Giovedì, 10 Novembre 2016 15:03

L'Aquila, autoparco in pezzi: degrado e capannoni pericolanti

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La disposizione è del 23 marzo 2015, a firma della dirigente Enrica De Paulis. Stabilisce "l'immediato trasferimento del responsabile dell'ufficio manutenzione fabbricati del 'Servizio progetto Case e Map', distaccato all'autoparco comunale, nei locali siti al piano terra di via Ulisse Nurzia, così come di tutti gli operai dello stesso ufficio. Compatibilmente con gli spazi in uso – leggiamo ancora dal deliberato – dovranno essere trasferiti nei locali e negli spazi scoperti di pertinenza gli automezzi, attrezzi e i materiali in uso quotidianamente".

Non solo. De Paulis mette nero su bianco che "in merito ai capannoni dell'autoparco" provvederà "immediatamente" a far effettuare "un'analisi approfondita della condizione di stabilità degli edifici", e nel frattempo, assicura, "avvierò le necessarie verifiche per il reperimento di locali sostitutivi idonei".

Vi starete chiedendo: come mai, nel marzo 2015, si era resa necessaria la disposizione dirigenziale? "In ragione della segnalazione del geometra comunale Carlo Bolino – risponde la dirigente, nel deliberato – in merito alla inadeguatezza, dal punto di vista igienico sanitario, dei locali ufficio e spogliatoi nonché della condizione di inagibilità dei capannoni dove sono ricoverati gli automezzi e i materiali in uso".

Ebbene, sono passati 20 mesi – quasi due anni – e gli operai del Comune dell'Aquila, una quarantina in servizio operativo, sono ancora lì, all'autoparco, costretti in uffici e spogliatoi arrangiati in container poggiati su fango. E i due enormi capannoni, "inagibili" scriveva De Paulis a marzo 2015, danno ancora ricovero ai mezzi comunali e ai materiali di lavoro. Con i rischi che ne conseguono, per chi deve utilizzarli quotidianamente. Si badi bene, rischi concreti: a seguito della scossa del 30 ottobre scorso, un enorme pannello si è staccato dal retro di uno dei capannoni. Per fortuna, in quel momento nessuno passava di lì.

In generale, la condizione dei capannoni pare peggiorata con le scosse degli ultimi mesi, tra vetri rotti e pannelli divelti, tanto è vero che proprio stamane una squadra di tecnici del Dicomac di Amatrice è arrivata a L'Aquila per un sopralluogo. Saranno stati chiamati per la decisione del presidente della Commissione Controllo e garanzia, Raffaele Daniele, di tenere all'autoparco una seduta di lavoro? Chissà. Sta di fatto che dovessero stabilire l'agibilità parziale dei capannoni, i mezzi comunali resterebbero lì; altrimenti, verrebbero tenuti negli spazi scoperti di pertinenza fino a quando il settore opere pubbliche non avrà individuato un'altra idonea sistemazione. Al contrario, gli operai verranno subito trasferiti in via Ulisse Nurzia, già lunedì si è detto stamane, seppure non ci siano ancora documenti firmati.

Con quasi due anni di ritardo.

Oltre la sciatteria amministrativa però, e i rischi che potevano conseguirne, è scandaloso lo stato in cui versa oggi l'autoparco comunale. Ad uno sguardo dalle mura urbiche che si stanno restituendo ad antica bellezza, accanto ad una delle sedi comunali, al cuore di uno snodo 'centrale' della nuova città, in zona stazione, la proprietà comunale è divenuta una sorta di discarica a cielo aperto. Fango, immondizia, vetri a terra, persino lavandini, pietre, massi, e, pensate, gli enormi pali della mai realizzata metropolitana di superficie e le banchine che dovevano essere la fermata dei treni cittadini restano accatastati lì, ammucchiati tra le sterpaglie e i mezzi comunali.

Ora, l'area verrà finalmente sgomberata. A quasi 8 anni dal terremoto, tuttavia, l'amministrazione attiva non ne ha ancora destinato l'utilizzo, e non ha trovato neppure i fondi per l'urgente bonifica. "La futura amministrazione dovrà decidere sulla riqualificazione, che viene prima di qualsiasi idea progettuale", ha riconosciuto l'assessore alle Opere pubbliche, Maurizio Capri. Che ha aggiunto: "C'è il famoso progetto di realizzare qui la sede unica comunale che non so, però, a che punto sia". Ed è incredibile che un assessore comunale non lo sappia, se è vero che il Comune dell'Aquila ha in cassa, disponibili, circa 35 milioni destinati alla sede unica dai primi mesi del 2013 e se è vero che, nel frattempo, dall'aprile 2009, versa oltre 1 milione e 200 mila euro l'anno sui conti correnti di vari costruttori della città per l'affitto delle diverse sedi dislocate tra via Rocco Carabba, via Avezzano, via Roma, via Ulisse Nurzia e così di seguito.

Tra l'altro, seppure l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano abbia deciso di 'tirare dritto' sulla ipotesi progettuale di realizzare la sede unica all'autoparco, non c'è accordo dentro il centrosinistra al governo, e non si troverà. La decisione verrà demandata alla futura maggioranza e, considerati pure i ritardi per porre la prima pietra del cantiere di Palazzo Margherita, è tra le macchie più scure del secondo mandato Cialente. "C'è una relazione geologica che ha dimostrato un grado di friabilità sismica maggiore qui che altrove, denunciando importanti problemi idrogeologici", ha inteso ricordare Giuliano Di Nicola, consigliere comunale delegato alla Protezione civile che ha ribadito così la sua contrarietà all'ipotesi progettuale.

"Sarà argomento di campagna elettorale", ha sospirato Capri. Intanto avremo perso 8 anni, speso milioni di euro in affitti, tenuto nei cassetti circa 35 milioni di euro per oltre 4 anni, con un immenso patrimonio pubblico in centro storico che, con quei soldi, poteva essere restaurato per ospitare gli uffici comunali che, così, avrebbero tra l'altro riportato in centro storico anche i dipendenti. E l'autoparco comunale, cade in pezzi.  

 

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Autoparco comun...
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Ultima modifica il Venerdì, 11 Novembre 2016 08:30

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