"Ma davvero il sindaco Cialente pensa che questa città sia popolata da allocchi pronti a bersi tutte le balle che propinano lui e il Pd?. A dire la verità proviamo, oramai, profonda pena nei suoi confronti, soprattutto oggi, costretto com'è a fare addirittura finta di prendersela con il suo partito per tenere a galla le sciocchezze che ha propinato finora".
A scriverlo sono i consiglieri comunali di opposizione Giorgio De Matteis, Emanuele Imprudente (L'Aquila Città Aperta), Luigi D'Eramo, Vito Colonna (Prospettiva 2022), Daniele Ferella (Tutti per L'Aquila).
"E mentre il sindaco e il suo partito fanno a gara a chi la spara più grossa" continua la nota "la realtà che vorrebbero confondere con le loro chiacchiere è sotto gli occhi di tutti, in maniera sempre più evidente, ed è lunghissima la lista delle "fregature" che Cialente ha rifilato agli aquilani. Dal disastro della gestione del progetto Case, che rischia di mandare il Comune in dissesto finanziario, ai milioni di euro dissipati per un aeroporto mai decollato, fino alla bufala di Accord Phoenix, con la quale ha preso in giro centinaia di lavoratori che ora vanno incontro al licenziamento e alla disperazione".
"La balla sulla legge di stabilità è solo l'ultima in ordine di tempo, visto che gli emendamenti che riguardavano L'Aquila e il Cratere sono stati bocciati dalla Camera e difficilmente verranno inseriti nel testo in discussione al Senato, visto che il Governo ha intenzione di porre il voto di fiducia. Per non parlare della frottola dei 6 miliardi in 6 anni, dato che la programmazione finanziaria dello Stato è su base triennale, e della mancata nomina dei sostituti di Aielli alla guida dell'Usra e di Legnini come sottosegretario alla Ricostruzione".
"L'unica cosa certa, in mezzo a tante bugie" concludono i consiglieri "sono i debiti che graveranno sulle spalle di generazioni di aquilani a causa di questa débacle amministrativa. È ora di finirla di nascondersi dietro un dito. Il sindaco ammetta i suoi errori e le sue responsabilità. Cialente ha minacciato invano molte volte di dimettersi, crediamo sia arrivato il momento di farlo davvero".
Critico nei confronti del primo cittadino anche il consigliere e capogruppo del Nuovo Centrodestra Alessandro Piccinini: "E’ incredibile quanto sia opportunista la politica di Cialente e del suo partito su tutto ciò che verte in tema di ricostruzione. Oggi si è consumata l’ennesima farsa, la ulteriore forzatura ad opera del nostro “Sindaco Masaniello”.
"Lo abbiamo ascoltato, letto e subito in questi anni nel corso di tutti i suoi trasformismi, dallo “scaricabarile” in cui è riuscito a far passare sue inadempienze come inadempienze del Governo e di chiunque altro avesse vicino in quel momento, alla politica del “pressapochismo”, il cronoprogramma approvato in Consiglio Comunale come soluzione risolutiva (ricorderete lo slogan 5 miliardi in 5 anni) per la ricostruzione della città, con all’altere tanto di farsa e taglio del nastro affidato al Ministro Barca (parafrasando un notissimo film comico: “Capovaro, che faccio ri –ri –vado!!!”) e lì giù cialentate: “Ricostruiremo L’Aquila in cinque anni” , ancora si ride (…per non piangere) per le boiate dette nel corso di quel consiglio comunale.
Poi, tra una dimissione e l’altra, dopo aver lanciato strali e parole avvelenate al cospetto di chiunque fosse il suo interlocutore in quel momento, ha definitivamente abbracciato la strada del “sensazionalismo” e tra una mezza verità e una bugia tutta intera, nella situazione di indeterminatezza e totale confusione in cui siamo precipitati (la legge di ricostruzione dove è ? i ruoli chiave della ricostruzione sono a tutt’oggi vacanti, i sostituti di Mancurti, Aielli e Legnini dove sono?) oggi, sulla scia della precedente conferenza stampa del 03.11.2014 in cui annunciava di avere già nel cassetto circa 6 miliardi, torna a cantare vittoria (de che?!) e schiera a testuggine le sue quadrate legioni per aggiungere (a L’Aquila si dice sopra lo cotto, l’acqua bollente) nuove scintillante promesse che si riveleranno l’ennesima bufala.
Ha ragione De Gregori: “Qualsiasi tipo di fallimento ha bisogno della sua claque”.