Mercoledì, 07 Maggio 2014 21:39

"Dare rappresentanza alla sinistra": la sfida di Maurizio Acerbo

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"Stiamo cercando di dare rappresentare alla sinistra in Abruzzo, di salvaguardarne la dignità. Chi è salito sul caravanserraglio di D'Alfonso, concorrerà con ogni voto preso non soltanto all'eventuale elezione dell'ex sindaco di Pescara - che è tutto dire, visto che non ci ha ancora spiegato come si fa a vivere, per anni, senza prelevare dal bancomat, anzi versando soldi in contanti sui conti correnti di famiglia - ma alla elezione dell'esercito di politicanti di destra che D'Alfonso ha arruolato, compresa la famosa campionessa del progressismo abruzzese, l'assessora Daniela Stati".

E' l'outsider in questa difficile campagna elettorale per le Regionali. Maurizio Acerbo, consigliere uscente di Rifondazione Comunista, è candidato presidente per la lista de 'L'Altro Abruzzo'. 

Un perdente, l'ha definito Luciano D'Alfonso. "Pensava di offendermi", la replica di Acerbo. "Ma ho sempre pensato che ci sia qualcosa di nobile a scegliere di stare tra i perdenti. Diciamo che ho sempre ritenuto più divertente stare da quella parte e suonarle ai prepotenti. E' evidente - comunque - che anche nella retorica e nel vocabolario, l'interprete più berlusconiano sia il candidato del centrosinistra".

"La nostra è una battaglia per la sinistra e per l'altro abruzzo più in generale", sottolinea. "Per l'Abruzzo che da anni lotta per l'ambiente, il lavoro, il sociale, che qui a L'Aquila si è battuto per una ricostruzione trasparente, contro ogni cricca. C'era bisogno di qualcuno che provasse a portare in Regione un altro punto di vista. Ci sono due centrodestra, c'è un movimento capitanato da una ex elettrice moderata di Gianni Chiodi, ci voleva qualcuno che provasse a dare rappresentanza alla sinistra".

Poco contano le promesse dell'ex sindaco di Pescara, l'ultima: il taglio dello stipendio dei consiglieri. "C'è una mia proposta di legge nel cassetto, depositata oramai da cinque anni. Sarebbe una decisione positiva, mi sembra però secondaria rispetto alle questioni poste dalla coalizione a sostegno di D'Alfonso: quando parliamo di fiumi abruzzesi, del loro pessimo stato d'inquinamento, parliamo della responsabilità di società dell'acqua controllate dai big delle preferenze che D'Alfonso si prepara a portare alla guida della Regione. E che hanno tra l'altro accumulato centinaia di milioni di debiti che i cittadini abruzzesi saranno chiamati a ripianare. La questione morale è una cosa seria, non bastano delle battute per superarla. Finché in questa regione avremo una classe dirigente di tipo messicano, non andremo da nessuna parte".

La speranza è che l'elezione regionale sia soltanto l'inizio di un percorso di ricomposizione delle varie anime della sinistra. "Spero che dal successo delle elezioni europee, possa emergere anche in Italia una esperienza simile a Syriza. Fino a quando non saremo in grado di ricostruire una grande sinistra, di movimento e alternativa a Pd e centrodestra, ci toccherà accontentarci di movimenti qualunquisti e populisti".

A domanda, Maurizio Acerbo evita la polemica con Sinistra Ecologia e Libertà che - alle elezioni regionali - sosterrà Luciano D'Alfonso, pur avendo aderito al progetto politico della lista Tsipras alle Europee. "Non attacco e non critico Sel, ho fatto voto di non parlarne per tutta la campagna elettorale. Giudico positivamente che al congresso nazionale la base e una minoranza di dirigenti siano riusciti ad imporre l'adesione alla lista Tsipras. Avrei voluto assistere alla stessa scena anche qui in Abruzzo, purtroppo così non è stato. Spero che tante compagne e compagni che votano Sel non diano il voto a Luciano D'Alfonso".

Delle contraddizioni di Sinistra Ecologia e Libertà, si è detto. In molti, però, hanno inteso sottolineare anche quelle di Rifondazione Comunista che - a livello regionale - combatte con coraggio la battaglia politica a sostegno dell'altro Abruzzo seppur a livello locale, e nel capoluogo di Regione, è in maggioranza con il Partito Democratico. "Notoriamente - spiega Acerbo - non ero favorevole alla posizione assunta dai compagni dell'Aquila. E' una cosa comunque differente perché non mi risulta che il sindaco Cialente sia accusato di tangenti. Se così fosse, Rifondazione Comunista non potrebbe rimanere in giunta mezzo secondo di più. Non mi risulta, tra l'altro, che l'assessore Riga sia ancora in carica. Dunque, le situazioni sono assolutamente diverse. Vorrei ricordare che anche in Grecia e in Spagna, i compagni di Syriza e di Izquierda Unida governano a livello locale mentre sono all'opposizione ai livelli nazionali".

"Non siamo una fortezza settaria e estremista come vogliono presentarci", incalza. "Le persone moderatamente di sinistra, progressiste, oserei anzi dire le persone oneste, che non rientrano nella categoria dantesca degli ignavi - che finivano all'inferno perché non avevano impedito che si compisse il male - chi possono votare se non l'altro Abruzzo, in un momento come questo?".

A sinistra, è convinto Acerbo, le contraddizioni tra posizioni più o meno radicali si risolveranno soltanto costruendo un progetto simile a Syriza o Izquierda Unida. Non significherà, però, l'apertura alle 'correnti' del Pd abruzzese che non hanno accolto con entusiasmo l'avventura d'alfonsiana. "Le battaglie non si fanno mugugnando ma esponendosi in prima persona. Il Partito Democratico ha dimostrato di non avere gli anticorpi per combattere la degenerazione della politica. A me interessa discutere con chi fa i movimenti e le lotte, con chi lavora nel sociale, per costruire una prospettiva reale: in tutta Europa, le formazioni della sinistra radicale che - come Rifondazione - fanno parte del Partito della Sinistra Europea, viaggiano dal 10, al 15 fino al 25% di Syriza. Si può fare, anche in Italia".

"La delegittimazione del Partito Democratico è sotto gli occhi di tutti", conclude Acerbo. "Viene mascherata come dato politico perché schiere di berlusconiani vanno verso il Pd. Dunque, il popolo della sinistra è senza rappresentanza: dubito possa darla Casaleggio che, con la sinistra, c'entra assai poco. Bisognerebbe avere più fiducia in noi stessi: dobbiamo superare i recinti dei piccoli partiti e l'ideologia antipolitica dei movimenti che non porta da nessuna parte. Ci sono un sacco di persone per bene in Abruzzo, che hanno una vita di impegno civile, politico, sociale e ambientalista alle spalle: unite, sono l'unica risorsa rimasta a questa regione".

 

Ultima modifica il Venerdì, 09 Maggio 2014 11:01

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