Giovedì, 01 Febbraio 2018 22:11

L'Aquila, edilizia scolastica: l'approfondimento. Sicurezza scuole superiori, i programmi della Provincia. Edifici comunali, lo stato delle verifiche di vulnerabilità

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Iniziamo dai fatti, le considerazioni lasciamole in coda.

Ieri mattina si è riunita la Commissione ‘Gestione Territorio’ presieduta da Raffaele Daniele, per discutere in merito alla situazione delle scuole nel territorio comunale; in particolare, si è parlato dell’edilizia di competenza provinciale, delle scuole superiori in altre parole, col presidente che ha rimandato ad una prossima convocazione, alla presenza di sindaco e assessori della Giunta, per fare il punto sulle scuole di competenza comunale. In realtà, la Commissione avrebbe dovuto affrontare globalmente il tema dell’edilizia scolastica – da richiesta, almeno – evidentemente, l’amministrazione ha preferito rimandare la discussione.

Data la premessa, ecco i fatti.

Stando alle scuole di competenza provinciale, iniziamo dal Convitto nazionale ‘D. Cotugno’ che, come noto, riunisce Liceo Classico, Liceo Linguistico, Liceo Socio-pedagogico, Liceo musicale e Liceo Coreutico per una popolazione scolastica di circa 1200 studenti oltre al Convitto che ospita una ventina di studenti. Al momento, il Convitto è ‘spezzettato’ su cinque edifici, per la parziale inagibilità della sede di Pettino, dei corpi F e G in particolare. Ebbene, con l’approvazione del bilancio al 30 ottobre 2017, la Provincia ha stanziato un finanziamento complessivo di 1 milione e 25 mila euro per il miglioramento dei corpi suddetti, oggetto di ricorso al Tar: “il progetto è stato approvato, è all’esame del Genio civile – ha spiegato il consigliere provinciale delegato Vincenzo Calvisi, audito in Commissione – ottenuto il deposito, si potranno iniziare le procedure di gara”. I tempi previsti per i lavori di miglioramento sono di 4 mesi: “se il Genio civile si muoverà in tempi brevi, si potrebbe riuscire a concluderli per l’inizio del prossimo anno scolastico”, l’auspicio di Calvisi. Così, il Convitto potrebbe tornare al completo in via Da Vinci, con la piena agibilità. Intanto, la Provincia ha proposto un intervento di costruzione di una nuova sede per il ‘Cotugno’, approvato dal Cipe con delibera del 23 dicembre scorso che ha stanziato 13 milioni e 100 mila euro: non è stata ancora individuata, però, l’area dove realizzare il nuovo edificio. “Il dibattito è aperto”, ha sottolineato Calvisi che ha posto la questione sul tavolo della Commissione. D’altra parte, servirebbe un’area di almeno 4 ettari, 4 ettari e mezzo: significa che, di certo, l’istituto non potrà essere realizzato in centro storico. Tra l’altro, sul ‘Cotugno’ è previsto, altresì, un finanziamento di 6.7 milioni di euro per l’adeguamento della sede storica di Pettino assicurato da Regione Abruzzo. Il Miur ha sollevato alla Provincia la questione del doppio finanziamento, chiedendo all’Ente di scegliere l’uno o l’altro; ebbene, l’amministrazione Caruso ha deciso di tenere i 13 milioni e 100 mila euro per la nuova sede, con la speranza che, nel frattempo, l’interlocuzione istituzionale possa preservare anche le risorse assicurate dalla Regione.

Insomma, per il momento si procederà – in tempi il più brevi possibili – all’adeguamento dei corpi F e G dell’edificio in via Da Vinci, così da garantire il prossimo anno scolastico; nel frattempo, si individuerà l’area dove realizzare la nuova sede del ‘Cotugno’ che verrà.

Dal ‘Cotugno’ all’Ipsiasar. Al momento, l’Istituto è ospitato in un Musp su via Aldo Moro con la zona cucine e laboratori, invece, dislocata – con gli uffici – nella struttura originaria, adiacente al Musp; su tali edifici, però, insiste il vecchio edificio adibito ad aule e considerato inagibile. Dunque, “abbiamo inserito nel piano annuale 2018 i fondi necessari per la demolizione dello stesso – ha chiarito Calvisi – che ammontano a 400 mila euro”. E sempre con la delibera Cipe di fine anno, “abbiamo ottenuto dal Miur risorse per 7 milioni e 600 mila euro che serviranno alla costruzione del nuovo corpo e all’adeguamento alla normativa dei laboratori”.

Dunque, al momento si procederà con l’abbattimento dell’edificio inagibile: poi, andrà progettato l’intervento di costruzione della nuova ala che ospiterà le aule. Con i tempi che ci vorranno.

Per ciò che attiene il Liceo Scientifico ‘A. Bafile’, invece, è stato richiesto al Miur un finanziamento di 17milioni e 346mila euro per la demolizione e la ricostruzione, non ancora assegnato; vale lo stesso per l’Istituto tecnico per geometri ‘Colecchi’, con la richiesta di 9milioni e 344mila euro, e per l’Itis ‘A. D’Aosta’, per il cui abbattimento e ricostruzione la Provincia ha chiesto 14 milioni e 323mila euro.

Ora, qualche considerazione.

La prima: con l’inizio del nuovo anno scolastico a settembre prossimo, l’unica speranza è che il ‘Cotugno’ possa tornare al completo nella sede storica di via Da Vinci, adeguata sismicamente nei corpi F e G, e che venga abbattuto l’edificio inagibile che insiste sui laboratori dell’Ipsiasar. Punto. Per il resto, studenti e studentesse dell’Aquila continueranno a frequentare istituti con indici di vulnerabilità sotto soglia, com’è ovvio che sia per strutture costruite prima dell’entrata in vigore delle nuove tecniche per le costruzioni.

La seconda: la vicenda del ‘Cotugno’ è emblematica dei danni che hanno creato, a L’Aquila, il combinato disposto di disinformazione, inadempienza e scarsa trasparenza delle Istituzioni, speculazione politica. L’edificio di via Da Vinci, infatti, non è affatto meno sicuro degli altri che ospitano le scuole superiori, anzi: stando agli indici di vulnerabilità, studenti e studentesse iscritte al Convitto frequentano, oggi, edifici con indici persino più bassi. La sentenza del TAR – che ha chiuso le porte dei corpi F e G – si giustifica con la mancata verifica dei carichi statici così come si evince dagli studi del 2013, “assunto smentito dai fatti” le parole dell’ing. Massimo Di Battista che ha ribadito come “non tornino affatto” le risultanze delle verifiche di vulnerabilità. D’altra parte, “gli indici di vulnerabilità sono studi, e non certificazioni, che possono essere manipolati”, ha usato proprio la parola manipolati; poi, l’ha spiegata: “dati iniziali, di contesto, che sono diversi, portano a risultati diversi”: per esempio, l’indice di vulnerabilità dell’Itis – pari a 0.17 – è tale poiché si è stimato che l’edificio dovesse avere una durata in vita di 250 anni.

Sia chiaro: dire ciò non significa affatto pensare che ci si debba accontentare di avere scuole con indice di vulnerabilità sotto soglia; significa, piuttosto, chiarire i contorni di una vicenda spinosa, che interessa L’Aquila così come ogni altra città d’Italia.

Altra considerazione: ha senso costruire un nuovo edificio per ospitare il ‘Cotugno’, mangiando ulteriori 4 ettari e mezzo di territorio? Detto che i lavori di miglioramento, già programmati, sono assolutamente necessari per restituire tranquillità a studenti e studentesse, genitori e corpo docente, e ribadito, dunque, che sarebbe assurdo pensare di investire poco più di 1 milione di euro per poi abbattere l’edificio, non si potevano impegnare i circa 7 milioni euro garantiti della Regione per adeguare definitivamente la struttura e, magari, impegnare i 13 milioni per un altro istituto, tra quelli, ovviamente, che sono ancora in attesi di finanziamento?

E ancora: possibile che in 7 mesi l’amministrazione Biondi non abbia ancora un’idea di pianificazione degli Istituti scolastici? Come detto, non è stata ancora definita la possibile locazione del nuovo ‘Cotugno’ ma non è chiaro neppure il destino dell’ex tecnico femminile, laddove si vorrebbero realizzare dei parcheggi – almeno, l’ha lasciato intendere il consigliere provinciale Vincenzo Calvisi – ma che potrebbe essere abbattuto e ricostruito così da ospitare, magari, l’Istituto tecnico per geometri liberando un poco la zona di Acquasanta. Non solo; poiché si discute la localizzazione del ‘Cotugno’, ci chiediamo: non è stato sottoscritto l’accordo col Ministero della Difesa per destinare la caserma Rossi a polo scolastico, almeno per il 70%? Ebbene, non si potrebbe realizzare lì la nuova sede del Convitto nazionale con i suoi Licei?

Domande che non hanno risposta, al momento, considerato che stamane, in Commissione, non erano presenti né sindaco né assessori.

Dunque, non si è parlato neppure dell’edilizia scolastica di competenza comunale. Siamo in grado di svelarvi, però, carte alla mano, a che punto siamo con la verifica di vulnerabilità sismica degli edifici che ospitano i nostri ragazzi: al momento abbiano i dati delle prime 6 scuole avviate a verifica dalla passata amministrazione, sebbene il sindaco, in campagna elettorale, avesse promesso che studenti e studentesse non avrebbero più messo piede in edifici che non fossero stati ancora verificati.

Ebbene, le scuole da verificare sono 21; per 10 edifici - 6 in muratura e 4 in cemento armato - l'iter è stato avviato nel dicembre 2016 (amministrazione Cialente) e, poco più di un anno dopo, come anticipato abbiamo le risultanze di 6 scuole: la primaria di Preturo e la scuola dell'infanzia di Arischia, appunto, che hanno riportato un indice di vulnerabilità pari a 0 e che sono state immediatamente chiuse; l'infanzia di Cansatessa, già chiusa, con un indice di 0.09; l'infanzia di Pile piccola e San Benedetto di Bagno, 0.22; l'infanzia di Pagliare di Sassa, 0.33. Per le altre quattro scuole – l’infanzia di Paganica, l’infanzia di Tempera, l’infanzia di San Sisto e l’infanzia ‘C. Collodi’ – siamo ancora in attesa.

Sul terzo lotto di scuole, e cioè la primaria di Paganica, l’infanzia di Preturo e l’infanzia di Coppito, l’iter è stato avviato il 21 settembre 2017 (amministrazione Biondi). La determina per l’affidamento dell’incarico porta la data del 29 novembre e il disciplinare d’incarico professionale del 20 dicembre; lo stesso giorno, è stato affidato l’incarico per le indagini geologiche, determinate il 16 novembre. Se i tempi saranno gli stessi del primo lotto di 6 scuole, dall’affidamento dell’incarico alla relazione finale potrebbero passare almeno 3 mesi; dunque, potremmo avere i risultati alla fine di marzo. E' vero anche, però, che per gli altri 4 edifici l’incarico è stato affidato il 4 settembre e, cinque mesi dopo, non abbiamo ancora le relazioni.

Tempistiche simili si possono ipotizzare per il quarto, quinto e sesto gruppo di scuole: l’infanzia ‘I° maggio’ e la primaria di Pile, la primaria del Torrione, la primaria di San Francesco, l’infanzia Colle Capo Croce, la media Teofilo Patini, l’infanzia ‘Gianni di Genova’; il disciplinare d’incarico professionale per la vulnerabilità e le indagini geologiche è del 20 dicembre 2017.

Infine c’è la scuola media Dante Alighieri, con le indagini geologiche determinate il 29 novembre scorso e il disciplinare d’incarico professionale del 20 dicembre; le verifiche di vulnerabilità delle strutture, però, determinate il 15 dicembre, non sono state ancora affidate e, dunque, i tempi saranno ancora più lunghi. Vale lo stesso per la scuola dell’infanzia ‘Carla Mastropietro’ e per la scuola dell’infanzia di San Francesco, per cui non sono state ancora neppure determinate le indagini.

A oltre 7 mesi dall’insediamento della giunta Biondi. Con la ricostruzione delle scuole classificate 'E' a seguito del terremoto non ancora avviate, una macchia per la classe dirigente della città considerato che i soldi sono in cassa da anni, e con una domanda sullo sfondo: dovessero emergere indici di vulnerabilità come quelli che hanno portato alla chiusura delle scuole di Arischia e Preturo, che cosa accadrebbe? Di nuovo, non abbiamo risposta.

Ultima modifica il Venerdì, 02 Febbraio 2018 08:56

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