E’ convocata per questa mattina, alle 10, presso gli uffici 'Direzione Ambiente e Energia' di Regione Abruzzo, a Pescara, la Conferenza dei Servizi che dovrà esprimersi in merito alla fattibilità dell’inceneritore a biomasse che la società PowerCrop, gruppo Maccaferri, vuole realizzare in uno dei più importanti distretti agroalimentari dell’Abruzzo, il Fucino. E potrebbe essere scritta la parola fine sull'istallazione di un impianto che sarebbe altamente impattante, in un'area a grande valenza ambientale e agricola, e contro cui si sono mobilitati movimenti, comitati e cittadini, riuniti nel Comitato No PowerCrop.
Infatti, la Giunta regionale - nella seduta del 19 aprile - ha deliberato la recessione dall'accordo di riconversione produttiva sottoscritto nel settembre 2007 e ritenuto dall'esecutivo non più di pubblico interesse. "Il lavoro certosino condotto in questi ultimi mesi dagli uffici in collaborazione con esperti, istituzioni locali, organizzazioni di categoria, associazioni e comitati - ha sottolineato il sottosegretario con delega all'ambiente, Mario Mazzocca - ci ha permesso di approfondire tutti i temi della questione, in buona parte evidenziati un mese fa da 16 sindaci del territorio, e grazie all’attività svolta dal gruppo di lavoro appositamente istituito dalla direzione generale della Regione Abruzzo per l’espletamento di attività volte alla verifica dello stato di attuazione del citato 'accordo di riconversione produttiva', alla verifica del permanere dell’interesse pubblico, alla valutazione della sussistenza delle condizioni in ordine alla definitiva risoluzione del predetto accordo".
Dalla relazione del gruppo di lavoro, è chiaramente emerso che i proponenti hanno apportato modifiche al contenuto dell’accordo stipulato nel settembre 2007, "in modo arbitrale e unilaterale", ha spiegato Mazzocca. Modifiche che, oltre a non rispettare i termini dell’accordo medesimo, "impattano su interessi regionali non negoziabili e aventi carattere di assoluta rilevanza, quali lo sviluppo dell’economia agricola del territorio interessato dal progetto e le ricadute in termini sociali ed occupazionali perseguite".
La Giunta regionale ha ritenuto l'accordo non più aderente alle finalità strategiche previste per il Fucino e per l’intera Regione, "e non più praticabile per lo sviluppo dell’economia agricola, anche in virtù dei numerosi aspetti disattesi e delle inesistenti ricadute socio-economiche". Dunque, la decisione di recedere, pure in relazione alla inosservanza degli impegni assunti dai proponenti che costituisce, di fatto, inadempimento ad obblighi vincolanti. L'esecutivo, tuttavia, è pronto a valutare l’opportunità della sottoscrizione di un rinnovato accordo, "conforme a quanto definito dal programma nazionale per la ristrutturazione del settore bieticolo-saccarifero, oltre che in grado di valorizzare effettivamente il territorio fucense e abruzzese in risposta alla perdita subita con la chiusura dello zuccherificio di Celano". Regione Abruzzo, insomma, ha mantenuto il proprio impegno "nell’interesse esclusivo dei territori e delle comunità locali", ha rivendicato Mazzocca.
Cauta la soddisfazione di comitati e movimenti che, da anni, si battono avverso la realizzazione dell'inceneritore. E' ancora presto per dire che la partita è chiusa, sottolineano gli attivisti, che aspettano di leggere la documentazione ufficiale prodotta dagli uffici regionali e ricordano che non c'è alcun nesso tra la procedura di 'Autorizzazione Integrata Ambientale' e l'accordo di riconversione oggetto della Conferenza dei Servizi convocata per questa mattina.
Sta di fatto che la deliberazione della Giunta regionale è un passo in avanti importante, probabilmente decisivo. E il WWF Abruzzo Montano, per questo, ha preso atto positivamente "dell’impegno mantenuto dal sottosegretario Mario Mazzocca". Il WWF - in sede di Conferenza - "ribadirà la ragioni delle propria opposizione all’insediamento della centrale, con la presentazione di osservazioni". E - promette - "resterà vigile affinché venga espresso il definitivo parere tecnico negativo, che suffragato dalla volontà manifestata dalla Giunta Regionale, possa mettere definitivamente la parola fine a questo progetto, da sempre valutato incompatibile con l’ambiente e l’economia marsicana ed osteggiato per oltre nove lunghi anni, da cittadini, associazioni di categoria, ambientalisti ed amministrazioni".
Anche il Movimento 5 Stelle ha ribadito come, per ora, si tratti soltanto di un annuncio, "peraltro fatto a ridosso della Conferenza di Servizi, la cui delibera non è ancora a disposizione né dei consiglieri d'opposizione né dei cittadini. Ci aspettiamo - ha dichiarato il consigliere pentastellato Gianluca Ranieri - che Mazzocca ed i consiglieri marsicani chiedano il secco NO di questa Conferenza per eliminare definitivamente il pericolo PowerCrop".
"Siamo alle porte di una importante verifica - ha concluso il consigliere a Cinque Stelle- ma a questa Conferenza non ci saremmo dovuti neanche arrivare. Se dopo 9 anni ci troviamo ancora impantanati nella procedura è perché, invece di fare scelte politiche coraggiose, ci si è nascosti dietro il tecnicismo. Se la Regione avesse seguito la strada tracciata dal M5S revocando l'accordo di riconversione molto tempo fa, la PowerCrop ed il pericolo di un ecomostro nella Marsica sarebbero già un ricordo".