"Questo è uno dei frutti avvelenati di quella che hanno chiamato riorganizzazione dei servizi dell'Ama", afferma senza girarci intorno Domenico Fontana della Filt Cgil riferendosi ai tagli lineari previsti dal Piano industriale della municipalizzata dei trasporti.
Accanto a lui sette giovani lavoratori e lavoratrici del Cta, il consorzio trasporti e autonoleggiatori a cui la municipalizzata dei trasporti urbani (Ama) subappalta una parte delle corse cosiddette marginali.
Anche oggi sono vestiti in uniforme come ogni autista che si rispetti, ma arrivati sul posto di lavoro gli hanno detto che non potevano lavorare e che anzi sarebbero stati licenziati. Per questo hanno deciso prima di occupare simbolicamente il loro posto di lavoro e poi di incatenarsi al cancello.
Ma come in una città che si espansa a dismisura e in cui il servizio di trasporto pubblico è assolutamente insufficiente, si licenziano gli autisti?
Sì, a partire evidentemente da quelli assunti dalla ditta subappaltatrice, a cui tra l'altro costano anche meno in quanto hanno un contratto differente, sempre a tempo indeterminato.
"Sono quattro anni che lavoro qui - afferma uno di loro - oggi senza nessun preavviso mi si comunica il licenziamento", può succedere il 7 aprile quando tutto all'Aquila torna normale ed ingiusto.
Ora i vertici della municipalizzata e del consorzio si stanno incontrando per discutere: "L'impressione - continua Fontana - è che l'azienda sta utilizzando i lavoratori come arma di pressione nei confronti dell'amministrazione".
"Comunicando il licenziamento - continua il sindacalista - l'azienda ha compiuto un atto unilaterale non comprensibile in quanto nell'azienda c'è un ammortizzatore sociale aperto e cioè quello della cassaintegrazione ordinaria. Noi chiediamo che i lavoratori possano attingerci e dividere il sacrificio tra i 32 dipendenti. Non ci muoveremo da qui fin quando non arriva una determinazione che riapra i margini della trattativa".
L'Ama, a fronte di un debito di un milione circa, ha già annunciato tra le polemiche la soppressione di 140 corse pari a 500mila km in meno, prevedendo di mandare a casa circa 12 lavoratori.
Per molte corse universitarie sono previsti tempi d'attesa che passeranno da 20 a 40 minuti, non proprio il massimo per una città che dice di voler fare dell'Università un suo volano economico.
"La città si è espansa, i bus devono fare più Km e l'Ama costa di più - conclude Fontana - ma il servizio è importante e c'è bisogno di maggiori risorse".