“Quello che è successo martedì in Consiglio regionale è estremamente grave. Dopo appena un anno di legislatura, c'è una maggioranza sbrindellata e allo sbando. Un fatto a cui chi è un minimo avvezzo alla politica regionale non aveva mai assistito”.
Il centrodestra aquilano – questa volta compatto e non in ordine sparso – è categorico nel denunciare il fallimento della giunta D'Alfonso e di un'intera classe politica regionale di centrosinistra.
Un flop in cui, dicono gli esponenti dell'opposizione, ha delle precise e non secondarie responsabilità anche il Pd aquilano. “Un partito” attacca a testa bassa Giorgio De Matteis “ormai oggettivamente patetico”.
“Piangere sul latte versato” afferma l'ex assessore e consigliere regionale “e a danno fatto è ridicolo. Il Pd ha rimediato una figura tragica. Cialente ora abbaia alla luna ma per mesi è stato lo zerbino di D'Alfonso. La senatrice Pezzopane è impegnata a fare altro e Pietrucci ha scelto una strada, quella dello scontro e della beata solitudine, che non solo non ha pagato ma ha prodotto danni”.
Per De Matteis si tratta di un una débâcle annunciata: “Tutti sapevano da tempo che c'era il problema dell'ISA. Un problema peraltro non isolato, visto che le difficoltà che ha la Sinfonica interessano anche altri enti culturali regionali che hanno accesso al Fus. A questo punto bisogna capire se chi prende i soldi del Fus ha i titoli e il diritto per farlo. Tempo fa provai a suggerire di studiare i bilanci di ciascuna istituzione culturale, per vedere quali sono i profitti a fronte delle spese sostenute e capire in che modo razionalizzare il sistema”.
La sospensione del Consiglio di martedì scorso, peraltro, non hanno fatto saltare solo il rifinanziamento dell'Isa ma anche il contributo regionale per la Perdonanza. 80 mila euro che il Comune considerava già in cassa e sui quali, invece, non potrà più fare affidamento. Ben che vada, infatti, quei soldi arriveranno, se arriveranno, a settembre.
“La verità” dice De Matteis “è che la Regione ha messo da parte L'Aquila e i problemi degli aquilani. D'Alfonso non può sperare di cavarsela con delle furbate come la legge sull'Aquila capoluogo, una proposta che non aveva niente di sostanziale, che è già stata accantonata e che non vedrà mai mai la luce”.
Secondo De Matteis, D'Alfonso ha perso il controllo non solo della propria maggioranza ma anche della macchina amministrativa. E questo per via della riorganizzazione dipartimentale votata un anno fa: “Quella riforma ha prodotto una frammentazione delle competenze e delle direzioni che di fatto rende impossibile governare”.
“Per concludere” sintetizza l'esponente di L'Aquila città aperta “al di là dell'episodio specifico di martedì scorso, abbiamo una regione che non ha un'idea né un progetto di governo. Basti vedere quello che sta accadendo con il disegno di riassetto della sanità richiesto dal decreto Lorenzin, gli investimenti in infrastrutture o la programmazione dei fondi europei: tutti ambiti in cui siamo fermi. Fossi D'Alfonso non sarei così sicuro che a settembre le cose si sistemeranno”.
Anche il vice coordinatore regionale Forza Italia Guido Liris chiama in causa le respionsabilità del Pd aquilano, “incapace di interloquire con i livelli regionali e di far capire quali sono i problemi reali della città. Ormai" dice il capogruppo azzurro in consiglio comunale "c'è un governo regionale che ritiene di aver già dato tanto all'Aquila e che reputa che, con AE, abbia esaudito ed esaurito tutte le richieste a cui dover rispondere per ciò che riguarda la città”.
“Ormai è evidente” commentano Emanuele Imprudente e Luigi D'Eramo “che, a livello regionale, siamo sotto assedio: c'è una strategia dell'isolamento che punta a depotenziare L'Aquila. E di questa situazione sono corresponsabili anche Cialente, Stefania Pezzopane e tutto il Pd aquilano”.