Giovedì, 31 Ottobre 2013 15:21

L'Appennino felliniano

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31 ottobre 2013. Il cinema, non solo italiano, celebra i venti anni dalla morte di Federico Fellini.

Per ricordare questa ricorrenza sono in programma rassegne, omaggi ed è un susseguirsi di ricordi e citazioni. Per un regista di cui si è detto quasi tutto, dal nostro piccolo osservatorio ci piace ricordarlo attraverso alcune immagini girate in Abruzzo per il film "La strada" (1954), interpretato da Giulietta Masina, Anthony Quinn e Richard Basehart, e girato in parte in provincia dell'Aquila a Ovindoli e Rocca di Mezzo (nel video che accompagna questo testo). Il film nel 1956 vinse l'Oscar come miglior film straniero (il primo nella storia dell'Academy) ed è considerato da Scorsese una delle opere migliori di Fellini.

La sceneggiatura del film venne firmata dallo stesso Fellini, insieme a Tullio Pinelli e a Ennio Flaiano ed è un viaggio in un'Italia arcaica e povera, raccontata secondo la chiave di quel "realismo magico" che tante volte è stato associato alla produzione artistica del regista riminese e alla penna di Flaiano, di nascita pescarese.

Il film ritrae personaggi in cerca, appunto, della loro "strada" a partire dai margini del mondo, morali o sociali. Dinamica narrativa questa che investe, in diversi contesti, molti altri personaggi felliniani. L'anno prima nel 1953 "I vitelloni", sempre scritto con Pinelli e Flaiano, affidava a Leopoldo (Trieste) questa riflessione: "E' duro, sai, vivere nell'incomprensione, in questa provincia sorda, chiusa ad ogni manifestazione d'arte, a ogni voce…Sei solo…anche gli amici in fondo non ti capiscono, hanno interessi più materiali…più contingenti…le donne…il denaro…L'inverno non passa mai. Ecco, a mezzanotte, tutto è spento. Come fa un artista a nutrire i suoi fantasmi, a vivere…E così passano gli anni, e una mattina ti svegli…eri ragazzo e non lo sei più…".

Una sorta di monologo interiore applicabile a chiunque abbia pensato di partire alla ricerca di luoghi più accoglienti e vitali rispetto alla provincia sonnolenta e, forse, anche a chi decide di cambiare qualcosa nel luogo dove vive, dando forma a desideri apparentemente irrealizzabili, come seppe fare Fellini sullo schermo con le immagini dei suoi film. 

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