A una settimana dal terremoto che ha colpito i territori dei Monti della Laga, dell'Alta valle del Tronto e Velino, si va delineando una sempre più netta percezione tra quelle (piccole) comunità che hanno deciso, soprattutto nei centri più grandi, di affidarsi ai campi tenda gestiti dalla Protezione Civile, e quelle (altrettanto piccole) che, soprattutto nelle frazioni lontane da 2 a 10 km dai centri di riferimento, hanno legittimamente scelto di organizzarsi in modo autonomo, per rimanere vicino alle case, alle aziende agricole, al bestiame ed alle terre.
In questa seconda via si è senza dubbio inserita Cossito, frazione 6 km a nord di Amatrice (Rieti), 968 metri sul livello del mare, nel pieno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Poco dopo l'abitato, che ha visto nella notte del 24 agosto diversi crolli e tre vittime, troviamo sulla strada provinciale 20 un nucleo di tende grigie immerse nel verde, alle porte del bosco.
Sono i residenti di Cossito (foto Dario Galli a sinistra, prima del sisma), che hanno deciso di rimanere lì, dov'erano fino a quando il sisma ha sconvolto le loro vite. Nel campo trovano riparo una trentina di persone, tra le quali alcuni attivisti ed attiviste provienienti principalmente da Roma. Alessandro, famiglia di Cossito e gioventù trascorsa nella Capitale, sembra ospitale e sicuro di sé.
E' incredibile vederlo lavorare alle migliorie del campo assieme ai più anziani, tra i quali ci sono anche due tra le persone più longeve del paese: 88 e 91 anni. Dal borgo di Fontecchio (L'Aquila) arrivano sedici brande, cacciate dal magazzino da un paesano, che le aveva ricevute, a sua volta, sette anni fa. Alcune verranno utilizzate nel campo, altre saranno addirittura consegnate in altri campi autogestiti in zona: "Quattro le portiamo subito a Collalto (un chilometro a nord, ndr), dove sappiamo che serviranno".
I problemi non mancano, ma "non se ne fa una tragedia", ci dice Alessandro: arriveranno le docce, arriveranno le passerelle per evitare il fango, in gran quantità in questi giorni di pioggia. E' arrivata già un po' di ghiaia, buttata a terra dai trattori: "Non certo dalla Protezione Civile - ci raccontano - che ci ha portato due bagni chimici dopo cinque giorni".
Già, perché i centri di comando e controllo tendono a dare-tutto-o-niente. Se non vai nei campi ufficiali, è dura la trafila burocratica per soddisfare anche le più esigenze più basilari. D'altronde, è il manuale. Ma questo, però, è un terremoto peculiare: relativamente pochi sfollati, rispetto all'estensione del territorio coinvolto. Gli aiuti si potrebbero "microzonizzare", prendendo in prestito un termine molto in voga nell'analisi del rischio sismico.
A farlo, nel frattempo, ci ha pensato Sos Attitude, organizzazione di Grenoble, in Francia, arrivata da queste parti già il 25 agosto. Ha portato, ad oggi, più di cento tende, tra le quali alcune picchettate proprio a Cossito (in basso). Un aiuto fondamentale, per la prima emergenza, considerando anche l'ottima qualità dei materiali.
Tra visite di medici ai più anziani, pranzi e cene, crostate fatte in casa e incontri più o meno graditi con i giornalisti, la vita nel campo scorre, quasi frenetica, nella costruzione quotidiana di una situazione in cui ci si possa sentire sempre di più a proprio agio. E quando qualcuno propone che si chiedano "carte da gioco", Alessandro risponde eloquente: "E dove lo troviamo il tempo per giocare?".