Lunedì, 24 Marzo 2014 23:35

Dopo cinque anni, costretti a vivere in case danneggiate dal sisma

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A cinque anni dal terremoto, decine di cittadini aquilani sono costretti a vivere ancora in abitazioni di fatto inagibili.

Dal 2009, circa 120 residenti delle case comunali di S. Gregorio stanno combattendo una battaglia con il Comune dell'Aquila per vedersi riconosciuti alcuni diritti fondamentali: essere trattati al pari di tutti gli altri cittadini e, soprattutto, abitare in una casa sicura, confortevole e antisismica.

NewsTown si era occupato del caso già la scorsa settimana, in seguito a una segnalazione/denuncia del presidente di Assocasa Franco Marulli.

In una lettera spedita anche ad altre testate giornalistiche, Marulli denunciava: "Subito dopo il terremoto siamo stati ospitati nelle tendopoli e negli alberghi. Poi, i tecnici hanno certificato l'agibilità delle nostre abitazioni e siamo tornati a casa. Il plesso centrale, invece , dove vivevano 80 famiglie , è stato classificato 'E' e gli affittuari sono stati dislocati negli alloggi del progetto C.a.s.e. Se non fosse che - tempo dopo - a nuova verifica, alcune abitazioni sono state classificate 'A con lavori', altre 'B' e 'C'".

"Sono passati anni" continuava la lettera "e i cittadini vivono ancora in abitazioni non agibili".

Gli appartamenti, infatti, come si vede bene dal video realizzato da NewsTown, portano ancora ben visibili i danni causati dal terremoto: ci sono crepe, distaccamenti di pareti e scale, bombature dei pavimenti, cedimenti di pilastri.

Qualche residente, pagando di tasca propria, ha provato a riparare almeno i danni più gravi (sentendosi anche redarguire dal Comune per aver agito senza autorizzazione) ma è ovvio che per rendere di nuovo pienamente abitabili questi alloggi servirebbero interventi di tipo strutturale, anche perché i danni, aveva scritto Marulli nella sua lettera, "creano anche dei disagi psicologici. Continuiamo a vivere in case inagibili senza certezze per il futuro. Per questo, con l'assistenza legale dell'avvocato Ludovici, abbiamo presentato un esposto in Procura per l'indifferenza del Comune dell'Aquila nei riguardi delle precarie condizioni strutturali in cui versano gli alloggi e il plesso".

Incredibilmente, le famiglie si sono viste recapitare anche lettere di morosità per affitti arretrati non versati con minacce di sfratto: "Pagheremo" hanno detto ai microfoni di NewsTown "solo quando il Comune, proprietario del plesso, si assumerà l'onere dei lavori di messa in sicurezza e di ricostruzione delle abitazioni".

"Le cifre che il Comune ci ha chiesto non tengono conto del fatto che alcune situazioni economiche, in questi anni, sono cambiate. L'affitto da versare viene calcolato in base alla dichiarazione dei redditi delle famiglie assegnatarie. Negli anni in molti hanno perso il lavoro, mentre altri sono finiti in cassa integrazione. Il canone richiesto, però, non è stato in alcun modo adeguato". I pagamenti si riferiscono anche al 2009, quando le famiglie erano ospitate in tendopoli o negli alberghi.

Dopo alcuni incontri andati a vuoto e altri conclusisi con un nulla di fatto, il Comune, tramite la terza commissione consiliare (Politiche sociali), ha accolto la richiesta degli abitanti di essere ricevuti e ascoltati attraverso una delegazione.

 

Ultima modifica il Sabato, 03 Maggio 2014 10:35

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