Le lezioni per i 36 studenti del Gran Sasso Science Institute sono già iniziate da una settimana. In 10 stanno svolgendo il dottorato in astrofisica, in 6 di matematica, in 8 di informatica, in 12 di Scienze urbane.
Dato interessante, delle ben 552 domande d'iscrizione pervenute, la maggior parte sono state quelle per gli Urban studies (204).
Saranno gli studenti in questo dottorato a doversi relazionare più direttamente con la città e i suoi problemi quotidiani: "Ma non prenderanno L'Aquila come un laboratorio di cavie perché come ho avuto modo di sentire direttamente da loro oggi, sono mossi da una grande motivazione morale e dal desiderio di connettersi con i gruppi di giovani della città e il mondo associativo. Questo per mettere a disposizione ciò che loro sanno e allo stesso tempo apprendere dalla città".
E' quanto ha tenuto a specificare ai microfoni di NewsTown l'ex Ministro Fabrzio Barca a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico salutata anche del Presidente del Consiglio Letta. Barca è stato tra i primi, a credere già da poco dopo il sisma, nell'avventura dell' Istituto di Scienza ora diretto da Eugenio Coccia.
Per l'Ex ministro, che ha con la "sua" legge ha modificato la governance sulla ricostruzione, il GSSI contribuirà allo sviluppo della città "anche perché se uniamo ai 36studenti, i professori ed il personale, arriviamo a circa ottanta persone che rappresentano, banalmente, una domanda di beni ma anche di sapere, massa critica, persone sveglie e cattive".
Per Barca la scuola di dottorato internazionale aquilana del Gran Sasso, la più a sud d'Italia, "non può essere, come si era temuto, un qualcosa che tramite l'eccellenza toglie numeri ad una città che ne ha bisogno ma invece sarà qualcosa che faciliterà la strategia dell'università. Come ha detto la Rettrice Inverardi - ha proseguito l'ex ministro - potranno venire a studiare qui pezzi dell'Università contribuendo ad aumentare la residenzialità studentesca e rilanciando il Centro storico e la stessa Università".
Presente all'inaugurazione il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato e il premio nobel per la fisica (nonché insegnante del GSSI) Carlo Rubbia, che, alla sua prima uscita da senatore a vita, ha tenuto una lezio magistralis.
"La scienza - ha detto Rubbia - continuera' ad avere il suo ruolo essenziale per un futuro migliore dell'umanita', ma gli scienziati devono essere preparati a interagire in modo piu' costruttivo con la societa' non solo come scienziati, ma anche come cittadini pienamente coinvolti nelle sue problematiche. Il fatto che la scienza sia rivolta ad esempio allo studio dell' universo in cui viviamo e alla ricerca della conoscenza, non significa che gli scienziati debbano e possano isolarsi dalla societa' che ne sostiene l' attivita'. Sara' loro compito, in particolare, proporre soluzioni per i nuovi problemi emergenti, quali la necessita' di nuove fonti energetiche'".
Il senatore ha anche criticato "gli scienziati che usano la scienza come forma di potere, specialmente nel campo delle scienze della vita".
"E' essenziale che il governo lanci un vasto programma di revitalizzazione delle tecnologie avanzate e della necessaria, corrispondente ricerca a livello pre-competitivo. In assenza di una strategia di ricerca e di sviluppo chiara ed articolata, sara' improbabile che il governo riesca a mantenere una politica a lungo termine di espansione dell'impiego".
"Assolutamente si' gli ha risposto poco dopo sollecitato dai giornalisti il Ministro Zanonato. "Dobbiamo dirottare risorse da altre direzioni e spostarle nell' investimento in ricerca. C' e' una frase che forse avete gia' sentito riferire e dice 'se vi sembra che la cultura e la ricerca siano care provate con l' ignoranza'. E' la chiave di volta di questa sfida che si svolge a livello planetario. Noi non siamo in grado, e non lo vogliamo del resto, a rinunciare ai grandi vantaggi dello stato sociale di una civilta' che ci ha offerto condizioni di vita eccellenti; possiamo quindi competere con un mondo che cresce nei diritti e con una grande capacita' di sviluppare attivita' nel campo della ricerca, della tecnologia della scienza. Questa e' la sfida cui siamo chiamati non solo come italiani ma anche come europei".