Giovedì, 27 Ottobre 2016 19:16

'Officina L'Aquila': seconda giornata, tra dibattiti e oltre 100 visite guidate

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Il centro storico dell'Aquila conta attualmente 160 cantieri attivi che lo rendono il più grande luogo di lavoro edile in Europa.

E' in questo contesto che anche oggi, nella seconda giornata di "Officina L'Aquila" - la rassegna internazionale di restauro e riqualificazione promossa e organizzata da Carsa e dal sistema delle Ance abruzzesi - si sono svolte più di cento visite guidate nell'ambito di "Cantieri aperti". Studenti universitari e tecnici hanno potuto visitare Palazzo Mannetti, interessato da lavori di miglioramento sismico con tiranti in acciaio, gabbie di ferro, reti strutturali in fibre di vetro, iniezioni di resina e il consolidamento; Palazzo Betti, di inizio '900, con all'interno un interessante affresco restaurato; il palazzo della Carispaq alleggerito del suo pesante cappello di cemento armato; quello cosiddetto della "Castellina" con le sue "volte incannucciate" risalenti all'inizio del Novecento e perfettamente ricostruite e con le fondamenta fragili ora rafforzate; la chiesa delle Anime Sante, uno dei simboli del crolli del sisma del 2009 che vede oggi la bellissima volta restaurata al 90% e, infine, lo smart tunnel, che raccoglie tutti i sottoservizi della città eccetto il gas.

Le visite nei cantieri (che rientrano nel programma di "Abruzzo open day winter 2016") si sono svolte di pari passo ai dibattiti e alle riflessioni all'interno dell'Auditorium del parco del Castello. Ad aprire la mattinata di lavori con i saluti di benvenuto è stato il presidente dell'Ance di Pescara, Marco Sciarra. E' toccato alla giornalista di Sky 24, Ilaria Iacoviello, che ha seguito sin dai primi momenti dopo il terremoto di quasi 8 anni fa le vicende post-sisma dell'Aquila e dell'Abruzzo, moderare i dibattiti. Nell'ambito della sezione dedicata alle "Testimonianze internazionali" si è parlato di Giappone e di Nuova Zelanda. In particolare Paola Rizzi, docente dell'Università dell'Aquila con alle spalle una lunga esperienza in Giappone, ha affrontato il tema degli "Spazi duali e luoghi resilienti", descrivendo come il Giappone, paese a rischio per l'alta sismicità ha, però, "imparato a convivere senza angosce con la sua caratteristica fragilità territoriale".

Stefano Pampanin, attualmente docente all'Università "La Sapienza" di Roma ma a lungo alla University of Canterbury, ha spiegato come in Nuova Zelanda, dove il terremoto ha distrutto la città di Christchurch, si siano messi in campo una serie di meccanismi di incentivi finanziari che responsabilizzano sia il privato che il pubblico, uno schema ibrido che mette insieme uno schema assicurativo per cui i privati devono avere un'assicurazione sulle loro case, necessaria per avere mutui e agevolazioni nel caso di danni ad esempio dovuti ai terremoti, condizione necessaria per poter usufruire anche dell’incentivo pubblico.

Nella parte della giornata dedicata alle "Esperienze progettuali e realizzazioni" è intervenuto, tra gli altri, Claudio Varagnoli, dell'università di Chieti-Pescara. Varagnoli ha descritto l'apparente contraddittorietà di una ricostruzione che all'Aquila va di pari passo con il restauro: "La novità più interessante per la scienza del patrimonio è proprio questa – ha detto - perché la ricostruzione porta a un ripristino, mentre il restauro porta alla conservazione dell’autenticità dell’edificio. All’Aquila si sta tentando di vedere la ricostruzione in continuità tra i due aspetti, salvaguardando l’autenticità ma anche restituendo integrità alla città, per primarie esigenze di tipo statico e strutturale".

Ampio spazio è stato dedicato al "Progetto Italia". Il riuso è un nuovo approccio alle costruzioni, recuperare dall'esistente, riqualificando e rimodulando anche il tessuto urbanistico delle città, è la sfida di oggi. Come conciliare il riuso con la ricostruzione del Paese? Ne ha parlato l'architetto Leopoldo Freyrie, presidente della Fondazione "Riuso": "Dobbiamo mettere in sicurezza le periferie delle grandi città, non basta mettere in sicurezza i borghi della dorsale appenninica - ha detto Freyre - e puntare sul riuso. L'Aquila è l'emblema di come sia necessario un progetto di rigenerazione del patrimonio edilizio italiano e delle città, un progetto che ha bisogno di anni e che non si deve limitare soltanto a mettere in sicurezza ma anche a rigenerare da un punto di vista energetico". Ci sono tante iniziative in campo promosse dal Governo, ma l'impressione per Freyrie è che siano tutte scollegate tra loro "come gli ecobonus, i sismabonus, i soldi per le ricostruzioni, Casa Italia, il piano città e quello per le periferie".

E' toccato al rettore della Gran Sasso Science Institute, da poco entrata nel novero delle scuole superiori universitarie a statuto speciale tra le poche in Italia, Eugenio Coccia e al direttore del Dipartimento Turismo, cultura, e paesaggio della Regione Abruzzo Giancarlo Zappacosta aprire la riflessione sulla città della conoscenza. "Il Gran Sasso Science Institute, l’Università, i Laboratori nazionali di fisica nucleare hanno un obiettivo coerente all’Aquila - ha detto Coccia - ossia realizzare una città europea della conoscenza e ci sono speranze e presupposti per riuscirci".

Una corposa parte della seconda giornata è stata dedicata, infine, alle buone pratiche messe in campo nei cantieri della ricostruzione, dove operano ditte edili di ottima qualità che hanno avuto modo di affinare o sperimentare tecniche nuove del restauro e della ricostruzione e imporsi a livello nazionale. Domani la terza e ultima giornata di “Officina L’Aquila”, a chiudere i lavori sarà il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini.

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