L'Aquila non è mai stata una città a misura di turista. Eppure nel post-sisma i turisti che hanno deciso di visitare almeno per un giorno la città sono notevolmente aumentati. C'è però da chiedersi se chi si addentra nel centro storico, dai turisti, ai professionisti, agli stessi cittadini, sia davvero a conoscenza dello stato dell’arte della ricostruzione.
Un'ottima iniziativa, in questo senso, fu attuata ormai quasi quattro anni fa. Si chiamava "I cantieri della ricostruzione pubblica" e consisteva in un serie di pannelli che riportavano i principali interventi della ricostruzione pubblica, indicando in maniera dettagliata le tempistiche ed i lavori da effettuare sui maggiori punti di interesse artistico, culturale ed ecclesiastico. I pannelli in questione furono installati sotto i portici adiacenti a Piazza Duomo, in un punto ben visibile da cittadini e turisti.
Era il novembre 2011: alla cerimonia di inaugurazione, parteciparono i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel progetto, dall'assessorato alla Ricostruzione dei beni culturali del Comune dell'Aquila, alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Abruzzo, fino all'Ufficio beni culturali dell'Arcidiocesi e al Provveditorato alle Opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna.
L'obiettivo, come si leggeva su uno dei pannelli, era "informare i cittadini, i turisti, i portatori di interesse, gli organi di informazione e le istituzioni tutte sugli interventi pubblici che si stanno realizzando per la ricostruzione del capoluogo abruzzese, a partire dai monumenti più significativi della città dell'Aquila". Insomma far sapere a tutti, dal cittadino al turista, cosa si stava facendo per la ricostruzione.
Senza cadere nella retorica dell'amarezza per quelle speranze di ricostruzione che probabilmente in molti nutrivano quattro anni fa e che, per alcuni versi, sono state deluse, il problema che si pone ad oggi è che i pannelli sono tuttora presenti, ma le informazioni riportate risultano, in molti casi, errate. La motivazione va ricercata nel fatto che, semplicemente, non sono mai stati aggiornati. Dopo l'installazione, col passare degli anni, i pannelli sono diventati parte integrante del "decadente paesaggio" del centro storico e nessuno se ne è più curato, se non per sottolineare l'opera di qualche ragazzino che li ha imbrattati. In molti casi, insomma, non si è riusciti a rispettare i tempi e le date che si prospettavano allora.
Per alcuni edifici i lavori sono partiti almeno due anni dopo quanto auspicato dalle indicazioni del pannello, come è accaduto con la chiesa di San Pietro a Coppito, in cui i lavori sarebbero dovuti partire nel 2009 e avrebbero dovuto avere una durata di 24 mesi (vedi foto in basso). Dunque, un ignaro turista avrebbe più che ragione di pensare che quella chiesa sia stata restituita agli aquilani in tutto il suo splendore. Spesso, infatti, capita anche che i turisti leggano quanto scritto sui pannelli e, subito dopo, si addentrino nelle vie del centro per cercare - a volte vanamente - il palazzo ricostruito. Andando invece a controllare ciò che viene indicato sul cartello dei lavori, si apprende che i lavori sono partiti solo nell'ottobre 2014, cinque anni dopo e, come noto, ancora non sono stati ultimati.
Un altro caso eclatante è quella della chiesa di Santa Maria del Suffragio, meglio conosciuta come delle Anime Sante. Il pannello indica come data di inizio lavori "settembre 2010" e una durata di 23 mesi ma, in realtà, il cantiere è stato aperto solo lo scorso anno, e non si chiuderà prima di 750 giorni. Sempre sulla stessa linea il Forte Spagnolo, simbolo identitario che si cela dietro il più recente Auditorium del Parco del Castello. Sul pannello si legge che l'inizio dei lavori sarebbe dovuto essere luglio 2011 e che in 36 mesi si sarebbe dovuto avere il "recupero strutturale e funzionale dell'intera ala del lato ingresso e dei musei". Sul cartello è invece indicata come data inizio dei lavori il 30 ottobre 2013 e come fine quella di marzo 2015. Il cantiere, ad ogni modo, anche in questo caso è ancora aperto.
Certo, per alcuni edifici il recupero è avvenuto, se non nei limiti auspicati ma almeno in tempi ragionevoli. Tra questi la fontana delle 99 Cannelle, Porta Napoli, la Corte d'Appello, la Caserma Campomizzi e il Palazzetto dei Nobili. Vi sono però casi in cui i lavori che avrebbero dovuto essere terminati non sono nemmeno iniziati, come la Scuola De Amicis e Palazzo Margherita. Per questi due edifici la data inizio dei lavori prevista era novembre 2011. Al contrario, dovrebbero partire effettivamente entro la prossima estate, almeno a quanto annunciato dall'assessore comunale alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano.
Insomma, senza entrare nel merito dei processi di ricostruzione, sarebbe il caso di chiedersi se sia giusto o meno far permanere nel cuore del corso principale della città quei pannelli.
La loro presenza in quell'angolo di centro storico avrebbe senso se, come da obiettivo dell'installazione, informassero in maniera corretta cittadini e turisti. Sarebbe dunque auspicabile un aggiornamento, con i tempi effettivi della ricostruzione. Se la città vuole veicolare in maniera corretta le informazioni che la riguardano, c'è bisogno di attenzione anche in queste "piccoli" ma significativi particolari.
Le foto ai pannelli e alla chiese di San Pietro e Anime Sante, al Forte Spagnolo e Palazzo Margherita