Sabato, 31 Gennaio 2015 09:51

Sergio Mattarella è il dodicesimo Presidente della Repubblica italiana: ha ottenuto 665 voti su 995 votanti

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Alle 13:01, l'applauso del Parlamento riunito in seduta comune. Mezz'ora dopo, la proclamazione: Sergio Mattarella è il dodicesimo presidente della Repubblica italiana. Ha ottenuto 665 voti su 995 presenti, una amplissima maggioranza. Ferdinando Imposimato, sostenuto dal Movimento 5 Stelle, ha conquistato 127 preferenze, 46 ne ha ottenute Vittorio Feltri (Lega Nord/Fratelli d'Italia), 17 voti a Stefano Rodotà, 2 per Giorgio Napolitano, Emma Bonino, Romano Prodi e Antonio Martino. 

"Il pensiero va alle speranze e alle difficoltà dei nostri concittadini". Queste le prime parole dell'appena eletto Presidente della Repubblica.

Il premier Matteo Renzi aveva auspicato "la più ampia convergenza" sul nome del giudice costituzionale, "un nome che unisce il Paese" aveva sottolineato stamane il sottosegretario Graziano DelrioCosì è stato. L'invito è stato accolto anche dal ministro degli Interni, Angelino Alfano e, dunque, dal Nuovo Centrodestra che ha votato Mattarella. Non senza mal di pancia. "Voteremo Mattarella - aveva dichiarato il parlamentare Fabrizio Cicchitto - perché il problema non è mai stato costituito da lui, che ci auguriamo sia un presidente al di sopra delle parti come lo è stato Giorgio Napolitano. Poi si aprirà una discussione sul metodo adottato da Renzi, che ha causato una serie di problemi. Dunque si dovrà aprire un confronto politico su questo terreno, ma solo dopo l'elezione del capo dello Stato".

All'angolo il Movimento 5 Stelle che ha votato Ferdinando Imposimato anche in quarta chiamata e, soprattutto, Forza Italia: il partito di Silvio Berlusconi ha votato scheda bianca. O almeno, questa era l'indicazione: a certificare la debacle dei forzisti, però, il numero delle schede bianche che alla fine dei conti sono state 105, molto meno delle 140 attese. Evidente l'irritazione in seno al partito, con l'ala dei fittiani che avrebbe disatteso l'indicazione del voto nullo e che sta tentando di cavalcare la situazione. Raffaele Fitto continua a chiedere l'"azzeramento totale nel partito e nei gruppi dirigenti dopo il totale fallimento politico del Nazareno. E' impensabile che i cultori del Nazareno pretendano ora di travestirsi da oppositori di Renzi".

Senza dubbio, è il 'capolavoro' politico del presidente del Consiglio che, in un solo colpo, ha gettato confusione in seno ai 5 Stelle, costretti a inseguire le mosse del premier, ha spaccato il centrodestra - Ncd e Ucd hanno votato Mattarella, Forza Italia è nel caos, Fratelli d'Italia e Lega Nord hanno insistito con il nome di Vittorio Feltri - ricompattando il Partito Democratico dopo aver scritto la legge elettorale con Silvio Berlusconi. 

La quarta votazione

Oggi nella quarta chiamata bastava la maggioranza assoluta per eleggere il dodicesimo Presidente della Repubblica: 505 voti. Ma il pallottoliere degli uomini vicini al presidente del Consiglio aveva previsto, già alle prime ore del mattino, che il nuovo presidente sarebbe stato eletto con 560-570 voti, e dunque con almeno 55 voti in più rispetto al quorum. In realtà, sono stati molti di più. 

Il rito laico

Con l'elezione di Mattarella, inizia una sorta di rito laico che culminerà con l'insediamento al Quirinale del nuovo capo dello Stato. Dopo la proclamazione nell'aula di Montecitorio, la presidente della Camera, Laura Boldrini, insieme alla vicepresidente vicaria del Senato, Valeria Fedeli, si recherà da Mattarella per annunciargli l'avvenuta elezione. Quindi nei prossimi giorni, probabilmente già martedì, il nuovo presidente della Repubblica dovrà recarsi alla Camera per il giuramento e il discorso di insediamento. Lo farà dinanzi al parlamento riunito in seduta comune seguendo una prassi rimasta immutata dal 1948.

Chi è Sergio Mattarella

Sergio Mattarella è nato a Palermo, ha 74 anni, è vedovo e ha tre figli (uno di loro, ha fatto politica in Sicilia ed è stato candidato alle primarie per la segreteria regionale Pd nel 2009 appoggiato da Bersani; un altro, invece lavora da diversi anni al ministero della Funzione pubblica e ora è capo dell’ufficio legislativo di Marianna Madia). E' figlio di Bernardo, politico democristiano che tra gli anni Cinquanta e Sessanta è stato più volte ministro, ed è fratello minore di Piersanti, altro politico democristiano ucciso il 6 gennaio del 1980 dalla mafia mentre era presidente della Regione Sicilia. Sergio Mattarella ha fatto parte della Gioventù Studentesca di Azione Cattolica e della Federazione Universitaria Cattolica Italiana, insegnando anche Diritto parlamentare all’Università di Palermo.

Alle elezioni politiche del 1983, venne eletto alla Camera dei Deputati con la DC: faceva parte della corrente dei morotei, quella di Aldo Moro e di Benigno Zaccagnini (l'ala più a sinistra, per capirci). Fu incaricato dall’allora segretario della DC, Ciriaco De Mita, di occuparsi in quegli anni del partito in Sicilia e appoggiò la candidatura di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo. Rieletto alla Camera nel 1987, continuò a collaborare politicamente con De Mita e fu nominato ministro dei Rapporti con il Parlamento (governo Goria), confermato anche l’anno dopo nel governo De Mita. Fu poi ministro dell’Istruzione con Giulio Andreotti (nel suo sesto governo) ma si dimise nel 1990, insieme ad altri ministri della DC, contro l’approvazione della contestata legge Mammì sulla "disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato in italia". La legge si limitava a rendere legale la situazione esistente in quel momento in Italia, cioè il rischio di un monopolio da parte delle televisioni private della Fininvest contro le direttive comunitarie.

Mattarella disse: "Ci siamo dimessi. Riteniamo che porre la fiducia per violare una direttiva comunitaria sia in linea di principio inammissibile e inopportuna in questo semestre".

Questo sarebbe il motivo principale per cui, secondo i retroscena politici che si leggono in questi giorni, Silvio Berlusconi non gradirebbe Mattarella. Dopo le dimissioni, Mattarella rimase senza incarichi di governo per due anni: venne rieletto alla Camera nel 1992 e nello stesso anno gli venne affidata (fino al 1994) la direzione del quotidiano della Democrazia Cristiana, Il Popolo. Nel 1993 fu relatore della legge di riforma del sistema elettorale, il così detto 'Mattarellum'.

Si trattava di un sistema piuttosto complicato ma che, come caratteristica fondamentale, assegnava i seggi per tre quarti con il maggioritario e per un quarto con il proporzionale (aveva poi uno strano e sbilanciato meccanismo per la tutela dei partiti minori, il famoso 'scorporo'). Il Mattarellum è stato la legge elettorale per le elezioni del 1994, del 1996 e del 2001, prima del 'Porcellum'.

Superate le inchieste su Tangentopoli (venne accusato da un imprenditore siciliano di aver ricevuto 50 milioni e dei buoni benzina, ma venne assolto), Mattarella fu tra i protagonisti del rinnovamento della DC: nel 1994 fu tra i fondatori del Partito Popolare Italiano (con il quale venne eletto alla Camera nel 1994) ma se ne staccò quando Rocco Buttiglione, alla segreteria del partito, si avvicinò al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in vista delle elezioni del 1996. L’ipotesi che Forza Italia potesse entrare nel Partito Popolare Europeo venne definita da Mattarella "un incubo irrazionale".

Confermato deputato alla Camera nel 1996, con Massimo D’Alema a Palazzo Chigi divenne prima vicepresidente del Consiglio e poi ministro della Difesa, anche nel governo Amato (appoggiò l’intervento della NATO in Kosovo). Nel 1999 ci fu un altro scontro pubblico con Berlusconi, che in un articolo del Tempo aveva ricordato De Gasperi in occasione della commemorazione per il 45esimo anniversario della sua morte rivendicandone l’eredità. Mattarella disse: "De Gasperi appartiene a tutti coloro che hanno a cuore la democrazia. Questo non vuol dire che chiunque possa chiamarsi suo seguace o erede".

Nel 2001 Mattarella venne rieletto in Parlamento con la Margherita e poi riconfermato nel 2006 con l’Ulivo (fa anche parte del gruppo che ha scritto il manifesto fondativo del Partito Democratico). Nel 2008, dopo la caduta del governo Prodi, uscì dal Parlamento (quello stesso anno criticò la riforma della Gelmini sul ritorno del maestro unico alle elementari che lo stesso Mattarella, nel 1990, aveva sostituito con i cosiddetti moduli); dal 2011 è giudice della Corte costituzionale, eletto dal Parlamento.

Considerato un moderato, non è intervenuto molto spesso nelle discussioni di attualità e nelle polemiche intorno alla politica. Ciriaco De Mita, disse di lui: "Forlani, in confronto a Mattarella, è un movimentista".

L'ampia maggioranza di Mattarella

La percentuale di voti che elegge il nuovo Presidente rappresenta fattore importante per la stabilità politica del Paese. Mattarella - in quarta votazione, la prima che richiedeva la maggioranza assoluta e non dei 2/3 - ha ottenuto 665 preferenze sui 995 votanti. Una maggioranza ben più ampia del previsto: gli uomini di Renzi, immaginavano di poter eleggere il giudice costituzionale con 560-570 voti. 

Come è andata con le passate elezioni?

L'associazione OpenPolis ha stilato una classifica dei presidenti eletti con il maggior consenso. Mattarella, si piazza vicino a Oscar Luigi Scalfaro e Giuseppe Saragat. 

openpolis

 

Le reazioni dei grandi elettori abruzzesi

Il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso: "Saluto con grande gioia l'elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica. Con lui al Quirinale avremo la garanzia di poter contare su una personalita' al di sopra delle parti, dotata di un'approfondita conoscenza della Costituzione e del funzionamento delle istituzioni. Rendo certo ai cittadini abruzzesi che sara' mia cura invitare il Presidente neo-eletto a compiere al piu' presto una visita istituzionale in Abruzzo per verificare di persona il cammino intrapreso".

Il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio: "Il nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e' un fine conoscitore della carta Costituzionale e questo lo rende una figura autorevole e di assoluta garanzia in un momento nel quale il nostro Paese e' chiamato a completare il percorso istituzionale delle riforme. Con il mio voto ho contribuito a eleggere una figura di alto profilo istituzionale, ricca di ideali e che ha dimostrato, in passato, di essere esempio di rettitudine e coerenza intellettuale. Al nuovo Presidente della Repubblica - conclude Giuseppe Di Pangrazio - rivolgo un augurio di buon lavoro a nome di tutta la comunita' abruzzese".

Paolo Gatti (Forza Italia): "Non l'ho votato, ma faccio i migliori auguri al nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affinché possa svolgere questa alta funzione per tutti gli Italiani con equilibrio e autorevolezza. È stato un onore essere stato qui a rappresentare gli abruzzesi".

Ultima modifica il Sabato, 31 Gennaio 2015 14:18

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