Il gruppo ambientalista e animalista Salviamo l'orso lancia l'allarme sul Parco regionale Sirente Velino dopo l'annuncio, dato dal presidente D'Alfonso, della realizzazione di nuovi impianti sciistici nel comprensorio Magnola-Ovindoli.
Un progetto che, a detta dell'associazione, minaccia di provocare "la distruzione dell’area protetta regionale più ampia e più significativa".
Per scongiurare tale rischio, afferma sempre Salviamo l'orso, occorre che il Parco diventi da area protetta regionale un Parco nazionale.
"Di fronte all’incapacità della politica regionale di gestire un’area così importante e vasta" scrive l'associazione "che ne ha più volte mutato i confini senza seguire alcun criterio scientifico e che ripropone di volta in volta riforme peggiorative e parziali, l’unica via per garantire la necessaria protezione agli ecosistemi ed alle specie del grande massiccio del Velino-Sirente appare quella di trasformarlo in un Parco Nazionale cosi come proposto dagli amici dell’associazione Appennino Ecosistema".
Di seguito la nota completa
Recentemente, , il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, ha annunciato la realizzazione di nuovi impianti sciistici nel comprensorio della Magnola-Ovindoli, verso le creste dei Monti della Magnola confinanti con i Piani di Pezza, con l’obiettivo di giungere progressivamente a collegare quel comprensorio con quello di Campo Felice in nome della creazione della “ stazione sciistica piu’ vasta a sud delle Alpi”. La creazione di queste infrastrutture, la cui sostenibilità economica è tutta da dimostrare vista la cronica mancanza di neve sciabile per lunghi periodi riscontrata negli ultimi anni su tutto l’Appennino centrale segnerebbe in pratica la distruzione dell’area protetta regionale più ampia e più significativa.
La giunta regionale e l’assessore ai Parchi Di Matteo lavorano alacremente e in gran segreto alla riperimetrazione selvaggia del Parco Regionale ed alla sua drastica riduzione sperando cosi insieme a qualche sindaco dell’area di poter avere mano libera nel riconsegnare ai cacciatori aree integre dove poter tornare a far strage e di spianare la strada allo sviluppo degli impianti sciistici con annessa , è facile immaginarlo, una speculazione edilizia anacronistica e che non porterebbe alcun vantaggio ai residenti se non a pochi costruttori. La miopia e l’irrealizzabilità di tali progetti che non tengono nessun conto dei vincoli europei della Rete Natura 2000 è evidente e solo l’ignoranza dei nostri politici puo' giustificare il non tenerne conto, come la recente vicenda della seggiovia Fontari sul Gran Sasso ha gia’ dimostrato...ma Di Matteo e compagni non sembrano aver imparato niente da quell’esperienza ! Ci troviamo infatti in una vasta area posta proprio al centro delle maggiori zone protette a livello nazionale ed europeo (i Parchi Nazionali del Gran Sasso, della Majella e d’Abruzzo), con le quali il massiccio del Velino-Sirente compone una formidabile rete ecologica, inserita nella Rete Natura 2000 a livello di Unione Europea attraverso due grandi Zone di Protezione Speciale (ZPS) e ben sette Siti di Interesse Comunitario (SIC)
Salviamo l’Orso è favorevole allo sviluppo delle attività turistiche e sportive nei luoghi opportuni, senza per questo determinare la perdita o il danneggiamento dei delicati ecosistemi delle nostre montagne ma per far ciò il Parco Regionale del Sirente-Velino deve necessariamente iniziare a funzionare a partire dall’adozione di un piano del parco che proprio la politica regionale e molti sindaci dell’area hanno boicottato da più di vent’anni a questa parte sperando cosi di poter continuare a gestire i territori “ pro domo loro”.
Di fronte all’incapacità della politica regionale di gestire un’area così importante e vasta , che ne ha più volte mutato i confini senza seguire alcun criterio scientifico e che ripropone di volta in volta riforme peggiorative e parziali, l’unica via per garantire la necessaria protezione agli ecosistemi ed alle specie del grande massiccio del Velino-Sirente appare quella di trasformarlo in un Parco Nazionale cosi come proposto dagli amici dell’associazione Appennino Ecosistema.
Salviamo l’Orso è quindi pronto a lanciare una grande campagna mediatica affinchè il Sirente–Velino venga finalmente sottratto ai miopi giochetti della politica abruzzese e divenga Parco nazionale.
La regione incapace di risolvere i grandi nodi ambientali che ci affliggono, dalla bonifica delle discariche alla bonifica dei fiumi per finire al problema della balneabilità delle nostre spiagge, usa gli impossibili progetti di megafunivie (Castel di Sangro- Aremogna –Passo Godi- Scanno) o il collegamento Ovindoli – Campo Felice come specchietto per le allodole per Sindaci e amministratori disposti a farsi prendere in giro.
L’intervento di oggi sul quotidiano Il Centro di Emilio Nusca (ex sindaco di Rocca di Mezzo) e certamente non un’ambientalista è illuminante e largamente condivisibile e lo ringraziamo per la lucidità delle sue affermazioni...peccato però che non esista "una politica delle aree interne protette della Regione...peccato “che non esistano Istituzioni che funzionino con alla guida uomini capaci..." e peccato che non ci sia nemmeno la pur minima intenzione di avviare un confronto su questo tema (il funzionamento del Parco…) tra i differenti portatori di interesse.
Se la politica vuole andare allo scontro ci attrezzeremo per questo , del resto non è di molto tempo fa l’abortito tentativo di riperimetrare il parco della giunta del predecessore di D’Alfonso, l’On Chiodi, tentativo naufragato sotto le 170,000 firme raccolte in tutta Italia dalle associazioni che stavolta potrebbero lanciare una bella campagna di boicottaggio del turismo in Abruzzo …i motivi ci sarebbero tutti dai mancati interventi in difesa della sanità animale nel Parco nazionale d’Abruzzo, all’inquinamento generalizzato dei nostri litorali, dall'esistenza delle discariche più mefitiche dell’Italia Centrale , alla distruzione di un’area protetta importantissima come quella del Sirente-Velino...è forse questa la Regione Verde d’Europa di cui D’Alfonso e Di Matteo hanno sproloquiato a Milano in occasione dell'Expo?