Martedì, 11 Ottobre 2022 18:34

Il neo senatore Michele Fina: "faremo un'opposizione intransigente"

di  Antonia Melaragni

A qualche settimana dal voto e con la formazione del Governo arrivata agli sgoccioli, intervistiamo il Senatore eletto Michele Fina, segretario regionale del Partito Democratico in Abruzzo.

Tra buoni propositi e analisi del voto, al centro del dibattito pubblico in queste settimane anche la responsabilità del Partito Democratico nella vittoria del centrodestra e nei dati allarmanti che riguardano l’astensionismo. Partiamo proprio da questa riflessione, in quanto al di là dei dati elettorali, essenziale è riflettere sul cosiddetto partito del non-voto, composto da chi- presumibilmente- sentitosi abbandonato dalla classe dirigente tutta in questo Paese ha scelto di non andare a votare. Secondo lei perchè?

“Il primo motivo per me riguarda il fatto che abbiamo votato per la prima volta in un periodo dell'anno in cui invece non si è mai votato ed è un periodo dell'anno sbagliato, io che ho fatto campagna elettorale davvero posso assicurare che nella prima parte della campagna elettorale le persone erano giustamente a riposo e nella seconda parte erano preoccupate del ritorno a scuola dei figli, delle bollette, dell’inizio del lavoro. Insomma queste lezioni andavano fatte in un altro periodo dell'anno. La seconda motivazione è la legge elettorale assurda e incomprensibile e che genera una distanza infinita, tant'è che noi in Abruzzo passiamo da 21 Parlamentari a 13 e di questi 13, 8 le persone elette dalla coalizione vincente di centro-destra de tra questi 4 sono catapultati, ma nessun cittadino se n'è accorto perché alla fine si è votato il leader. La terza motivazione è che abbiamo visto in questi anni aumentare il solco delle diseguaglianze, peggiorare la condizione sociale dei cittadini e delle famiglie e quindi i più si chiedono se effettivamente ha senso partecipare alla vita democratica.”

Senatore, sono profonde le responsabilità del suo partito, in quanto partito di governo da diversi anni, non trova?

“il Partito democratico è stato chiamato a governare sempre sia che perdesse sia che vincesse. Quindi noi senza dubbio abbiamo incarnato un partito al governo, i problemi sono stati più grandi della capacità di risolverli. Il potere logora chi non ce l’ha, direbbe qualcuno, ma se il potere è di meno dei problemi c’è sempre qualcuno che ne rimane scontento. Il Pd sconta il fatto di essere rimasto per tanto tempo al governo ed essere stato individuato come chi deve dare risposte di cui spesso neanche dispone.”

La crisi scaturita dalla schiacciante sconfitta, ha costretto il Partito a capo della coalizione di centro-sinistra ad aprire una stagione di riflessioni, da svilupparsi all’interno di un Congresso nazionale, che vede le dimissioni di Enrico Letta,  quale sarà la sua posizione?

“il Pd apre il momento di riforma interna, dall'opposizione, nel vivo e nel concreto della battaglia parlamentare ma anche sociale, rispetto a quello che questo governo farà. Faremo la nostra battaglia appunto dalla minoranza, noi capiamo anche meglio chi siamo. Nei momenti di crisi, innanzitutto capisci chi non sei rispetto soprattutto a quello che fa chi, a questo punto devi decidere. Dobbiamo però definire una nostra identità più chiara rispetto da che parte siamo e innanzitutto a fianco di chi siamo. Poi la questione è anche sull’Abruzzo che è la prima regione in cui vinse Fdi quattro anni fa, una vittoria anche a quel tempo con un catapultato da Roma che prende il vento positivo che ha il centrodestra, l'appuntamento elettorale delle regionali in Abruzzo, dopo 16 mesi di governo Meloni, sarà un momento di importanza nazionale, se saremo in grado di non fare gli stessi errori fatti alle politiche e se saremo in grado di fare una coalizione larga e riconquistare i civismi è chiaro che sarà un segnale nazionale.”

Senatore Fina, per quanto riguarda l’alleanza con il Movimento 5 stelle?

"è necessario avere un approccio in grado di unire le parti, se si avrà la disponibilità da parte del Movimento 5 stelle allora ci incontreremo. Se ci incontreremo, il punto di chi guiderà viene dopo, prima viene il tessere una coalizione, non bisogna iniziare a pensare a chi guida”

Nelle ultime settimane è tornato centrale nel dibattito pubblico la costruzione del metanodotto Snam, a Sulmona, dopo che il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’opera, suscitando l’indignazione dei comitati locali che si sono spesi nella lunga battaglia contro l’opera, ritenuta inutile e dannosa per il territorio, riguardo questo  quale è la posizione del Partito Democratico in merito alla questione?

“Io penso che i Comitati presentino delle eccezioni molto serie, non di carattere ideologico rispetto all'opera in sé ma di opportunità e di compatibilità del progetto e penso che sia stato sbagliato non valutarle fino in fondo e se ci saranno opportunità per rimettere al centro questi temi senza dubbio lo sosterrò e farò di tutto perché siano ancora ascoltate perché il processo possa essere ancora modificato. Dopodiché io penso che adesso siamo di fronte a una crisi energetica e dobbiamo davvero scegliere come Paese di investire tutto il possibile sulle energie rinnovabili, sulla generazione distribuita, sull’efficientamento energetico degli edifici. E’ un paese che ha bisogno di un mix energetico e quindi se servono in questa fase cose come i rigassificatori va bene ma sono comunque tutti processi in transizione che non devono impedire l'obiettivo finale, mentre invece l'idea che questo tipo di opere superino i nostri problemi strutturali è un'idea sbagliata.”

Ultima modifica il Mercoledì, 12 Ottobre 2022 00:32
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