Mercoledì, 27 Luglio 2016 11:37

Concessione 'Strada dei Parchi', Abruzzo sotto scacco del gruppo Toto

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Abruzzo sotto 'scacco' del gruppo Toto.

Al culmine delle polemiche per il mega progetto di adeguamento dei tratti autostradali A24 e A25, in concessione a Strada dei Parchi spa fino al 2030, Cesare Ramadori, ingegnere, amministratore delegato della società del gruppo Toto, lancia - a mezzo stampa - messaggi piuttosto chiari.

"Investiremo solo e soltanto se ci verrà rinnovata la concessione per ulteriori vent'anni, fino al 2050", ha dichiarato a 'Il Messaggero'. "Così non dovesse essere, siamo pronti a recedere dal contratto e a farci revocare la concessione. Non possiamo far fallire la società per mettere in sicurezza una strada che tra quindici anni non gestiremo più".

A dire che Strada dei Parchi vuole il rinnovo della concessione per ulteriori 34 anni e, così fosse, intende investire sul faraonico progetto istruito e discusso in questi mesi, e non sulla messa in sicurezza dell'esistente, come previsto per legge entro il 2019. Altrimenti, chiederà la revoca della concessione. E chi assumerebbe la gestione di una autostrada da mettere in sicurezza?

Una domanda a cui sarebbe difficilissimo trovare risposta.

Abruzzo sotto 'scacco', insomma. Pure della retorica - triste cliché di questi lunghi anni di crisi economica - delle opportunità di lavoro che il mega progetto riserverebbe al territorio: "Qui lavorerebbero 20mila persone per dieci anni, il che per una regione come l’Abruzzo non è trascurabile", ha sottolineato Ramadori sulle pagine de 'Il Centro'.

Ma andiamo con ordine. Come detto, Strada dei Parchi ha in concessione i tratti autostradali abruzzesi per altri 14 anni. A24 e A25, nel 2012, sono state dichiarate strategiche per gli interventi di Protezione Civile e, dunque, entro il 2019, andranno svolti dei lavori di messa in sicurezza e, in particolare, di adeguamento alle normative vigenti di tutte le gallerie. Non solo: andranno adeguati sismicamente i viadotti, con un investimento che - dice la società - si aggirerà sui 2 miliardi e mezzo di euro.

Comprensibile che Strada dei Parchi non intenda sostenere l'investimento, con il rischio di perdere la concessione a scadenza, nel 2030. Ecco, quindi, la controproposta: il mega progetto da 6 miliardi di euro, per l'adeguamento e la messa in sicurezza dei tratti autostradali, e l'accorciamento dei tempi di percorrenza, a patto che la concessione venga allungata di ulteriori vent'anni. Fino al 2050, appunto. Con la minaccia, incombente, di chiedere la revoca dell'affidamento.

Primo scoglio, l'Europa. Non è così scontato il via libera di Bruxelles alla proroga della concessione: il pronunciamento è atteso entro la fine dell'anno. Ramadori, però, si mostra fiducioso: "Siamo convinti che l'Europa dirà sì, come ha fatto per alcune concessioni in Francia". Così non fosse, tuttavia, la società non farebbe neppure la messa in sicurezza prevista per legge. Con ripercussioni gravi, per Regione Abruzzo.

Anche Bruxelles dovesse dare il via libera alla proroga, però, ed è il secondo scoglio, Strada dei Parchi vorrebbe lavorare al suo progetto di adeguamento, ben più costoso, e impattante. E si è già mossa in tal senso: "Da pochi giorni - ha spiegato Ramadori a 'Il Centro' - abbiamo presentato al ministero dei Trasporti un piano che tiene conto di tutte le esigenze: rispetto dell’ambiente, necessità di mettere in sicurezza gallerie e viadotti, tariffe, abbassamento del sedime autostradale. E’ stato fatto un grande lavoro, tenendo conto delle richieste che il ministero via via ci faceva. E anche della richiesta delle regioni interessate, Abruzzo e Lazio, di non causare aumenti tariffari superiori al 2%, al lordo dell’inflazione".

Un progetto che "non è quello attaccato da tutti i fronti - ha aggiunto a 'Il Messaggero' - : lo abbiamo rivisto pochi giorni, elevando la soglia del passaggio sopra le falde acquifere".

Le obiezioni degli ambientalisti sarebbero infondate, a sentire l'amministratore delegato di Strada dei Parchi: "Le gallerie impattano molto meno dei viadotti. E i danni inferti alle montagne sono un granello di sabbia". Il granello di sabbia sarebbe un vero e proprio buco nella montagna che andrebbe ad impattare pesantemente sulle Gole di San Venanzio, uno dei tesori del nostro territorio. "Capisco i timori, ma noi non devasteremmo nulla", ha ribadito. "Scaviamo un buco nella montagna e accorciamo di 31 chilometri un’autostrada, costruita negli anni ’60 con criteri ormai superati: i raggi di curvatura sono obsoleti e le pendenze ormai inaccettabili, tali da mettere in crisi molti mezzi pesanti che finiscono anche per andare a fuoco. Saremmo al di sopra delle falde acquifere, abbassando il sedime autostradale dagli 800 metri di media attuali a 170 circa. Questo significa un enorme risparmio nelle emissioni e una chance straordinaria per l’economia di questa regione, anche in vista del corridoio europeo che collegherà l’Albania all’Italia attraverso il porto di Ortona".

Un progetto di sviluppo che sembra davvero ben concertato con le scelte assunte dalla Giunta regionale, e dal presidente Luciano D'Alfonso, in sede di definizione del Masterplan per l'Abruzzo. D'altra parte, l'amicizia tra il governatore e la famiglia Toto è nota e testimoniata ampiamente. "L’intervento - ha spiegato ancora Ramadori - riguarda il tratto che va da Bussi a Celano, che verrà accorciato di 17,6 chilometri riducendosi a 31, quasi tutti in gallerie, una delle quali lunga 13 chilometri". Il granello di sabbia, per intendersi. "I caselli di Pratola e Cocullo rimarranno, in posizioni diverse, con due raccordi di collegamento che in parte utilizzerebbero il tragitto attuale. Il tratto dismesso, invece, verrà riportato allo stato naturale". Cosa si intenda, non è chiaro.

Come detto, l'investimento sarebbe faraonico: sei miliardi di euro, "tutto autofinanziato - ha ribadito l'ad della società -  a fronte di un allungamento della concessione". A far di conto, si tratterebbe di un buon affare, per la famiglia Toto, che potrebbe rientrare delle spese agevolmente, in 34 anni. E che potrebbe far lavorare, finalmente, la talpa scavatrice acquistata e, al momento, ferma. "In un’opera come questa ne lavorerebbero quattro di talpe e non è detto che la nostra sia quella giusta", la replica di Amadori. "Quanto ai profitti, tutti sanno che A24 e A25 lavorano in perdita e che il gruppo Toto dal 2003 e oggi ha dovuto ripianare il capitale per 170 milioni". E ora vuol rientrare, evidentemente.

Staremo a vedere. La politica abruzzese è in subbuglio, con il governatore che spinge per la presa d'atto del progetto Toto, l'assessore Gerosolimo che oppone resistenza, per 'tutelare' la Valle Peligna, il presidente della Provincia, e sindaco di Pratola Peligna, sul piede di guerra, i primi cittadini della Valle del Sagittario al suo fianco, e quelli della Subequana, invece, che vedono di buon occhio il progetto che regalerebbe nuova centralità al territorio. Si dovrà attendere il pronunciamento di Bruxelles, tuttavia.

E intanto, la battaglia si gioca anche a livello burocratico. Stando al Movimento 5 Stelle, Strada dei Parchi non avrebbe alcuna titolarità a presentare un progetto di tale impatto: "Il Ministero per primo, e non la Regione, dovrebbe motivare la necessità di dover effettuare detti lavori, poi indire una gara pubblica e stipulare una nuova convenzione, valutando prima la sostenibilità del progetto in termini di impatto ambientale e finanziario, anche a tutela degli utenti viaggiatori", hanno sottolineato in una nota i consiglieri regionali pentastellati.

La società, tuttavia, è convinta che la legittimità a presentare il progetto è data proprio dalla legge che obbliga a mettere a norma l'autostrada entro l'aprile del 2019: "Se si dovesse mettere a gara - ha detto Ramadori a 'Il Messaggero' - dovrebbero rescindere il contratto in modo anticipato e questo, ovviamente, creerebbe dei danni alla nostra società".

Sotto 'scacco'.

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Luglio 2016 13:10

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