Giovedì, 23 Luglio 2015 20:40

La ricostruzione a tempi record di Cialente: "Rientrate a casa 40 mila persone, nel 2019 riavremo il centro"

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"Si è fatto molto, e se ci dessero retta, dando personale a sufficienza, massimo nel 2019 potremmo aver chiuso il centro storico dell'Aquila capoluogo, molte delle frazioni, e terminare per il 2021 anche le ultime frazioni, quelle che hanno avuto i minori danni".

A scriverlo è il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. 

Il primo cittadino, complice un servizio realizzato dal Tg2 che andrà in onda lunedì prossimo nell'edizione serale delle 20:30, ha voluto fornire un quadro generale della situazione, sia quella riguardante lo stato di avanzamento della ricostruzione privata sia quella inerente alla popolazione assistita. 

"Il 1 gennaio 2010" scrive Cialente "gli sfollati erano 53.779. Il 31 maggio 2015 erano 12.517, dei quali 10.258 nel progetto case e 2.259 nei Map. Vuol dire che sono rientrati in casa riparata 41.262 persone".

"Il dato [delle persone rientrate nelle proprie abitazioni] non è precisissimo" precisa Cialente "sia perché nel progetto case vi sono anche non terremotati (sono i cittadini del bando fragilità sociale), sia perché dei 625 nuclei che erano in cas, alcuni hanno scelto di rimanere per conto proprio in affitto e non accettare il progetto Case o map. Comunque possiamo dire che sicuramente 40.000 persone almeno sono rientrate".

"Abbiamo poi fatto i conti" continua il sindaco "sulle case ricostruite, cioè con cantieri conclusi. Sono in tutto 13.249 pratiche per appartamenti e parti comuni, per 3.523 edifici in totale. Costo 1 miliardo 854 milioni".

"Di questi edifici 378 sono nei centri storici (parliamo dell'intero comune), 22 sull'asse centrale, 2.945 nelle periferie, 178 in "territorio aperto".
Abbiamo fatto un calcolo che ci dice che le periferie del capoluogo e frazioni sono state ormai ricostruite o in via di ricostruzione al 95,4%. Ripeto abbiamo finito. I ritardatari sono coloro che hanno avuto vicende di ditte sballate o casini condominiali o progettisti ...lentini".

"Considerando quello che abbiamo sofferto per i finanziamenti (fascia restituita compresa) credo di poter dire che è un record, se tale si può definire una ricostruzione di sisma (è in effetti un po' di cattivo gusto). Ma se la paragoniamo ad altre vicende italiane simili.....abbiamo camminato, tutti: comune, cittadini , progettisti, imprese".

"I cantieri aperti sono 692 edifici, 210 nei centri storici, 47 sull'asse centrale, 405 nelle periferie 30 in territorio aperto. Lavori in corso di ultimazione per un altro miliardo e 625 milioni".

"I cantieri in allestimento sono invece 277 (sono cioè stati finanziati) , 82 edifici nei centri storici, 40 sull'asse centrale, 135 nelle periferie per circa 366 milioni".

"Sono invece in fase di istruttoria, 1503 pratiche dei centri storici, 56 dell'asse centrale, 460, coda delle periferie per lo più con pochi appartamenti (circa 1000), 96 in territorio aperto. Alcune sono vecchia procedura, incagliate per vari motivi, quelle invece della nuova procedura sono in totale 1.540".

"Gli alloggi sostitutivi sono stati 568, mentre le case classificate A, 7.358, sono state subito riparate con una spesa di 69 milioni".

"Dunque siamo andati molto veloci sulle periferie, partite già nel 2010, siamo invece in ritardo con i centri storici, partiti, per legge , di fatto, con la nascita dell'Usra (andata lentissima fino al febbraio 2015) nel marzo 2013".

"Adesso occorre recuperare i tempi per i centri storici. Vi ricordo che solo quest'anno abbiamo ancora più di 400 milioni da assegnare. Adesso abbiamo progetti per 2.115 edifici con previsioni, ad oggi, per appena 66 milioni; quindi di qui alla fine dell'anno si potrebbe correre davvero".

"Ma per correre serve solo avere a disposizione più personale all'Usra e poi più personale al comune per i Sal".

"Questo è il quadro. Si dice che all'Aquila è tutto fermo. Sbagliato. Si è fatto molto, e se ci dessero retta, dando personale a sufficienza, massimo nel 2019 potremmo aver chiuso il centro storico dell'Aquila capoluogo, molti delle frazioni, e terminare per il 2021 anche le ultime frazioni, quelle che hanno avuto i minori danni".

"I ritardi, gravi, sono nei tempi , lunghissimi, della ricostruzione pubblica, e nel blocco, ormai insopportabile della ricostruzione dei beni culturali".

 

Ultima modifica il Venerdì, 24 Luglio 2015 10:29

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