Il forte acquazzone che ha travolto L'Aquila nel pomeriggio di domenica [leggi l'articolo] ha causato dei danni anche nella zona della stazione ferroviaria, una delle più colpite, anche a causa della sua posizione a valle.
Travolto anche il Brico io di via Rocco Carabba (nella foto), punto di riferimento in città per il bricolage, dove per tutto il pomeriggio hanno operato personale e i Vigili del Fuoco. Allagati negozio e magazzino, con danni ingenti alle merci e alle attrezzature. La proprietà ha deciso per la chiusura anticipata del punto vendita al pubblico, che - secondo gli Aleandri "non è altro che l’ennesimo evento che mette in ginocchio un'azienda in crisi".
L'azienda, infatti, aveva già licenziato tre lavoratori, poi reintegrati dal giudice [leggi l'articolo].
Non è la prima volta che il Brico io si allaga a causa della pioggia: "Ricordiamo che l'ultimo evento di questa portata è accaduto quasi un anno fa e anche allora ci ha costretto a chiudere il punto vendita. In quell'occasione il Comune dell'Aquila assicurava all'azienda che avrebbero provveduto al più presto alla messa in sicurezza della zona, che è soggetta a questo tipo di problema, mediante la realizzazione di un muro di contenimento delle acque piovane già esistente su via Tradardi, di soli 4 metri per 80 centimetri", si legge in una nota.
"A distanza di un anno il Comune non ha provveduto - continua la proprietà l’azienda ha dovuto chiedere un finanziamento per il ripristino dei danni di un anno fa la cui entità è una palla che rimbalza tra assicurazioni e responsabilità e si trova oggi, di nuovo, nella stessa identica situazione, nel silenzio e nell'indifferenza delle istituzioni deputate tanto che la sola richiesta dell'intervento della Polizia Municipale per la constatazione dei danni è consistita in uno scarico di competenze e non siamo riusciti neanche a verificare e constatare con la stessa i fatti avvenuti".
Alberto e Umberto Aleandri concludono con note amare: "Alla fine di tutte queste storie l’errore è a monte: pensare, a distanza di 7 anni dal sisma, che l’azienda avrebbe dovuto chiudere e non credere più nel futuro della città, perché siamo sempre stati lasciati soli di fronte ad eventi tanto gravi come quello odierno che sono frutto di incuria e negligenza da parte di chi avrebbe dovuto istituzionalmente intervenire". (m. fo.)