Il 17 novembre 2010, all'Aquila, nel moderno e centralissimo palazzo in via dell'Arcivescovado, dietro le Poste centrali di Piazza Duomo, l'allora presidente dell'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia (Ingv) Enzo Boschi firmò davanti alla stampa il contratto di affitto della sede aquilana dell'ente, assieme al noto dentista e costruttore, Gabriele Valentini, che con la sua società Emerald '75 è proprietario dell'edificio.
Il fatto venne presentato come il primo rientro di un ente pubblico nell'allora militarizzato centro storico aquilano, a poco più di un anno dal terremoto dell'aprile 2009. L'Ingv aveva finalmente un ufficio (al terzo piano) all'Aquila, tra le poche sedi dell'ente in zona altamente sismica: "Puntiamo a occuparlo tutto", disse quel giorno Boschi, rifererendosi all'intero palazzo di Valentini.
I dipendenti a tempo indeterminato erano e sono una decina, mentre grazie a un finanziamento del Miur (ministra Maria Stella Gelmini, governo Berlusconi) furono stanziati 8 milioni di euro per il "Progetto Abruzzo", della durata quinquennale (2010-2015) e che ha dato lavoro in questi anni ad altre quindici persone tra ricercatori e impiegati. Il progetto, terminato a dicembre, è stato prorogato fino alla metà del 2016 perché sarebbero avanzati dei fondi dallo stanziamento iniziale. Non si sa ancora se sarà rifinanziato dal governo.
Sappiamo invece che, con tutta probabilità, nei prossimi mesi l'Ingv andrà via dal palazzo di via dell'Arcivescovado, per il quale c'è il contratto in scadenza. Questo non significa che sarà chiusa la sede aquilana. L'ente cambierà però sede e uffici, a causa di diverse e irrisolvibili problematiche legate alla zona, alle condizioni dell'edificio e alla locazione dello stesso.
Nonostante l'insediamento sia stato annunciato, come detto, a fine 2010, la sede fu di nuovo inaugurata nel giugno 2013 - fino a quel periodo i dipendenti avevano lavorato in un container in zona Castello - dopo i lavori di ristrutturazione del palazzo, già in costruzione prima del sisma, classificato inizialmente "E" e poi, dopo successivi controlli, passato a "B".
Nel 2014, il crollo di un cornicione al palazzo dell'Arcivescovado causò una chiusura della via per alcuni mesi. Attualmente, inoltre, ci sarebbero anche criticità legate alla manutenzione, all'illuminazione delle scale, al riscaldamento dello stabile e all'ascensore, per non parlare dell'accessibilità con mezzi e anche a piedi. Da quando l'area è stata cantierata per la costruzione del famigerato tunnel dei sottoservizi, infatti, l'intero isolato non è più transitabile con le automobili ed è ostico anche per i pedoni, soprattutto dipendenti della struttura. Bisognerebbe addirittura attraversare l'area di cantiere, se si dovesse uscire con un mezzo di servizio.
Potrebbe insomma trattarsi di un'altra grana per Gabriele Valentini, che assieme alla società sua e di sua moglie Stefania Innamorati, ha già avuto noti problemi con affitti alle pubbliche amministrazioni di sua proprietà: basti pensare al rinvio a giudizio per una presunta truffa sulla destinazione d'uso del palazzo che ospita l'Agenzia delle entrate in via Zara, o al sequestro per presunte irregolarità urbanistiche della sede del Centro per l'impiego provinciale in via Rocco Carabba.
A quanto risulta dall'amministrazione trasparente dell'Ingv, il canone di locazione per la sede aquilana è tra i più cari dell'intero ente: fino al 2013 l'affitto del terzo piano del palazzo (631 mq, sulla carta) costava 209mila euro annui, scesi nel 2014 a 192mila. Una cifra piuttosto importante (circa 25 euro per mq) che probabilmente l'istituto non vuol più pagare. Secondo quanto si apprende, infatti, si starebbe cercando una soluzione alternativa, sempre nel centro storico, più economica. I problemi per l'accessibilità del locale erano emersi, per bocca dello stesso Valentini, già un anno e mezzo fa: "Dopo il terremoto abbiamo cercato di affittarlo a diversi enti e l'unico che ha accolto il nostro invito è stato l'Ingv", aveva sottolineato il medico aquilano, lamentando il fatto che i problemi logistici avrebbero potuto indurre l'ente ad abbandonare la sede e, aggiungiamo noi, a rinnovare il contratto di affitto.
L'Accademia di Protezione Civile. Se l'Ingv è però, ad oggi, ancora al terzo piano del palazzo (il primo e il quarto sono vuoti), il secondo è dato in locazione alla Civil Protection and Emergency Academy, nota anche come "Accademia della protezione civile". Cos'è? E' un centro di formazione ideato ed emanato dall'Università degli Studi Internazionali (Unint), ateneo privato con circa 2mila iscritti e sede a Roma, fondato nel 1996 e composto da due facoltà: Economia e Scienze politiche. La struttura, nella quale si sono laureati anche personaggi celebri come il faccendiere Stefano Ricucci e la showgirl Anna Falchi, salì alla ribalta delle cronache nel 2006, a causa di una inchiesta giornalistica della trasmissione televisiva Report, relativamente alla presunta facilità con cui, a detta degli autori del reportage, ci si poteva laureare.
L'inaugurazione della "accademia" avvenne nell'ottobre 2014, alla presenza di tutte le autorità, sulle quali spiccava l'allora capo della Protezione civile e attuale prefetto di Roma Franco Gabrielli: "Se sono rose fioriranno - affermò nel corso della cerimonia - al di là della iniziativa e delle intenzioni, infatti, bisognerà capire quanto il territorio e le istituzioni avranno nella giusta considerazione i temi che l'Accademia propone, a partire dalla prevenzione e dalla pianificazione di Protezione Civile che credo debba essere sempre più radicata nei territori e sempre più conosciuta e compresa dalla gente". E appunto, quali sono i temi che l'accademia propone? Sulla carta (anzi, sul web) i corsi universitari di Management di protezione civile e di Economia dell'emergenza; i corsi di formazione per addetti e volontari alla protezione civile degli enti locali; un "osservatorio delle performances" sul campo, per la certificazione degli strumenti e dei mezzi adibiti ai fini di protezione civile, e nozioni di "comunicazione ante-evento". In realtà, però, come è possibile vedere dalle foto che vi proponiamo [foto di copertina, a destra e in basso] gli uffici al secondo piano del palazzo in via dell'Arcivescovado sembrano essere vuoti: ci sono solo delle scrivanie, ma non c'è strumentazione, né computer, neanche per quella che si diceva che sarebbe dovuta essere una segreteria didattica. Al numero telefonico indicato sul sito di Unint, inoltre, non risponde nessuno. Sembrerebbe insomma essere un'accademia fantasma, che non sarebbe mai stata finora frequentata, come apprendiamo anche dai pochi che vivono o lavorano presso quella porzione del centro aquilano.
L'arrivo di Ingv e Accademia della protezione civile all'Aquila è legata a doppio filo a un manager di comprovata esperienza: Pasquale De Santis, classe 1948 originario di Introdacqua (L'Aquila), che all'epoca dell'insediamento in Abruzzo dell'istituto di geologia era responsabile del management dei progetti di ricerca e dei rapporti istituzionali, membro dell'ufficio di presidente dell'Ingv e direttore del programma Ingv per la ricostruzione in Abruzzo, e per questo mente dell'operazione che ha portato l'arrivo dell'ente nel capoluogo. Il manager abruzzese è un personaggio importante: si è formato alla Bocconi di Milano e nel 2010 è stato addirittura insignito dell'onoreficenza di Cavaliere crociato di Malta e guardiano della pace.
Attualmente De Santis non lavora più nell'ente, ma ricopre invece l'incarico di consigliere di amministrazione nell'Università di Studi Internazionali, almeno a quanto riporta il sito web dell'ateneo. E proprio come consigliere "con delega alla ricerca" ha voluto l'insediamento dell'Accademia di protezione civile all'Aquila, che ufficialmente si trova nel palazzo della Emerald '75 di Gabriele Valentini, in via dell'Arcivescovado.
Un edificio dal quale probabilmente se ne andrà, dopo cinque anni in affitto, l'Ingv, e all'interno del quale trova sede ufficiale un'accademia annunciata, inaugurata ma che non sembrerebbe ad oggi essere attiva.