Domenica, 04 Settembre 2016 20:06

Terremoto: a Norcia fatica l'assistenza, ma già si parla di marketing turistico

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"Quando si trattava di chiedere il voto, queste strade venivano attraversate quotidianamente". E' un mix di rabbia, amarezza e dolore quello che si legge negli occhi di Andrea Carucci, dell'azienda agricola omonima, di proprietà della sua famiglia.

Lo incontriamo in località Case Sparse, frazione a due chilometri e mezzo dal centro di Norcia (Perugia). La nota cittadina umbra è rientrata nel cratere sismico, ma fortunatamente non è stata colpita come altri centri, che hanno travolto principalmente i Monti della Laga e l'Alta valle del Tronto.

Ma, come abbiamo raccontato anche nel nostro viaggio in Abruzzo [leggi l'articolo], le difficoltà sono le stesse. In alcuni casi anche maggiori, perché a Norcia, come nell'Alta valle dell'Aterno abruzzese, ci troviamo nelle periferie del terremoto, in quei luoghi non colpiti abbastanza da ricevere attenzioni istituzionali e mediatiche, ma colpiti sufficientemente da procurare disagi quotidiani alla popolazione.

La notte del 24 agosto Andrea Carucci dormiva in casa con la famiglia. In una delle stanze al secondo piano c'era sua sorella Lucilla: è crollato il solaio e si è ferita alla caviglia. E' oggi una delle pochissime persone ferite di Norcia, causate dal sisma. Lucilla è stata salvata da Andrea, mentre era a letto, rimasta sotto il solaio frantumato dalla scossa (foto in basso). Ora dormono naturalmente fuori casa, in parte crollata e ad oggi totalmente inagibile. Un camper prestato da amici e una tenda blu fatta arrivare dalla Coldiretti. Sono queste le nuove provvisorie sistemazioni per i sei componenti della famiglia Carucci, in attesa del freddo.

IMG 3572Una situazione analoga a quella in cui si trovano diverse abitazioni della zona circostante, la "periferia" di Norcia. E, appunto, del terremoto.

Da Case Sparse sono state chieste al Centro operativo comunale (Coc) di Norcia dei box doccia, per passare le prossime settimane. Ad oggi, nonostante le ripetute richieste, non è arrivato nulla. Eccetto un bagno chimico ed una tenda, come detto sotto sollecitazione della Coldiretti.

Una situazione paradossale, considerando che il vicinissimo Coc straborda di personale - abbiamo contato almeno una quindicina di persone nell'ufficio allestito alle porte del centro valnerino - e la città non ha criticità gravi come le più tristemente famose Amatrice, Accumoli o Arquata del Tronto.

Non è solo una questione di personale: è l'incapacità, di cui scriviamo da giorni, di parcellizzare gli interventi in base alle esigenze della popolazione. E' l'inadeguatezza di chi, da parte dello Stato, esegue meramente un protocollo burocratico standardizzato. Senza tenere in conto della bassa densità e delle peculiarità delle (poche) popolazioni colpite.

Nel caso di Norcia, poi, il sindaco Nicola Alemanno si è anche affrettato a parlare di "modello Norcia" - per quanto riguarda i soldi delle ricostruzioni dopo i terremoti del 1979 e del 1997, che secondo il primo cittadino sarebbero stati spesi bene ed onestamente - mentre il consigliere regionale Claudio Ricci ha addirittura annunciato un'interrogazione in giunta per chiedere subito "un piano di marketing turistico 'd'emergenza', per comunicare che l'Umbria è tutta pienamente fruibile".

Insomma, Non bisogna far vedere che si è troppo terremotati, altrimenti il turismo e l'economia saltano. E loro, si sa, vengono prima di tutto. Peccato che anche l'azienda agricola Carucci abbia bisogno di esigenze essenziali anche per continuare a lavorare, tra foraggio, cereali, l'allevamento dei bovini e l'addestramento dei cavalli, fortunatamente tutti salvi dopo il terremoto.

Ma, mentre si parla di "marketing turistico d'emergenza", le risposte alle esigenze e l'assistenza faticano ad arrivare, nelle periferie del terremoto.

Le foto di Ilaria Rosa

Terremoto a Nor...
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Ultima modifica il Domenica, 04 Settembre 2016 21:36

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