"Realizzare un percorso condiviso per agevolare e favorire lo sviluppo economico dell'area industriale di Bussi".
E' quanto emerso nel corso dell'incontro istituzionale tenutosi questa mattina nella sede di Pescara della Regione Abruzzo tra i soggetti che dovranno sottoscrivere l'accordo di programma per la bonifica e la messa in sicurezza del Sin di Bussi, finalizzato alla reindustrializzazione dell'area. In video conferenza hanno partecipato da Roma anche i dirigenti del Ministero dell'Ambiente.
Accordo di programma ancora lontano, in realtà, se è vero che, oramai, l'amministrazione comunale di Bussi ha inteso prendere le distanze dal percorso intrapreso, oramai tre anni fa, con Solvay, Regione e Ministero dell'Ambiente.
"Abbiamo finora un investitore certo, il quale si è impegnato a generare sul territorio posti di lavoro, e c'è poi un secondo investitore, che potrebbe aggiungersi al progetto di reindustrializzazione del sito di Bussi - ha sottolineato il presidente Luciano D'Alfonso a margine del tavolo tecnico -. Ora, noi dobbiamo fare l'impossibile per comporre le due proposte affinché possano coabitare e portare benefici profondi sull'intera area. Per agevolare questo obiettivo - ha aggiunto D'Alfonso - potremmo prevedere l'utilizzo di ulteriori elementi di convenienza pur di arrivare alla definizione degli investimenti. E li vogliamo impiegare perché le sofferenze che hanno patito i residenti della zona a causa dell'inquinamento hanno una intensità fortissima. Sono convinto che ci sono condizioni per comporre le due proposte ma dobbiamo essere bravi e intelligenti a individuare la strada più condivisa, senza far prevalere le ragioni di parte".
Come a dire che l'investitore certo, con cui l'amministrazione comunale di Bussi aveva condiviso un percorso per risolvere le problematicità ambientali e d'occupazione, potrebbe dover comporre la sua offerta con quella di un altro imprenditore, e non è ancora chiaro come si potrà proseguire sulla strada fin qui battuta. Insomma, la vicenda sta prendendo una piega che non piace proprio al sindaco del Comune abruzzese, Salvatore Lagatta, in rotta con il tavolo aperto in Regione.
C'è il rischio, insomma, che l'accordo possa saltare.
"L'accordo di programma su cui tanto si è spesa l'amministrazione di Bussi è naufragato miseramente", la denuncia del Forum Abruzzese dei Movimenti per l'acqua. "Avessero seguito i suggerimenti che da anni il Forum avanza, non saremmo arrivati a questo fallimento che si riverbera sugli abitanti di Bussi, lavoratori e disoccupati compresi, e su tutta la cittadinanza della valpescara. La lettera del ministero, giunta il 20 maggio, a seguito del nostro esposto del 16 maggio, ha fatto emergere tutte le lacune di questa operazione portata avanti in modo maldestro".
L'unica cosa che rimane è la perdita di tre anni di tempo prezioso - ha sottolineato il Forum H20 - "durante il quale i cancerogeni e le sostanze tossiche sono continuate a uscire dai tre luoghi simbolo del sito inquinato di Bussi: discarica Tremonti; discariche 2A e 2B e Sito Industriale. In questi anni, non si è bonificato un grammo di suolo; la falda è inquinatissima e porta i veleni verso valle".
Sono passati 12 anni dal primo piano di caratterizzazione dell'area industriale, in cui emergeva la situazione di inquinamento presentato dalla Solvay al Comune di Bussi nel 2004; nove anni dai sequestri delle discariche Tremonti, 2A e 2B. "Non si può continuare a giocare con il futuro di Bussi e della valpescara. La strada maestra è la bonifica, costringendo le due multinazionali presenti a vario titolo nel sito, Solvay ed Edison, a fare semplicemente quanto prvisto dalla legge".
Il Forum si pone, poi, una serie di interrogativi: "E' stata attivata per il sito industriale la procedura di legge per l'individuazione del responsabile della contaminazione (colui che materialmente dovrà pagare la bonifica)? Il Piano di Bonifica previsto dal Testo Unico dell'Ambiente D.lgs.152/2006 dov'è? Si sta mettendo in mora Edison per la bonifica della Tremonti e delle 2A e 2B dopo la magra figura rimediata al Consiglio di Stato dal Ministero dell'Ambiente che con l'ex direttore Pernice è riuscito a sbagliare procedura richiamando una legge non più in vigore? Sulle discariche 2A e 2B, quando si chiude la gara per procedere con il progetto definitivo e poi quello esecutivo di bonifica (perché ad oggi siamo ancora al preliminare dopo dieci anni di commissariamento...)? La Magistratura interverrà per bloccare la fuoriuscita dei cancerogeni dal sito e perseguire chi non sta operando secondo quanto previsto dalla legge? Bonificare è facile - sostiene il Forum - e non vogliamo continuare ad agire attraverso gli esposti: basta seguire i passaggi previsti dal Decreto 152/2006 (e prima ancora dal Decreto 471/99). La reindustrializzazione sta diventando l'alibi per non bonificare e per ritardare azioni obbligatorie per legge che, tra l'altro, garantirebbero il lavoro a centinaia di persone per un decennio".ù
In conclusione, per l'associazione "l'accordo di programma per la reindustrializzazione è solo un tassello aggiuntivo che non può ritardare o, peggio, posticipare sine-die, la bonifica (con le ventilate tombature di aree inquinate). Non può essere usato come specchietto per le allodole o, peggio, come foglia di fico per la mancata attuazione di obblighi di legge. Tutte le aree oggi sgombre da attività industriali in corso devono essere bonificate subito. Poi si potranno insediare nuove attività".