Martedì, 16 Luglio 2013 17:21

Consiglio regionale, ok a risoluzione Rosci. Acerbo: “questione umanitaria”

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E’ stata approvata dal Consiglio regionale di questa mattina, presso la Sala Sandro Spagnoli del Palazzo dell’Emiciclo all’Aquila, la risoluzione sulla situazione del detenuto Davide Rosci.
Dopo le poche interrogazioni (quattro) che in mattinata il Consiglio regionale è riuscito a discutere, è arrivata la risoluzione sul detenuto Rosci.

I consiglieri di opposizione Caramanico di Sel, Acerbo di Rifondazione Comunista e Camillo D’Alessandro del Pd hanno presentato la risoluzione su quella che Acerbo ha definito “una questione umanitaria”.
Il teramano Davide Rosci è stato condannato a sei anni di reclusione per gli scontri verificatisi a Roma nella manifestazione di protesta del 15 ottobre del 2011. Il giovane, militante di Rifondazione Comunista e attivista del movimento “Azione Antifascista Teramo”, da febbraio è detenuto in carcere, prima a Castrogno (Teramo), poi a Rieti e infine a Viterbo, dove è attualmente rinchiuso.
Rosci – l’ennesima vittima del massacrante stress di trasferimenti cui vengono sottoposti migliaia di detenuti in Italia – chiede di essere trasferito a Teramo, consentendo così al padre gravemente malato di poterlo visitare.

La stessa richiesta è stata mossa oggi dai tre consiglieri, auspicando che la risoluzione venga accolta dalla Direzione generale dei detenuti e dal Ministero della Giustizia. Intanto prima di arrivare a Roma, la risoluzione è stata approvata da tutto il Consiglio regionale, nonostante l’astensione del Presidente Pagano che ha puntualizzato, prima di dare la parola al consigliere Acerbo: “Ritengo che non sia compito del consiglio regionale occuparsi di queste cose, perché secondo me è inammissibile parlarne”.

“E’ una cosa importante che la risoluzione sia stata approvata – ha commentato Acerbo – anche se mi dispiace l’astensione del presidente Pagano, perché l’intero consiglio si è espresso per un caso che evidentemente deve essere accolto dal parte del Ministero”.

Ma perché portare all’attenzione del consiglio regionale la condizione di un singolo cittadino abruzzese?

Acerbo ricorda che “come i radicali usarono il caso Enzo Tortora per far emergere un problema generale, così la campagna che abbiamo messo in moto serve a dimostrare la condizione generale”. 

Nelle carceri italiane, infatti, oltre ad esserci una carenza di umanità, esiste anche un deficit di affettività. Qualsiasi rapporto con l’esterno, anche con gli stessi familiari, non è ritenuto uno strumento di riabilitazione del detenuto, processo sempre più difficile in carceri sempre più sovraffollate.

Esiste anche una motivazione più prettamente politica, che sta spingendo Rifondazione Comunista e altri partiti e movimenti a denunciare la situazione del detenuto teramano. “Davide è un nostro compagno” spiega Acerbo “Nei confronti di quel poco di proteste e lotte che ci sono in Italia, si è scelto la linea del pugno di ferro e della riesumazione di reati risalenti al codice penale, di derivazione fascista”. Rosci venne accusato e condannato per “devastazione e saccheggio”, reato del Codice Rocco.
Per Acerbo “si iniziano ad usare questi reati, perché si ha paura che l’intera gioventù italiana condannata alla disoccupazione esca dal letargo per rivendicare i propri diritti”.

“Difendere il suo caso non significa difendere un caso - ha concluso Acerbo - ma significa evitare che di Davide Rosci ne ritroveremo nel futuro a migliaia in questo paese”.

A parte la risoluzione Rosci, il Consiglio regionale di questa mattina è stato un balletto tra ordini del giorno, risoluzioni, interpellanze e richieste del numero legale.
Sono state rimandate alla prossima seduta le due convocazioni straordinarie del consiglio previste sullo stato della depurazione e qualità delle acque in Abruzzo e sulle misure per la sicurezza sul lavoro.
Tutto questo fino alle ore 14, quando è stato interrotto perché il numero dei consiglieri presenti era ventidue: troppo pochi per andare avanti. Di sottofondo all’ennesima chiamata nulla per il numero legale, i richiami del capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro, che non vedendo i propri colleghi in aula ha cominciato a gridare: “orario, assenteisti, i consigli regionali costano ai contribuenti” con annesso applauso generale.

A margine del consiglio c’è stata la richiesta da parte di Camillo D’Alessandro, di esprimere a nome del consiglio regionale solidarietà alla Ministra Cecilie Kyenge, accolta ieri a Pescara con cappi e manifesti razzisti affissi dal movimento di estrema destra Forza Nuova.
Il Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, di fronte alla richiesta del consigliere, non ha inizialmente preso la cosa troppo sul serio, tanto da commentare: “Che esiste anche Forza Nuova? Saranno tre persone su un milione e trecento mila abitanti”.

Tuttavia, dopo pochi minuti Pagano insieme a tutto il Consiglio regionale ha formalizzato la solidarietà alla ministra Kyenge.

Ultima modifica il Martedì, 16 Luglio 2013 17:55

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