Martedì, 05 Gennaio 2016 19:12

Chiusura punto nascita di Atri: Tar respinge il ricorso del Comune

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Doccia fredda per i cittadini di Atri (Teramo).

Il Tribunale amministrativo regionale, infatti, ha bocciato il ricorso dell'amministrazione comunale avverso la chiusura del punto nascita dell'ospedale San Liberatore, decisa da Regione Abruzzo.

La sentenza del Tar è stata emessa il 16 dicembre scorso, ma è stata resa nota soltanto oggi. In sostanza - si legge in un lancio Ansa - respinge tutte le censure dell'amministrazione, definendo infondate quelle mosse in ordine alle presunta erronea applicazione del criterio del numero dei parti ed inammissibili quelle relative all’inattendibilità delle tempistiche di attuazione del crono programma Asl. "Andremo sicuramente al Consiglio di Stato", il commento del sindaco di Atri Gabriele Astolfi.

In pochi si aspettavano una sentenza tanto netta: anzi, la sensazione era che si potesse almeno arrivare ad una udienza di esame del ricorso presentato dall'amministrazione comunale. Anche perché il ministro Beatrice Lorenzin, non più tardi di un mese e mezzo fa, aveva aperto alla possibilità di mantenere aperti i punti nascita a servizio delle aree montane, seppure con meno di 500 parti l'anno, purché venissero mantenuti gli standard di qualità e sicurezza.

Ebbene, il punto nascita di Atri non solo era considerato struttura d'eccellenza a livello nazionale, ma nel 2014 aveva superato le 500 nascite annuali.

Per questo, il presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso aveva preso carta e penna e scritto al ministro Lorenzin per chiedere una ulteriore valutazione dei criteri e della qualità dei servizi resi ad Atri, così come a Penne, Sulmona e Ortona.

Non è bastato, almeno per il momento.

"Era un passaggio che si doveva fare, da noi sostenuto solo moralmente, sul quale però riponevamo poche speranze perché crediamo che solo la politica possa veramente riaprire il nostro punto nascita", hanno sottolineato i cittadini del 'Comitato San Liberatore Non si Tocca'.

"La vera speranza è riposta nel parere del Comitato Percorso Nascita Nazionale da noi richiesto a gran voce che, se come ci auguriamo, attesterà la sicurezza del nostro Punto Nascita, metterà in seria difficoltà questa Giunta Regionale che con prepotenza ed arroganza ha chiuso un reparto ignorando i veri numeri che ne confermano la sicurezza e la professionalità. Il nostro compito a differenza dei politici che in questa battaglia si sono scoperti paladini dell’ultimo ora non è quello di illudere le persone affermando in maniera spavalda che il ricorso al TAR avesse margini per essere accolto ma analizzare oggettivamente ciò che può far mantenere aperto il nostro punto nascita".

Per il Comitato, infatti, "la chiusura dei punti nascita è un atto politico discrezionale legittimo, ma non condiviso da tutti noi, che deve essere contestato e dibattuto politicamente e non tramite la via giudiziaria che si è rilevata inutile e controproducente perché ora ha dato più forza alla decisione irrazionale del presidente D’Alfonso e del suo fedele scudiero Paolucci. Il Ministero della Salute deve prendersi ora la responsabilità di dire si il Punto di Nascita è sicuro o no. Se ritiene che in base ai numeri sia sicuro, come noi crediamo, la Giunta Regionale dovrà adeguarsi".
Nella stessa udienza del 16 dicembre scorso è stata emessa sentenza anche sulla chiusura dei punti nascita di Ortona (Chieti) e Sulmona (L'Aquila): non è stata ancora comunicata, però.

Ultima modifica il Martedì, 05 Gennaio 2016 19:16

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