Dopo una maratona durata quasi 24 ore, una non-stop notturna e una dura presa di posizione delle opposizioni contro una proposta di modifica del regolamento interno firmata dal Pd, è terminata da poco la prima seduta "autunnale" del Consiglio regionale, dopo una pausa estiva durata più di un mese.
Una seduta dalla quale si attendevano risposte su alcune questioni urgenti, in primis il rifinanziamento dell'Isa e la legge di riordino delle funzioni delle Province.
Questioni passate però in secondo piano quando, nella tarda mattinata di ieri, il Pd, tramite Camillo D'Alessandro, ha provato a inserire alla chetichella, all'interno di una proposta di modifica del regolamento che disciplina lo svolgimento dei lavori dell'aula, un emendamento che, se approvato, darebbe facoltà alla maggioranza di sveltire il processo di approvazione dei progetti di legge introducendo il principio della ghigliottina (o della tagliola) in caso di ostruzionismo praticato a colpi di emendamenti dalla minoranza.
A tal punto è montata la maretta che tutti i consiglieri di minoranza, a eccezione di Leandro Bracco, hanno voluto convocare una conferenza stampa straordinaria per denunciare quello che è stato subito ribattezzato “emendamento bavaglio”.
Ma cosa dice il contestato emendamento D'Alessandro? Che “se la Giunta ravvisa motivi di urgenza e necessità di un'approvazione celere di un progetto di legge, preso atto del contenuto degli eventuali emendamenti e subemendamenti presentati e numerati, prima della discussione dei singoli articoli, ha facoltà di proporre, sia in Consiglio, sia nella Commissione competente a cui è assegnato il progetto di legge, uno o più emendamenti necessari ad esprimere l'orientamento conclusivo del provvedimento. Tali emendamenti sono denominati emendamenti d'urgenza”.
In pratica, dicono Cinque Stelle, Forza Italia e gli altri partiti di minoranza, è una norma che taciterebbe le opposizioni perché non darebbe loro la possibilità o il modo di contestare o emendare i progetti di legge non condivisi.
“Questo emendamento” ha affermato il pentastellato Gianluca Ranieri “impedirebbe alle opposizioni di esprimere quella che è la loro opinione e di avere possibilità di modifiche o di dibattito su un progetto di legge”.
“Di fatto questo emendamento introduce la ghigliottina” ha rintuzzato Sara Marcozzi “L'opposizione dura che D'Alfonso ci contesta è una diretta conseguenza di proposte leggi non condivisibili, evidentemente D'Alfonso non è abbastanza forte da argomentare le leggi che porta in consiglio e vuole mettere un bavaglio all'opposizione. Se questo emendamento venisse approvato accadrebbe quello che accade in parlamento quando il governo a un certo punto presenta un maxi emendamento che fa decadere tutti gli altri emendamenti e sul quale si è chiamati a votare senza poter fare nemmeno una dichiarazione di voto. Così non si minano solo i diritti dell'opposizione ma anche i diritti dei cittadini garantiti dalla Costituzione ed è per quello che ricorreremo a ogni strumento possibile per bloccare questa deriva autoritaria e dittatoriale imposta da D'Alfonso”
Va giù ancora più pesante il capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri.
“Ormai siamo di fronte a una maggioranza che non sta più insieme. Evidentemente a D'Alfonso non è bastato assegnare quante più poltrone possibile. Se approvato, questo emendamento impedirebbe alle opposizioni di contrastare progetti di legge che si ritengono sbagliati. Una cosa del genere non si vede nemmeno nelle dittature più sanguinarie. D'Alfonso tempo fa paragonò il Consiglio regionale a una cloaca. Ma è lui, con questo emendamento, a renderlo tale”.
Dal canto suo la maggioranza difende l'emendamento, invocando il principio di governabilità.
“Quello che registro è l'ostruzionismo a prescindere dell'opposizione” ha dichiarato Silvio Paolucci “ostruzionismo che si dispiega in un palcoscenico in cui poi si recita un ruolo di comunicazione esterna di ingovernabilità. L'Abruzzo ha bisogno di una governance che vada avanti con più speditezza”.
"Quanti paroloni per nulla” ha ribattuto Camillo D'Alessandro “Nessuna ghigliottina, nessun bavaglio". Lo sottolinea il Consigliere regionale del PD Camillo D'Alessandro, replicando alla conferenza stampa delle opposizioni sulla proposta di modifica del Regolamento per i lavori dell'Assemblea. "Le opposizioni – puntualizza – avranno il diritto di presentare emendamenti e subemendamenti, ma in caso di urgenza gli abruzzesi hanno il diritto ad un Consiglio che decide, che non rinvia, che non si perde nell'inutile ginnastica volta solo, alla fine, a bloccare l'Abruzzo. La norma presentata, mutuata da altri Consigli regionali, sposta il confronto politico dalla chiacchiera alla proposta. Il vecchiume della politica vorrebbe ancora rendere il Consiglio regionale la palude dove non si decide mai, dove la 'bravura' si misura non sulla capacità di fare proposte, ma sulla quantità di emendamenti ostruzionistici che si presentano. Questa è una norma che varrà per sempre. Oggi per noi, domani a chi avrà la maggioranza dei consensi. Finisce la piaga del peggiore ostruzionismo. Se proprio vogliamo fare la storia, mai forze politiche che si scontravano duramente, come PCI, MSI e DC hanno mai pensato di usare e abusare dell'ostruzionismo. In 15 mesi l'opposizione non ha saputo fare altro. Ogni volta una minaccia, ogni volta una guerriglia. Confondono il ruolo del sottoscritto all'opposizione con qualche altro oppositore. Negli anni, innumerevoli volte, con il PD all'apposizione, ho garantito approvazioni e numero legale”.
Aggiornamento: Consiglio approva l'emendamento d'urgenza ma serve maggioranza qualificata
Il Consiglio regionale ha approvato in prima lettura con 16 voti a favore, 9 contrari e l'astensione di Mario Mazzocca Sel, la modifica al regolamento che introduce lo strumento "dell'emendamento d'urgenza della Giunta regionale". Non essendo stato raggiunto, tuttavia, il quorum di 21 voti (maggioranza qualificata richiesta), la modifica tornerà in Aula per una seconda lettura. Se anche in questo caso dovesse mancare il quorum di 21 voti, in terza lettura sarà sufficiente la maggioranza semplice.
Il resto dei lavori
Dopo la discussione sulle modifiche al Regolamento interno per il funzionamento dei lavori dell'Assemblea, il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione sulla riorganizzazione delle Prefetture e impegna il Presidente D'Alfonso ad attivarsi per impedire l'accorpamento di Chieti con Pescara e di Teramo con L'Aquila.
In subordine si chiede di evitare la chiusura delle sedi di Chieti e Teramo, prevedendo un Ufficio centrale del Governo e 3 sedi distaccate, così da garantire il presidio nei 4 capoluoghi di provincia.
Respinta, invece, la risoluzione del M5S sulla petrolizzazione, in quanto la Giunta ha comunicato di aver già previsto di ricorrere alla magistratura ammininistrativa contro gli ultimi provvedimenti autorizzatori rilasciati recentemente. Via libera anche alle variazioni al bilancio del Consiglio regionale e al progetto di legge sull'autoporto di Castellalto, che trasferisce la proprietà della struttura dalla Regione all'Arap (l'agenzia regionale attività produttive), che potrà destinarla alle proprie finalità istituzionali.
E' stato inoltre approvato il progetto di legge a favore dei soggetti con disturbi specifici d'apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia), che introduce l'attivazione di percorsi diagnostici, oltre a misure da attuare in ambito scolastico e lavorativo.
Gli altri punti all'ordine del giorno sono stati rinviati alla prossima seduta.
Ok a legge autoporto Castellato
Nella seduta che si è appena conclusa è stata approvata a maggioranza anche la legge regionale che dà il via libera al cambio di destinazione d'uso dell'autoporto di Castellato.
E' quanto affermano in una nota i consiglieri regionali, Sandro Mariani e Pierpaolo Pietrucci.
"E' una buona notizia per la provincia di Teramo - ha detto Sandro Mariani primo firmatario della legge - con questo intervento si consente l'insediamento di una grande azienda dell'indotto Fiat che non solo investirà milioni di euro in provincia di Teramo ma sicuramente occuperà nuova forza lavoro in un momento in cui la disoccupazione resta ancora molto alta in Abruzzo ed in particolare nel teramano".
"Un ringraziamento - ha aggiunto Mariani - va fatto al lavoro svolto dal Presidente della Seconda Commissione Pierpaolo Pietrucci ed al sindaco di Castellato Vincenzo Di Marco per aver creduto nella riconversione di un sito abbandonato da anni. Quello di Castellalto rappresenta un esempio di fattiva collaborazione tra varie istituzioni e l'iniziativa di un azienda privata - ha detto Pietrucci - la Commissione ha lavorato celermente per dare priorità a chi vuole investire in Abruzzo per creare nuove opportunità lavorative".
"Siamo soddisfatti" concludono i due consiglieri "e riteniamo che Castellalto possa diventare un esempio di buona politica che si fa carico delle ragioni di un territorio. Il messaggio che vogliamo dare è che la regione Abruzzo è sensibile a chi vuole creare impresa e lavoro".