordi, hanno abbandonato polemicamente e sono “scappati” dal TSA, attori e operatori insieme a loro, a causa del suo ambiente e delle sue atmosfere così pestifere e ignoranti, rissose e piene di veleni, così lontane dalla normale gestione di un Ente Culturale e per mancanza, nei citati organizzatori, di specifiche competenze professionali come dovrebbe essere e invece non è?

Domani è un altro giorno, ma sempre lontano da qui. Ci sia finalmente un confronto sui progetti, sulla cultura, sull’etica dei rapporti, sulle possibili produzioni, sulla vita e sugli artisti e non su quali nuovi incarichi avrà il dottore in “zumpi”, quale ruolo e quale retribuzione avrà la nipotina della “zarina rossa” .

Scusatemi la caduta di stile ma la Signora in questione mi ha dimostrato in diverse occasioni che lo stile e la signorilità appartengono a ben altri protagonisti di questo nostro Teatro.

Federico Fiorenza

Nota a margine

Con la assoluta disponibilità dell'allora Presidente della Provincia di Pescara Luciano D'Alfonso riuscii dopo anni di tentativi a far entrare il suo Ente nel TSA come pure grazie al dr. Mauro Febbo riuscii a realizzare l'ingresso della Provincia di Chieti, e Teramo era appena entrata con il dr. Claudio Ruffini Presidente grazie all'interessamento dell'allora Assessore alla Cultura del suo ente dr. Leandro Di Donato.
I miei progetti finalizzati alla regione come il Progetto Lanciano, il Progetto Pescara, il Laboratorio delle Arti Sceniche di Chieti erano serviti allo scopo, come pure gli ottimi rapporti personali istaurati con le altre Istituzioni della regione.
Oggi si paventa il rischio che il TSA resti isolato a causa delle varie aggregazioni che si stanno creando tra Pescara, Chieti e Teramo realizzando il vecchio progetto della Pezzopane del ritorno a un piccolo Teatro Stabile dell'Aquila a suo uso e consumo, ufficio di collocamento di fidanzati antichi e moderni, di familiari ed amici.
Sono stato sempre a Lei opposto e di traverso e lo farò con tutta la tenacia e la forza necessaria. Anche in assenza di quelli che nel suo partito si sono dichiarati “rottamatori” ma che la Signora tiene sotto scacco, non si sa perché e per quale recondito motivo.
Infine in bocca al lupo al nuovo Direttore che dovrà essere accorto e memore delle passate e presenti vicende dell'Ente.


La risposta di Stefania Pezzopane

Ad Alessandro D’Alatri, nuovo Direttore del TSA, faccio i miei migliori auguri di buon lavoro. Sicuramente non si farà turbare da assurde insinuazioni di personaggi "in cerca d'autore". D’Alatri ha la fortuna di prendere in mano un'ottima istituzione, in buona salute, anche grazie al lavoro del suo predecessore Alessandro Preziosi. 

Trovo surreali e fantasiose le affermazioni di Federico Fiorenza, che fa una ricostruzione irreale, di cui non comprendo le ragioni, se non quelle di rincorrere fantasmi e di alimentare fobie.

Cosa nutre tante assurde bugie? Gli anni che passano inesorabili? La voglia matta di guadagnare spazio su qualche mass media? Il vezzo di fare le primedonne?

La nota scritta da Fiorenza è già nelle mani del mio avvocato, che produrrà una giusta querela. Già altre persone, che in passato produssero argomenti simili a quelli riportati oggi da Fiorenza, sono state querelate e rinviate a giudizio. Solo per un atto di estrema generosità ho ritirato le querele in passato; cosa che non ho alcuna intenzione di fare adesso.

Ho incontrato una sola volta Alessandro D’Alatri, in occasione dello spettacolo Scene di un matrimonio a L’Aquila, nel 2010, e da allora non ho più avuto modo di vederlo e sentirlo, come peraltro affermato in conferenza stampa dallo stesso direttore. Conosco la sua bravura e la sua professionalità, ma sulla sua nomina a Direttore del TSA non ho avuto alcun ruolo. Il CdA ha scelto in piena autonomia ed in raccordo con i propri enti di appartenenza, Regione, Comune, Province.

Come Fiorenza sa bene, la nomina del Direttore dell’Ente è esclusiva competenza del Consiglio d’Amministrazione. Quando fu nominato lui Direttore del TSA, fu il Consiglio d’Amministrazione, di cui io ero presidente, a sceglierlo. Allora non fu fatto certo un concorso ed io ero la stessa persona che sono oggi. Allora come ora fu il CdA a fare legittimamente le sue scelte. O forse le scelte sono legittime sono quando riguardano Fiorenza in prima persona?

Se fosse vero che la sua nomina per me fu un rospo da ingoiare, significherebbe che il CdA avrebbe subito una pressione dall’esterno, di natura politica. Un’affermazione gravissima. Tra l’altro non sono certo una persona che si lascia dire da altri quello che deve fare.

Sono stanca di essere chiamata in causa su questioni da cui mi sono tenuta volutamente a debita distanza, nel rispetto dei ruoli che ciascuno ricopre. Interpellata da più persone e anche dalla stampa, su chi fosse il mio candidato, ho sempre ribadito che non era mio compito sceglierlo e che quindi non avevo un candidato. Così come invece ho detto che Alessandro Preziosi, pur meritevolissimo e da me apprezzato, aveva poco tempo da dedicare al teatro e alla grossa operazione che si dovrà fare per adeguarlo ai nuovi indirizzi ministeriali.

Se fosse vero, infine, ciò che sostiene Fiorenza, ovvero che avrei distrutto il Teatro, ente tra l’altro tra i più sani e solidi in Italia e che quando ho lasciato da presidente era addirittura in attivo, sarebbe altrettanto vero che distruttivo fu anche l’atto stesso di nominarlo.

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