Il provveditore interregionale alle opere pubbliche di Abruzzo, Lazio e Sardegna Donato Carlea, il cui incarico è ufficialmente scaduto ieri, potrebbe non essere riconfermato nel suo ruolo dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi.
A dare la notizia è Il Fatto Quotidiano. Giovedì scorso, a pagina 8, il giornale ha pubblicato un articolo dal titolo: Lupi, gli appalti e i timori sul ritorno della cricca, il cui sommario recitava: Al ministero delle Infrastrutture stanno cercando di rimuovere il provveditore da cui dipendono i lavori della ricostruzione dell'Aquila.
Secondo il quotidiano di Antonio Padellaro, Carlea potrebbe essere sostituito da Vittorio Rapisarda, attuale provveditore in Emilia Romagna. Qualora si verificasse, l'avvicendamento interesserebbe da vicino anche L'Aquila. Carlea, come ricorda il Fatto, è infatti “colui che controlla gli appalti pubblici della ricostruzione” (il Provveditorato è l'ente appaltante dei lavori nei palazzi e negli edifici di proprietà pubblica).
Un altro provveditore in scadenza di mandato è quello di Campania e Molise, Giovanni Guglielmi, predecessore di Carlea in Abruzzo e Lazio. Guglielmi, attualmente, è indagato, insieme all'ingegner Carlo Strassil, con l'accusa di abuso d'ufficio e turbativa d'asta per un presunto affare di appalti pilotati nel post-terremoto.
Per il momento il ministero non ha né smentito né confermato la notizia data dal Fatto ma secondo Marco Lillo, l'autore dell'articolo, ci sarebbero buoni motivi per credere che Carlea non rimarrà al suo posto. Scrive infatti il giornalista: “Secondo i rumors del ministero la partita delle nomine ha un regista, il capo di gabinetto di Lupi, Giacomo Aiello […] I bene informati dicono che Guglielmi potrebbe salvarsi e Carlea invece no. Il provveditore di Lazio Sardegna e Abruzzo si è sentito dare la cattiva notizia” non da Lupi ma da Aiello in persona. E tra i due non correrebbe buon sangue.
“Donato Carlea” continua infatti nel suo articolo Lillo “professore in diverse università, stimato da Antonio Di Pietro che lo volle provveditore in Campania dopo l'indagine su Mario Mautone e che lo conosce dai tempi in cui ristrutturò gli uffici della procura di Milano nel 1992, non ha accettato di buon grado il trasferimento. Il professore non è fatto per intendersi con l'avvocato Aiello, in passato stretto collaboratore di Guido Bertolaso all'Ufficio Legislativo della Protezione Civile. Così quando gli ha comunicato la 'rotazione' degli incarichi proponendogli un ruolo inferiore rispetto all'attuale, Carlea è sbottato: «Quella che voi chiamate rotazione è invece una restaurazione. Penso di avere capito benissimo chi sarà il sostituto che avete in mente»”.
Sempre secondo il cronista del Fatto, Carlea “due mesi prima della scadenza dell'incarico, aveva capito la mala parata e aveva scritto una lettera al ministro Lupi per elencare tutti i meriti del Provveditorato da lui diretto nella ricostruzione dell'Aquila. Dopo un lungo elenco di opere e dopo essersi lamentato della stampa che non distingue mai tra i ritardi dell'edilizia privata e i meriti di quella pubblica, il provveditore così conclude: «Si può affermare che se la ricostruzione privata è al 2% quella pubblica di competenza del Provveditorato è almeno al 60%»”.
Insomma, Carlea è convinto che un suo eventuale trasferimento non sarebbe imputabile né a un mancato raggiungimento degli obiettivi né a normali esigenze di turn over interno al ministero ma solo a questioni politiche. Scrive ancora il Fatto: “Carlea è convinto che il gruppo di potere vicino agli amici di Bertolaso e Angelo Balducci gli abbia fatto pagare il cambiamento di aria portato nei lavori pubblici. In Sardegna ha portato avanti gli appalti per quattro carceri, uno dei quali era sato assegnato a un'ATI, associazione temporanea di imprese, tra la IGIT e la Anemone e poi portato a termine dalla sola mandante IGIT. In Abruzzo ha portato a termine il dragaggio del porto di Pescara. «I risultati conseguiti nella ricostruzione dell'Aquila» - si è sfogato - sono evidenti. Invece di premiarmi mi mettono da parte”.
In caso di mancata riconferma al provveditorato, per Carlea sarebbe pronto il posto di direttore generale del ministero delle Infrastrutture; un contentino rispetto all'avanzamento di carriera atteso, la promozione a presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Cioè il posto occupato, fino al 2010, da Angelo Balducci, uno dei membri della cosiddetta “cricca”, la lobby di burocrati e imprenditori che, secondo la magistratura, controllava e indirizzava, in Italia, la stragrande maggioranza degli appalti pubblici, in special modo quelli collegati alla Protezione Civile allora diretta da Guido Bertolaso.
Carlea, uomo considerato vicino a Di Pietro, era stato nominato capo del provveditorato di Lazio, Abruzzo e Sardegna dal ministro del Pdl Altero Mattioli. Riporta sempre il Fatto: “«Mattioli mi disse – ama ricordare Carlea – che mi nominava per ottenere trasparenza anche perché la magistratura era alle porte del ministero». Il ministro Lupi lo ha ascoltato per un'ora e poi però gli ha confermato la rotazione […] Ma il provveditore non sembra intenzionato ad accettare. Ai suoi amici ha detto: «Non possono vincere sempre loro»”. La decisione di Lupi è attesa nei prossimi giorni.