Giovedì, 25 Luglio 2013 13:40

Sirente-Velino: proposto taglio di 4200ettari. La protesta delle associazioni

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La proposta di legge è inserita nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio Regionale, convocato per martedì 30 luglio. Ha già scatenato, però, la rabbiosa reazione delle associazioni ambientaliste. Non poteva essere altrimenti. Il consigliere del Popolo della Libertà, Luca Ricciuti, intende discutere la riperimetrazione del Parco regionale Sirente-Velino, con il taglio di 4200 ettari di natura protetta.

Una proposta che non può che suscitare preoccupazione, anche per le modalità con cui è stata imposta all’assise: il provvedimento, infatti, non ha ancora concluso il suo iter in Commissione Ambiente, che è presieduta proprio dal consigliere Ricciuti. Inserirlo all’ordine del giorno nella disattenzione generale per un Consiglio di fine luglio è quanto meno sospetto. Incredibile, poi, si insista su una impostazione di questo genere. Il progetto, infatti, prevede il taglio di tutta la cresta dalla Punta dell’Azzocchio fino a Monte Rotondo, comprese le pendici ricadenti nei Piani di Pezza, l’area prativa e alluvionale tra Rocca di Cambio, Terranera e Rocca di Mezzo.

L’idea sottesa alla proposta è banale quanto deleteria: la cementificazione di vaste aree verdi tutelate a livello comunitario, con la realizzazione di un “Distretto Venatorio” che prevede la gestione e la conservazione degli habitat naturali affidata alle associazioni venatorie locali. Aree assolutamente non marginali del parco, in altre parole, verrebbero così definitivamente lasciate senza una adeguata tutela alla mercé di lottizzazioni selvagge e alla gestione venatoria.

Se ne è discusso stamane, in una conferenza stampa convocata d’urgenza dal consigliere di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo. Hanno partecipato Antonio Perrotti, “Circolo Terre Pubbliche”, Stefano Allavena di “Lipu Abruzzo” e Daniele Valfrè, associazione Altura e consigliere di “Salviamo l’Orso” che ha sottolineato l’importanza delle zone che si intendono tagliare: “Le aree sono fondamentali come corridoi ecologici, in particolare per l’orso marsicano, ricche di specie faunistiche e floristiche uniche a livello regionale e nazionale. La proposta è inqualificabile, è follia pura. Abbiamo già sperimentato alcuni mesi fa, alla fine del 2011, come la riperimetrazione del Parco Naturale con il taglio di 90 ettari di superficie di grande valenza ecologica nel comune di Aielli, abbia causato una vera e propria mattanza da parte di alcuni cacciatori che ha spinto alla reazione dei cittadini e, persino, dei cacciatori locali che hanno ottenuto il silenzio venatorio”.

“Riteniamo che sia del tutto inaccettabile che un’area di tale valenza venga estromessa dal Parco con tale leggerezza e senza alcuna valutazione preventiva da parte di esperti”, ha sottolineato il consigliere Maurizio Acerbo. “Vogliamo avvisare il consigliere Ricciuti per tempo, sicuri che la proposta non possa essere accolta. Non vorremmo arrivasse in Consiglio senza i numeri necessari all’approvazione di questo scellerato progetto di legge. L’Abruzzo attende da tempo la riperimetrazione del Parco della costa Teatina e, al contrario, la Giunta regionale si ingegna a tagliare la riserva del Borsacchio sulla costa teramana (l’unica non ancora cementificata) e a sottrarre ettari al Parco del Sirente-Velino”.

Non è certo una novità, ricorda Antonio Perrotti: “Già con la Giunta guidata da Falconio si tagliò dal Parco un cuneo nel cuore della Valle Subequana per soddisfare gli appetiti di agricoltori e cacciatori. Ora, si sta tentando di farlo anche nella piana di Rocca di Mezzo che è la mensa delle specie che il Parco dovrebbe tutelare e proteggere. E’ qui che trovano sostentamento, nell’area che si vuole tagliare. A dispetto di qualsiasi indicazione europea che, al contrario, da tempo spinge sulla base di studi scientifici approfonditi all’estensione del Parco regionale fino a Tornimparte. Siamo di fronte ad una assurdità tecnica, scientifica, politica e istituzionale. A questo punto, meglio abrogare il Parco. Non avrebbe più alcun senso se venisse privato dei 4200 ettari di cui stiamo discutendo”.

Quale sarà il futuro del Parco Regionale, una delle maggiori aree ricche di biodiversità a livello europeo, dove ancora non vede la luce il Piano del Parco, lo capiremo nei prossimi giorni, anche da quanto accadrà martedi in Consiglio regionale: “Prendiamo i soldi dall’Unione Europea e poi facciamo il contrario di quanto previsto dai vincoli che giustamente impongono”, incalza Perrotti. “Non si sta lavorando coerentemente ad una idea di sviluppo del Parco, che potrebbe essere chiave di rinascita anche economica della nostra Regione. Lo dicono tutte le statistiche: l’unica domanda che cresce, a livello turistico, è quella per le aree protette. E ci sarebbero i fondi dell’Ue che potrebbero sostenere la nostra offerta, unica a livello europeo. Invece, si sta tornando ad una idea di cementificazione selvaggia che speravamo esaurita negli anni ’60”.

Se è vero che il Comune di Rocca di Mezzo ha espresso forte contrarietà alla proposta, tanto che Ricciuti potrebbe presentare un emendamento per eliminare dalle aree che andrebbero riperimetrate quelle che insistono nel territorio del Comune, così da evitare un futuro contenzioso, è vero anche che le aree sotto tutela del Parco dovrebbero essere invarianti e non oggetto di accordi politici. “Il territorio che Ricciuti propone di tagliare”, conferma Stefano Allavena, “anche venisse ridotto in ettari è fondamentale per il futuro del Parco. In questa zona, l’avvoltoio Grifone, introdotto negli anni ’90, trova gli animali morti di cui si ciba. E’ qui che volano le Aquile Reali, il Falco Lanario, specie tutelata dall’Europa. Modificare l’habitat sarebbe un colpo mortale per queste specie così uniche. Da due anni, in Abruzzo, in controtendenza con quanto avviene nel resto del Paese, c’è la chiara volontà di smembrare le aree protette. Non potendo toccare i Parchi nazionali, la Giunta si accanisce lì dove ha competenza. Il problema è che intervenire sulle zone di interesse comunitario rischia di ridurne il valore tanto da spingere l’Unione europea ad aprire una procedura di infrazione che avrebbe, come risultato, sanzioni pesantissime a carico dei contribuenti”.

Per questi motivi, stamane, si è lanciato un appello a tutti i Consiglieri regionali, di ogni schieramento, affinché boccino il progetto, del tutto incompatibile con la conservazione della natura e del paesaggio della nostra Regione che, almeno a parole, dovrebbe essere il polmone verde d’Europa. Purtroppo, la politica non ha ancora capito che la sfida decisiva per il futuro del nostro territorio si gioca proprio sulla tutela e la valorizzazione di un patrimonio unico. 

Ultima modifica il Giovedì, 25 Luglio 2013 13:51

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