Mercoledì, 20 Gennaio 2016 18:53

L'Aquila troppo grande e ingestibile, la periferia è terra di nessuno [foto]

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Su old.news-town.it sovente poniamo l'accento sulle dimensioni spaziali dell'Aquila. Il capoluogo del'Abruzzo ha il nono territorio comunale più esteso d'Italia - quattro volte più grande di quello di Milano - composto da più di sessanta frazioni, con una densità abitativa molto bassa. Tutto questo causa problemi gravi alla gestione dei servizi anche più basilari, trasporti e rifiuti in primis, per un comune dove tra le due frazioni più periferiche sull'asse est-ovest passano ben 32 km.

Il problema - amplificato dopo il sisma del 2009 da precise scelte politiche e amministrative - sarà certamente uno dei principali nodi per il progresso (o il regresso) della città futura, rappresentando un grattacapo non da poco per l'amministrazione che succederà all'era Cialente. Sarà anche terreno di campagna elettorale? Vedremo. Ad oggi, purtroppo, non sembra essere oggetto forte del dibattito pubblico cittadino.

Ci sono zone dell'Aquila non servite dai mezzi (di trasporto o di raccolta dei rifiuti) e completamente abbandonate a loro stesse in tema di manutenzione pubblica, con conseguenti non più sopportabili ricadute per la qualità della vita (e talvolta persino per l'incolumità) degli abitanti. E' il caso, ad esempio, della zona di confine a ovest tra il Comune dell'Aquila e quello di Tornimparte.

Il rettilineo di via Amiternina - che quando diventa comune di Tornimparte si trasforma in via L'Aquila - rappresenta un caso emblematico. La strada, che porta dalle frazioni della zona di Sassa a Tornimparte, si presenta come terra di nessuno, dove è peraltro ben evidente la differenza tra la cura dello spazio pubblico del Comune dell'Aquila e quello del "cugino minore" dell'entroterra appenninico.

La strada corre perpendicolare tra i due territori di competenza, generando un panorama bi-fronte: da un lato della carreggiata ci sono lampioni esteticamente gradevoli e un marciapiede largo, dall'altro lampioni datati e erba alta [foto in basso]. E' da considerare, inoltre, che la zona sia attraversata, anche a piedi, da diverse persone, perché sul rettilineo sono presenti edifici all'interno del quale vi sono abitazioni, studi professionali, bar e una farmacia.

Alcuni dei residenti protestano: "Sarebbe meglio se facessimo parte del Comune di Tornimparte - sottolineano quasi ironicamente - in questo tratto di strada (un centro abitato con limite a 50 km/h, ndr) non ci sono dissuasori e le macchine sfrecciano velocissime a ogni ora, soprattutto nelle prime del mattino". Diversi gli incidenti accaduti, che per fatalità non hanno coinvolto i bambini che abitano in zona o gli animali domestici che attraversano la strada.

Sul manto stradale, inoltre, c'è pericolosità anche per gli automobilisti: sono totalmente abbandonate e semi divelte le caditoie per il deflusso delle acque piovane installate a terra [foto in basso]: grate che hanno ormai l'aspetto di trappole. Surreale, poi, è il trasformatore che pende da uno dei lampioni [foto in basso]: "Peserà 10 chili - ci dicono - se cade procura danni seri". Poco più in là, su una strada parallela alla provinciale di competenza dei due comuni, la via non è neanche asfaltata, nonostante ospiti il tendone del Ministero dell'Interno, dopo il sisma del 2009 sede della chiesa e oggi frequentato luogo di ritrovo gestito da un'associazione culturale.

Quello tra Sassa e Tornimparte è soltanto una delle porzioni della terra di nessuno: la gigantesca e semivuota periferia del Comune dell'Aquila. Ma come risolvere questa annosa questione? Rafforzando istituzioni di quartiere che, ora come ora, hanno poco senso di esistere? Ragionando sull'ipotesi inverosimile dei due comuni a est ed ovest? E' complesso.

Nel frattempo, però, ci si accontenterebbe già di riconoscere l'esistenza del problema. Quasi totalmente ignorato dalla politica fino ad oggi, ed al contrario quotidiano e reale.

Periferie e inc...
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Ultima modifica il Mercoledì, 20 Gennaio 2016 20:27

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