Il processo per la presunta frode nella fornitura degli isolatori sismici del progetto Case ha subito l'ennesimo rinvio.
Stamane, il giudice Giuseppe Grieco ha rinviato il processo al prossimo 21 ottobre, quando si svolgerà l'atteso confronto tra il perito dell'accusa, Alessandro De Stefano, docente al Politecnico di Torino, e gli esperti nominati dagli avvocati difensori dei due imputati, Gian Michele Calvi e Agostino Marioni, rispettivamente direttore dei lavori del progetto Case e dirigente di una delle ditte fornitrice degli isolatori, la Alga spa.
Si corre a passi rapidi verso la prescrizione, insomma, che scatterà ad aprile del 2017. Pensare che il processo doveva iniziare nell'aprile del 2014. Poi, per mancati avvisi di notifica agli imputati, era stato rinviato ad ottobre dello stesso anno, quindi a febbraio 2015 e, ancora, al 3 luglio, quando si è dato il via, finalmente, all'udienza dibattimentale. Troppo tardi, evidentemente.
A far scattare l'inchiesta, dopo la costruzione e l'inaugurazione degli alloggi voluti dal governo Berlusconi, era stato Pietro Ciavarola, all'epoca dei fatti responsabile del servizio tecnico centrale del Consiglio superiore dei lavori pubblici della presidenza del Consiglio dei ministri. A seguito della denuncia del funzionario e delle attività d'indagine, il pm Fabio Picuti aveva formulato l'accusa di frode per Calvi e Marioni: la Alga spa - stando all'accusa - avrebbe fornito quasi 5mila isolatori sismici - sui 7.300 totali - senza l'idoneo certificato di omologazione e qualificazione del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.
C'era un altro indagato, in realtà, per la presunta frode: Mauro Dolce, resposabile unico del procedimento per la costruzione del progetto Case, che aveva scelto il rito abbreviato ed era stato condannato in primo grado e in appello. L'8 aprile scorso, però, la Corte di Cassazione di Roma - a seguito della richiesta della procura generale della Repubblica, formulata in sede dibattimentale, d'annullamento della sentenza con il ritorno in appello - ha deciso di annullare la sentenza escludendo, però, il rinvio in appello. Semplicemente, la suprema Corte ha ritenuto che Dolce non avesse commesso il fatto.
Sette anni dopo, con l'assoluzione di Dolce e la vicina prescrizione per gli altri due imputati che non hanno scelto il rito abbreviato, è probabile che tutti usciranno indenni dai procedimenti giudiziari che li vedono coinvolti sulla questione degli isolatori sismici non omologati.
L'ennesima beffa, per la città.