Sul tabellino il quarto uomo ha da poco segnalato tre minuti ma l'arbitro fa recuperare sul recupero perché il gioco è sato fermo a causa di Pestrin che rimane a lungo a terra dopo aver subito fallo.
L'Aquila è confusa, stanca ed ormai tutto sembra avviarsi verso la beffa finale anche con l'Ascoli che sta riuscendo a strappare un punto, con due conclusioni nello specchio della porta.
E' davvero l'ultima azione quado Frediani, entrato nel secondo tempo al posto di Pià, scende sulla fascia sinistra e butta al centro. Il pubblico non vede cosa succede nel grumo di giocatori in area. Passano due secondi e capitan Pomante esce dalla mischia con le mani alzate in segno di gioia: incredibile L'Aquila ha segnato.
Il Fattori capisce che no, questa non è un'altra giornata di sfortuna ma il contrario.
Il boato dei 2mila aquilani arriva come da eco all'urlo dal vivo dei giocatori che ormai da altri secondi festeggiano gettati a terra la fine della partita. I settecento tifosi ascolani (davvero tanti) restano impietriti, una sensazione che a L'Aquila si conosce sin troppo bene, basta ricordare Barletta per non tornare sù a Prato.
Invece questa volta è arrivato un rocambolesco happy end che mancava in casa dal 3 novembre scorso. Un risultato giusto sopratutto in virtù di un grande primo tempo con almeno quattro palle gol capitate ad Agnello, Del Pinto, Dallamano e Libertazzi.
I gol tutti nel secondo tempo: All'11 De Sousa si sblocca e mette a segno su taglio di Agnello quel gol su azione che gli mancava da troppe giornate. Sembra fatta ma l'Ascoli pareggia cinque minuti dopo con Colomba che riesce a restare in area il tempo necessario a trafiggere Testa.
L'Aquila prova subito a reagire allora, con Agnello che, imbeccato da Corapi, stoppa al volo e appoggia in rete ma Russo fa il miracolo e si oppone.
Poi i rossoblù cedono alla stanchezza commettendo molti errori e smarrendosi in fase offensiva. Tanto che l'Ascoli fa il secondo tiro in porta e riparte, senza comunque creare pericoli reali.
Il finale lo firmano Pomante e Frediani.
Quella con l'Ascoli è stata un'altra giornata di sperimentazione tattica per Pagliari che ha mandato in campo una formazione decisamente offensiva con Libertazzi, Pià e De Sousa insieme in un inedito 4-3-2-1, il cosiddeto "albero di Natale" ("In Europa lo facciamo solo noi" dirà Pagliari scherzosamente negli spogliatoi). Dentro Corapi e Del Pinto, al rientro dai rispettivi infortuni, e Agnello davanti la difesa a quattro con Zaffagnini, Pomante al centro e Scrugli e Dallamano a galoppare sodo sulle fasce.
Poi, ad inizio ripresa, il ritorno al 4-3-3 con l'entrata di Frediani al posto di Pià e poi Ciciretti al posto di Libertazzi. "Ho voluto allargare il gioco" dirà Pagliari a fine partita "perché con l'Ascoli a difendersi, si creava troppo un arroccamento al centro con i tre offensivi insieme".
Il mister di Tolentino in questa fase ha più opzioni valide lì davanti ma ora che Carcione è andato via, a centrocampo "servono gli uomini" prima di tutto, come ammette lui stesso.
A proposito di Carcione, davvero commovente il saluto che ha voluto regalargli la curva Sud. Nell'intervallo il giocatore neo-Perugia è andato a salutare sotto il settore Ultras i suoi (ex) tifosi, ricevendo applausi e cori spontanei. Carcione, all'Aquila da tre anni, è stato una bandiera di questo corso rossoblù che ha riportato il capoluogo abruzzese in prima divisione:" Non potevamo bloccarlo - ha commentato Pagliari a fine partita - è l'occasione della sua vita e sono anche orgoglioso se per lo 0,1% ho contribuito anche io".
Ma senza Carcione adesso come si fa? Il mister concede ai giornalisti in sala stampa un'indicazione su ciò che serve: "una mezz'ala con piedi buoni" ma "con voglia, quantità e predisposizione al gruppo e sacrificio" come recita il credo Pagliari.
"Sono contento per la vittoria. A Barletta, a Perugia siamo stati beffati sta volta la gioia la meritiamo anche noi" afferma poi il tecnico. "Certo - ammette- abbiamo sofferto, accusando la stanchezza nel secondo tempo: Corapi, Del Pinto, Pià, Libertazzi sono giocatori che, chi per infortunio chi perché non giocava, sono stati fermi e poi ad un certo punto anche Pomante si era fatto un po' male".
Sul modulo Pagliari svela: "Ho voluto provarlo perché De Sousa ha reagito benissimo all'esclusione di Pisa, si è allenato ancora meglio questa settimana e ora ha ritrovato ache il gol perché è un grande professionista".
E infatti De Sousa si è rivelato uno dei migliori, in una prestazione collettiva in cui bisogna lodare la squadra per aver dato tutto per 70' e poi averci creduto fino alla fine, scrollandosi di dosso la paura di vincere vincendo. E oggi, meglio non poteva andare.