Carte false, per ottenere misure di sostegno post-terremoto in favore della sua azienda.
I finanzieri del nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme Gialle, diretti dal tenente colonnello Sergio Aloia, hanno eseguito un sequestro conservativo disposto dalla Corte dei Conti di disponibilità finanziarie, beni immobili e quote societarie per un valore di 827 mila euro nei confronti di tre persone fisiche e di una società che opera nel settore della tecnologia informatica.
La società è stata beneficiaria di contributi sia comunitari, percepiti nell’ambito dei fondi strutturali Por Fesr 2007/2013 stanziati per la riattivazione di attività produttive delle imprese nell’area del cratere del terremoto del 6 aprile 2009, che di finanziamenti statali, erogati dai Comuni dell’Aquila e di Fossa a titolo di indennizzo per i danni subiti a seguito del sisma.
La misura cautelare nasce da una segnalazione inoltrata alla procura regionale della Corte dei Conti al termine di un’articolata attività di polizia giudiziaria conclusa nel 2015 dai militari delle Fiamme Gialle e coordinata dalla procura della Repubblica del capoluogo. Più in particolare, le indagini hanno permesso di accertare una truffa aggravata ai danni dello Stato realizzata dal rappresentante legale della società, che, attraverso la produzione di dichiarazioni fittizie e di false perizie attestanti l’entità dei danni subìti dall’azienda a causa del sisma, ha ottenuto indebitamente le misure di sostegno.
Le investigazioni dei finanzieri hanno fatto emergere un danno erariale a causa dei contributi illecitamente percepiti, sia dalla Regione Abruzzo che dai due enti comunali, per un importo complessivo di circa 700 mila euro.
Prontamente segnalato dai finanzieri alla magistratura contabile, il danno, al quale va aggiunto anche quello subìto dall’amministrazione per i costi sopportati e le risorse vanamente impiegate nell’iter complessivo dell’istruzione, erogazione, gestione, revoca e recupero dell’elargizione stessa, è stato quantificato dal magistrato contabile in euro 827 mila euro, il cui valore corrispondente è stato sottoposto al sequestro conservativo appena eseguito.