Mercoledì, 22 Giugno 2016 14:42

Rocca di Mezzo, lottizzazione residenziale di 22mila mq sulla piana

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Una lottizzazione destinata ad edifici residenziali, per l'estensione di 22mila metri quadri e una cubatura di circa 9mila metri cubi.

E' quanto sta per approdare nell'aula del Consiglio comunale di Rocca di Mezzo (L'Aquila), centro più grande dello splendido Altopiano delle Rocche, a trenta km dal capoluogo abruzzese.

Il piano di lottizzazione dovrebbe essere realizzato in località Prato della Madonna, ai piedi di Colle Ciaccio, di fatto sulla piana, non lontano dalle "prata", nome noto agli abitanti dei comuni delle Rocche. Le abitazioni dovrebbero essere realizzate da imprenditori originari del foggiano, proprietari dei terreni sui quali si dovrebbe edificare.

Non è la prima volta - ci si prova da più di due decenni - che si tenta a far passare il progetto, che d'altronde è previsto dal Piano di fabbricazione di cui è dotato il Comune di Rocca di Mezzo, e quindi tecnicamente legittimo, e pensato per un'area del tutto edificabile. Nel 2014, inoltre, il progetto ha passato favorevolmente il vaglio di Valutazione di impatto ambientale (Via).

Non sono dello stesso parere alcune associazioni ambientaliste: "Il Consiglio di Stato, con sentenza del 30 agosto 2011 - sostengono - ha espresso parere negativo alla lottizzazione, poiché trattasi di intervento edilizio di notevole consistenza, in un'area che dalla documentazione in atti appare inedificata, nonché interessata da regime vincolistico di tipo sostanzialmente conservativo".

"Lo stesso Parco Regionale segnala la non compatibilità dell'intervento proposto con le vigenti norme transitorie di salvaguardia", sottolineano Wwf Abruzzo, Lipu Abruzzo, Mountain Wilderness, Salviamo l'Orso, Altura Abruzzo, Pro Natura Abruzzo e Gruppo Naturalisti Rosciolo. Il progetto di lottizzazione sarebbe l'unico insediamento in quella specifica zona dell'Altopiano - fatta eccezione per il depuratore - e non viene considerato morfologicamente appartenente a Colle Ciaccio, nonostante sia piuttosto contiguo al vicino insediamento abitativo.

"Non se ne vede proprio la necessità considerando il gran numero di case vuote e disabitate in vendita su tutto l'altopiano, la carenza di acqua potabile ad agosto e a dicembre, l'impatto sulla depurazione delle acque", ribadiscono le su citate associazioni. 

Il vero problema del territorio rocchigiano è rappresentato dal fatto che il Comune di Rocca di Mezzo non sia dotato - tra i pochi in Italia - di un piano regolatore generale (prg), come prevede obbligatoriamente una legge regionale risalente al 1983, ossia ben 33 anni fa.

Lo strumento urbanistico attualmente in vigore è, come detto, il Piano di fabbricazione, "fuori legge" fin dall'approvazione della legge del prg, redatto nel 1971 e la cui ultima variante sostanziale è risalente a metà degli anni Ottanta. Un vuoto clamoroso, che permette progetti anche impattanti, nonostante sia nato, nel frattempo, il Parco regionale Sirente Velino (1989) e sia stato adottato il Piano regionale paesistico (1991). Possibile, dunque, che un Piano di fabbricazione datato più di trent'anni venga considerato ancora uno strumento attuale, e non obsoleto, dalla popolazione e dalla sua classe dirigente?

Ultima modifica il Mercoledì, 22 Giugno 2016 16:31

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