Lunedì, 04 Novembre 2013 03:15

Terremoto e fondi comunitari, Søndergaard: "C.a.s.e. troppo costose"

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Questa mattina l'eurodeputato Søren Bo Søndergaard (nella foto), in visita all'Aquila, ha presentato, nel corso di una conferenza stampa, un rapporto, scritto per la Commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo, sull'utilizzo, fatto dal Governo italiano, dei fondi concessi dalla Ue per l'emergenza terremoto.

L'incontro si è tenuto alle 11 presso la sala stampa Polidoro della Regione.

Il dossier prende le mosse dalla relazione speciale elaborata lo scorso febbraio dalla Corte dei Conti europea sull'appropriato utilizzo del Fondo di solidarietà Ue.

La magistratura contabile aveva espresso dubbi e perplessità sul fatto che quei soldi fossero stati spesi per costruire edifici permanenti anziché provvisori, molto più costosi del dovuto e per giunta consegnati in ritardo.

Ora, secondo i regolamenti vigenti all'interno del Parlamento europeo, le relazioni della Corte dei Conti vengono analizzate dalla Commissione per il Controllo dei bilanci (Cont.). Poiché queste relazioni sono, ogni anno, molto numerose (ce ne sono almeno due al mese), la Cont. solitamente dà incarico a un suo membro di elaborare, per ognuna di esse, un “documento di lavoro” (quello che  Søndergaard ha presentato questa mattina) che viene poi discusso al proprio interno. Il rapporto illustrato questa mattina da Sondergaard sarà discusso in Commissione il 7 novembre (la seduta sarà trasmessa in diretta in web streaming).

Le conclusioni elaborate dalla Cont. sono molto importanti perché vengono assunte e fatte proprie dal relatore del bilancio consuntivo della Commissione europea.Infatti un eventuale rifiuto da parte della Cont. del consuntivo di bilancio equivale a un voto di sfiducia della Commissione. Un precedente risalente al 1999 racconta che la Cont. bocciò il consuntivo della Commissione Santer (il nome dell'allora presidente) e tutto l'esecutivo Ue si dovette dimettere.

Søndergaard, in qualità di membro della Commissione per il controllo dei bilanci, ha dunque elaborato un documento politico sul rapporto speciale della Corte dei Conti Europea. "La questione chiave per noi" ha detto il parlamentare danese "è se i soldi dati dall'Unione europea, che sono i soldi dei contribuenti europei, siano stati spesi secondo le norme vigenti a livello comunitario e nella maniera più efficiente ed efficace possibile".

Per L'Aquila, ricorda nella sua relazione l'eurodeputato, il Parlamento europeo stanziò, nel novembre 2009, 493 milioni di euro, concessi, come detto, attraverso il Fondo europeo di solidarietà (Fsue). Si tratta della cifra più alta mai stanziata dall'Unione.

In base al regolamento che disciplina le modalità di intervento del Fondo, tuttavia, quei soldi potevano e dovevano essere spesi solo per operazioni di prima emergenza, non per finalità di ricostruzione. Invece, ha osservato la Corte dei Conti, è accaduto che solo il 30% dei contributi Fsue, circa 144 milioni, sia stato effettivamente impiegato per l'emergenza; il restante 70%, vale a dire 350 milioni, è stato utilizzato per costruire gli edifici del Progetto Case. Edifici permanenti o, come è scritto nella legge 39, quella approvata a giugno 2009, "di durevole utilizzo".

Citando la relazione della Corte dei Conti, Sondergaard rileva che "il Progetto Case, benché rilevante per le esigenze reali, non è conforme alle specifiche disposizioni del regolamento del Fondo. Questo perché sono stati costruiti nuovi edifici invece di case temporanee [...] Il regolamento Fsue stabilisce che il Fondo possa essere utilizzato solo per operazioni di emergenza essenziali, tra cui alloggi temporanei e non prevede finanzimenti per la ricostruzione vera e propria. Il campo di applicazione del Fondo è limitato alle necessità più urgenti mentre la ricostruzione a lungo termine deve essere lasciata ad altri strumenti".

Non avendo rispettato le leggi e i regolamenti comunitari, il Governo italiano rischia non solo di vedersi aperta una procedura di infrazione ma, qualora si dovesse decidere di far pagare gli affitti agli assegnatari, di dover restituire anche i 350 milioni di euro usati per pagare le ditte esecutrici dei lavori. Lavori i cui costi di realizzazione sono lievitati a dismisura, fino al 158% in più rispetto ai normali prezzi di mercato.

A conclusioni opposte era giunta, invece, la Commissione Europea, che, in un'altra relazione, aveva giudicato “infondate” le critiche e i dubbi formulati dalla Corte e aveva difeso il proprio operato definendo legittimo l'uso delle risorse comunitarie fatto dal Governo italiano. Questa relazione, ha spiegato però Sondergaard, non è stata mai resa pubblica. E' rimasta, anzi, un documento strettamente riservato e confidenziale, che gli stessi europarlamentari possono solo consultare sotto stretta sorveglianza e senza poter nemmeno prendere appunti. 

Secondo Søndergaard
, che in questi anni si è recato più volte all'Aquila per controllare di persona la situazione, i silenzi, le reticenze, le risposte contraddittorie date dalla Commissione, anche in occasione di interrogazioni parlamentari, sono indice di un mancato controllo o comunque di una blanda vigilanza esercitata dall'esecutivo dell'Unione sulla ricostruzione aquilana. 

Nella relazione "viene deprecata l'inerzia della Commissione", le cui repliche sulle modalità di gestione dei fondi europei sono state contraddittorie e colpevolmente tardive, se si pensa che già nel 2011 la Cont. aveva chiesto alla Commissione di effettuare una verifica ad hoc sul Fondo di solidarietà, soprattutto in merito alle spese di soccorso e di ricostruzione e al rispetto delle norme Ue sugli appalti pubblici da parte della Protezione civile; verifica che arriverà sul tavolo della Cont solo due anni dopo, nell'estate 2013.

L'eurodeputato bacchetta più volte la Commissione anche per non essersi mai interessata a indagare se “i fondi comunitari fossero stati pagati a operatori economici legati a organizzazioni criminali” né omette di ricordare vicende giudiziarie come quella relativa agli isolatori antisismici o il fatto che i materiali usati per la realizzazione degli alloggi Case e Map, in alcuni casi, si siano dimostrati, alla prova dei fatti, piuttosto scadenti.

Ma Søndergaard si rammarica anche del fatto che in nessun quartiere del Progetto Case, così come in nessuno dei Map o dei Musp visitati, vi sia una scritta che ricordi come la costruzione di quegli edifici sia stata possibile grazie ai fondi di Eurolandia.

Secche e tranchant le conclusioni della relazione: “[...] Il relatore accoglie con favore la relazione speciale della Corte dei Conti” e “sollecita il relatore [del bilancio consuntivo] a includere la forte critica sopraesposta nella valutazione complessiva della gestione del bilancio da parte della Commissione”.

La relazione. Appartamenti costati fino al 158% in più rispetto ai prezzi di mercato, criminalità infiltrata negli appalti, fondi europei spacciati per soldi italiani, lavori nel centro storico praticamente inesistenti e qualità delle ristrutturazioni spesso scadente. "La situazione del centro storico - scrive nel suo report Soren Sondergaard - rimane sostanzialmente invariata. In quattro anni solo un paio di edifici (uno pubblico ed uno privato) sono stati ricostruiti nella cosiddetta zona rossa". 

"Nelle case e nelle scuole - si legge ancora nel dossier - non ci sono pannelli a indicare che sono state costruite con i fondi Ue... ma al contrario ci sono pannelli che specificano 'edifici realizzati con donazioni da enti privati e amministrazioni locali'". E anche la qualità delle opere, a prescindere da chi le ha pagate, lascia alquanto a desiderare: "Il materiale è generalmente scarso... impianti elettrici difettosi... intonaco infiammabile... alcuni edifici sono stati evacuati per ordine della magistratura perché 'pericolosi ed insalubri'... quello di Cansatessa è stato interamente evacuato (54 famiglie) e la persona responsabile dell'appalto pubblico è stata arrestata e altre 10 sono indagate".

Le notizie forse peggiori arrivano poi dal capitolo criminalità: "Un numero di sub appaltatori non disponeva del certificato antimafia obbligatorio. (...) Un latitante è stato scoperto nei cantieri della Edimo, che è una delle 15 imprese appaltatrici. Una parte dei fondi per i progetti CASE e MAP sono stati pagati a società con legami diretti o indiretti con la criminalità organizzata... ma le competenti autorità italiane non hanno ancora resi pubblici questi dati".

Costi lievitati. Solo il calcestruzzo è costato 4 milioni più di quanto preventivato. Ben 21 invece i milioni spesi in più per i pilastri dei palazzi. Appartamenti costati il 158% in più rispetto ai reali valori di mercato e 42% degli edifici realizzato con fondi europei e non italiani, come invece l'ex premier Silvio Berlusconi ha sempre sostenuto. Cifre queste contenute nel dossier di Sondergaard ma fornite e "certificate" dalla Corte dei Conti europea.

Qui è possibile leggere il dossier in lingua italiana

 

Ultima modifica il Martedì, 05 Novembre 2013 00:54

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