A Pizzoli, uno dei comuni più popolosi del comprensorio aquilano, è risultata spinosa la questione, affrontata nell'ultimo Consiglio comunale, relativa all'approvazione delle aliquote Tari, la tassa sui rifiuti.
La minoranza in consiglio accusa l'amministrazione del sindaco Giovannino Anastasio di aver procurato un aumento medio per cittadini, artigiani e imprese di circa il 30%.
"Il Sindaco - si legge in una nota del gruppo consiliare Insieme per Pizzoli - si è giustificato con un 'era necessario, è la legge che lo impone'. La stessa norma in vigore già dal 2013, che Anastasio e la sua giunta, già amministratori nella precedente legislatura, non potevano non conoscere. Nonostante ciò hanno incentrato la loro campagna elettorale sulla riduzione delle tasse e della pressione fiscale per poi smentirsi alla prima occasione".
"E gli anticipi sul prossimo bilancio non sono certo confortanti - continua l'opposizione - oltre l'aumento delle aliquote Tasi e Imu si prevede l'introduzione dell'addizionale comunale IRPEF", mai istituita finora a Pizzoli.
"La minoranza non ha potuto che esprimere il voto contrario dopo aver ribadito che non si è stati capaci né di economizzare la spesa del servizio né di migliorare l'efficienza della raccolta. L'amministrazione attuale, con la presenza di ben sette consiglieri della precedente legislatura, respingendo ogni responsabilità amministrativa per il dissesto economico, quasi la loro presenza fosse stata virtuale, trova nell'aumento delle tasse l'unica soluzione al problema".
"Lo slogan - conclude la nota - usato nella campagna elettorale dalla lista di Gianni Anastasio Pizzoli Riparte ci sembra appropriato e lo facciamo nostro dicendo: Pizzoli riparte... dall'aumento delle tasse".