Traffico illecito di rifiuti speciali in discarica abusiva.
Con questo atto d'accusa, sono stati rinviati a giudizio, a vario titolo, l'amministratore unico della Xpress, società che gestisce l'aeroporto dei Parchi di Preturo, Giuseppe Domizio Musarella, il direttore commerciale Ignazio Chiaramonte, l'ingegnere comunale Mario Corridore, responsabile per l'Ufficio sviluppo dello scalo aquilano, Piero Negrini, socio accomandatario della società Delta Impianti, Rachele e Antonio Lunari, amministratore unico e titolare della ditta omonima di trasporti.
In particolare, Musarella, Corridore e Chiaramonte - scrive 'Il Messaggero' - "ricevevano i materiali facendoli scaricare nella zona Nord dell'aeroporto di Preturo", con Negrini e i Lunari, invece, accusati "di aver trasportato e scaricato i rifiuti speciali".
Il processo è stato fissato per il mese di maggio del 2017.
La vicenda è nota [leggi l'approfondimento]. Alla fine di ottobre 2014, il Corpo Forestale dello Stato, la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato, eseguirono dei decreti di sequestro preventivo emessi dal gip del Tribunale dell'Aquila, Guendalina Buccella, nonché un decreto di sequestro probatorio di una parte dell'area interna all'aeroporto, di proprietà del Comune dell'Aquila e gestita dalla società Xpress, di 6 autocarri di proprietà di due ditte coinvolte nell'inchiesta, oltre che di beni nella disponibilità della Xpress confiscabili per equivalente fino alla concorrenza di 36mila euro.
I provvedimenti costituivano l'esito di una lunga indagine, durata diversi mesi, mirata alle verifica delle procedure di smaltimento di rifiuti. Stando alle risultanze, con mezzi pesanti appartenenti alle ditte Delta Impianti dell'Aquila e Lunari srl di Rieti erano stati illecitamente trasportati, scaricati e smaltiti, senza le prescritte autorizzazioni, ingenti quantitativi di macerie (mattonelle - mattoni - marmi - plastiche - tubi - calcestruzzo - ferro - asfalto, etc...), poi uniti a della terra di risulta, all'interno di una zona interna dello scalo divenuta una discarica abusiva di 20.000 mq di estensione.
L'obiettivo era realizzare a costo zero, grazie ai materiali di risulta che sarebbero poi stati ricoperti, la nuova area di sicurezza di fine pista, avente la finalità di riduzione del rischio per gli aeromobili, in caso di atterraggio lungo o uscita fuori pista.
Durante la fase investigativa si è potuto accertare che le ditte di trasporto prelevavano, tramite i loro autocarri, da 4 cantieri edili insistenti su edifici demoliti, terra e materiale di risulta, per poi trasportarlo e scaricarlo all'interno dell'area aeroportuale; sarebbero stati più di 300 gli scarichi effettuati tra i mesi di marzo e di maggio del 2014, ripresi e documentati dalla Sezione Crimimalità Organizzata della Squadra Mobile.
Ora, il Comune dell'Aquila - rappresentato dall'avvocato Domenico de Nardis - si è costituito parte civile, chiedendo il risarcimento quantificato in 550 mila euro non solo per il danno all'immagine ma anche per l'impossibilità da parte dell'amministrazione comunale di "portare a conclusione l'opera pubblica di allungamento della pista aeroportuale, essenziale per lo sviluppo del territorio". Una scelta condivisibile, seppure l'amministrazione non abbia ancora stracciato, misteriosamente, la convenzione ventennale stipulata con la Xpress. Eppure, i motivi ci sarebbero, eccome.