Domenica, 28 Agosto 2016 20:14

Perdonanza, aperta la Porta Santa: corteo della Bolla silente e in forma ridotta

di 
Video Alessandro Tettamanti

Alle 19:36, l'Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo, Sua Eminenza Cardinale Edoardo Menichelli, ha aperto la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, per la 722esima volta nella storia. I fedeli potranno varcarla, lucrando l'indulgenza plenaria, fino ai vespri di domani, 29 agosto, come deciso da papa Celestino V, la sera stessa della sua incoronazione.

La Bolla del Perdono, contenente l'indulgenza, è stata 'scortata' da un Corteo mesto, listato a lutto, che si è svolto in forma ridotta sia nel percorso - dalla Villa Comunale fino al piazzale antistante della Basilica di Collemaggio - che nel numero dei partecipanti, in segno di cordoglio per le vittime del sisma che ha colpito l'Italia centrale. "Sempre la Perdonanza Celestiniana è celebrazione colma di spirituale letizia nella memoria del Papa santo che le dà il nome e soprattutto nel dono di misericordia che la Chiesa anche oggi rinnova: essere assolti da colpe e da pene", ha sottolineato Menichelli nell'omelia che ha preceduto l'apertura della Porta Santa. "Anche in giorni difficili e tristi come quelli che viviamo".

Mai come stavolta, però, il Corteo è stato accompagnato da silenzio e sgomento per le terribili immagini giunte da Amatrice e dagli altri centri colpiti dal sisma, scosso per lo sciame sismico che, dal 24 agosto ad oggi, ha fatto registrare più di duemila tremiti, l'ultimo, proprio nel corso della Santa Messa. Mai come stavolta si è vista così poco gente, a 'salutare' la Bolla del Perdono, affidata alla Dama Eleonora Ciocca, accompagnata dal Giovin Signore Ferdinando Carluccio e dalla Dama della Croce, Francesca Pancella. "La Perdonanza del 2009 fu drammatica - ricorda il sindaco Massimo Cialente ai microfoni di NewsTown - ma rappresentò un momento importante, perché la città, tutta, si ritrovava come comunità. Ricordo le persone in lacrime, lungo il percorso, e non lo dimenticherò mai. Stavolta, però, la Perdonanza vive di altri sentimenti; sappiamo che, in questi momenti, si sta ancora scavando tra le macerie, ad Amatrice, con la speranza flebile di ritrovare qualcuno in vita. Si è riaperta una ferita, e lo sciame in corso ci ha riportato indietro di 7 anni. Psicologicamente, la riprese che - finalmente - avevamo riassaporato è come svanita. All'accensione del Tripode, avevamo respirato, forse per la prima volta, un clima davvero sereno: era come se fossimo riusciti a lasciarci il trauma alle spalle. Ora, siamo come ripiombati nell'incubo. Ecco perché mi preoccupa molto - aggiunge il primo cittadino - la polemica sulla sicurezza del centro storico: anch'io ho paura, lo capisco ed è giusto riconoscerlo, pur con la consapevolezza che casa mia, rispetto al 2008, è molto più sicura, a seguito dei lavori post sisma. Ma è una paura che è vitale superare".

In questo momento, "dobbiamo ricominciare subito a camminare verso il rilancio economico e produttivo che stiamo perseguendo - ha ribadito Cialente, alla sua ultima Perdonanza da sindaco - credendoci, e sapendo che abbiamo una doppia responsabilità: la prima, verso i territori colpiti dal sisma del 24 agosto, che dobbiamo trascinare con noi, essendo, tra l'altro, un pezzo importante del nostro Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, dunque della nostra economia; la seconda, verso le vittime del terremoto, le nostre e quelle di Amatrice e degli altri borghi colpiti, dando un senso al loro sacrificio insistendo perché si arrivi, finalmente, al fascicolo degli edifici che, per primi, dobbiamo assumere noi, come Comune dell'Aquila, e vedrete che ci saranno resistenze che, tuttavia, dovremo vincere. E' la grande sfida che ci attende".

Certo è che il Corteo della Perdonanza, ce ne fosse bisogno, ha mostrato come saranno duri, i prossimi mesi. Eppure, "questa edizione della Festa del Perdono è capace di andare molto in profondità", ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso. "Ancorché in versione ridotta, con una evidente professione di sobrietà, credo che sia capace di andare molto in profondità nella coscienza dei singoli e delle collettività. Ho apprezzato la riflessione del sindaco Cialente: dobbiamo trarre un ulteriore insegnamento da quanto accaduto, facendo in modo che si arrivi all'impossibile per il futuro, dal punto di vista dell'indagine riferita ad ogni edificio destinato alla vita collettiva, a partire da quelli riguardanti le attività scolastiche. Sento su di me - ha continuato D'Alfonso - la responsabilità: già da domani, prometto di adoperarmi e, su questo impegno, ci siamo trovati anche a Palazzo Chigi con i colleghi presidenti di Regione e con il Presidente Matteo Renzi".

D'Alfonso, con il gonfalone della Regione Abruzzo listato a lutto, ha aperto il Corte civile: accanto a lui, il Presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, il vice presidente della Giunta Giovanni Lolli e il consigliere Pierpaolo Pietrucci; a seguire, ha sfilato il gonfalone, anche questo a lutto, della Provincia, poi il prefetto Francesco Alecci, il Questore Alfonso Terribile e lo stendardo del Movimento Celestiniano. Ridotto anche il Corteo storico, con 5 figuranti della Giostra cavalleresca di Sulmona, 4 figuranti con il gonfalone medievale dell'Aquila, due figuranti per ogni quarto cittadino - Santa Maria Paganica, San Giorgio (attuale Santa Giusta), San Giovanni (attuale San Marciano) e San Pietro - e, subito dietro, la Dama della Croce, le Dame Nobili, il Capitano del Popolo Aquilano, la Dama della Bolla con il Giovin Signore, seguiti dal sindaco Massimo Cialente accompagnato dal Comandante della Polizia Municipale, Ernesto Grippo, dal Presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti, e accanto a lui una delegazione di Consiglieri comunali e di assessori della Giunta con il gonfalone a lutto; a chiudere, alcuni presidenti dei Consigli territoriali di Partecipazione.

Composizione - quella del corteo - che non ha mancato di sollevare polemiche, assolutamente fuori luogo, considerato il momento. "Non ho sfilato perché ritengo che, in una circostanza come questa, era necessario - come tra l'altro era stato deciso - che il corteo fosse sobrio e il più possibile limitato. Per cui, penso che l'amministrazione comunale sarebbe stata adeguatamente rappresentata dal gonfalone listato a lutto, dal sindaco e dal presidente del Consiglio comunale. Il resto - ha aggiunto Trifuoggi - mi è parso una forma di esibizionismo che, personalmente, ritengo deprecabile". E quel resto è riferimento fin troppo chiaro agli assessori della Giunta che hanno partecipato al Corteo, ai Consiglieri comunali e, "a qualcun altro" ha aggiunto il vice sindaco, alludendo ai presidenti di Ctp che avrebbero fatto pressione per poter sfilare. In effetti, è parso piuttosto strano abbiano sfilato in corteo, se è vero che, al contrario, sono stati esclusi i sindaci dei Comuni vicini, compresi quelli direttamente coinvolti dal sisma del 24 agosto, che avrebbero dovuto partecipare con i gonfaloni a lutto.

Sta di fatto che la polemica sollevata da Trifuoggi a mezzo stampa ha scatenato un mezzo putiferio.

 

La fotogallery di Luca Bucci per old.news-town.it

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Ultima modifica il Lunedì, 29 Agosto 2016 11:48

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