Una diffida indirizzata a vari destinatari, tra cui la procura della Repubblica, per chiedere la sospensiva dell'ordinanza di sgombero delle palazzine Erp di San Gregorio firmata qualche giorno fa dal sindaco Massimo Cialente [Leggi l'approfondimento].
A sottoscriverla sono state 21 delle 60 famiglie residenti nel complesso, riuntesi in un comitato.
Cialente ha ordinato l'evacuazione di 30 alloggi per motivi di sicurezza, visto che molti appartamenti hanno crepe vistose e lesioni strutturali anche gravi e un intero blocco - già sgomberato nel 2009 - è addirittura a rischio crollo. Una situazione di degrado e abbandono persistente, ulteriormente aggravata dagli ultimi terremoti che hanno colpito il Centro Italia.
Nei piani del Comune, le case popolari di San Gregorio dovrebbero essere abbattute e riscotruite secondo un nuovo progetto di riqualificazione urbana che, tuttavia, non è stato ancora formalizzato. I residenti che hanno impugnato l'ordinanza vorrebbero, al contrario, che si facessero interventi di riparazione mirati, con tempi di realizzazione minori. In segno di protesta per le condizioni in cui sono costrette a vivere ormai da quasi otto anni, le famiglie che abitano nel quartiere hanno sospeso, tra l'altro, il pagamento dei canoni di affitto dovuti al Comune.
La diffida ha mandato su tutte le furie il sindaco dell'Aquila. "Resto senza parole", ha scritto Cialente su Facebook commentando l'articolo di NewsTown. "Su questo social, avete letto tutti le lamentele dei residenti circa la scarsa sicurezza, il terrore di vivere in quelle case, il disagio profondo. Un nuovo controllo, eseguito lì come altrove dopo le recenti scosse di terremoto, ha consigliato i nostri tecnici ad impormi di preparare un'ordinanza dii sgombero. Il tutto nell'esclusivo interesse e per garantire la sicurezza dei cittadini. Nel frattempo la giunta ha presentato il piano di recupero dell'area, con un progetto modello, che verrà finanziato con i fondi nazionali previsti per il recupero delle periferie".
Piano di recupero che, giusto ribadirlo, non ha tempi certi, anche perché non è detto che il Comune dell'Aquila ottenga i fondi richiesti, avendo presentato anche un'altra ipotesi progettuale, per la riqualificazione dell'area strategica della stazione e delle 99 Cannelle. E tra l'altro, alcuni consiglieri comunali di maggioranza, in Commissione, hanno espresso più d'un dubbio sulla opportunità di recupero del comparto edilizio.
Sta di fatto che Cialente difende la sua scelta, e anzi passa al contrattacco. "Spinti da un noto esponente di uno dei tre tronconi del Movimento dei 5 Stelle dell'Aquila (l'ex dirigente regionale Antonio Perrotti, molto vicino alla senatrice Enza Blundo ndr), noto soprattutto per la mancanza di rispetto che lo ha sempre contraddistinto per il lavoro dei tecnici suoi colleghi, una parte di questi cittadini si oppone allo sgombero. Sono gli stessi che non pagano da 8 anni i fitti, perché lamentano che le case non sono sufficientemente curate. Gli diciamo di uscire per curarle, però, e non vogliono. La verità è che fa comodo avere case gratis. Sono 8 anni che non pagano - alcuni ci devono oltre 3600 euro - e già non pagavano prima del sisma (altre migliaia di euro di morosità)".
Dunque, l'affondo. "Mi conoscete. Credo che una collettività possa vivere solo se vive in una democrazia. Ma sapete anche che mi sono sempre battuto perché la democrazia si sostanzi nel rispetto delle regole. Andremo, come sempre, sino in fondo in scienza e coscienza. In questa città non ci sono figli e figliastri. Chi decide di restare, nelle case classificate A, inizi a ripagare. Io sotto Corte dei Conti, per loro, non ci torno".
Di seguito il testo completo della diffida
I sottoscritti cittadini abitanti nel comparto ERP di S. Gregorio gestito dal Comune in riferimento alla Ordinanza di sgombero n.180 del 4.11.2016 fanno rilevare che la stessa rasenta gli estremi per Abuso di ufficio,di potere e omissioni in quanto :
Le considerazioni sulla situazione statica contenute nell’Ordinanza dimostrano che il quadro non è sostanzialmente cambiato , che le strutture hanno reagito bene anche alle scosse più recenti e che il quadro fessurativo è limitato ad alcune tamponature;
- L’A.C. ha omesso il miglioramento statico delle strutture in ossequio alle norme che obbligavano a intervenire entro settembre 2009;
- La stessa A.C. ,a suo tempo, in presenza della più o meno stessa situazione statica delle strutture e delle tamponature e in assenza di lavori di miglioramento con Ordinanza ha obbligato gli inquilini a rientrare nelle abitazioni;
- L’A.C. ha comunque poi mantenuto i cittadini in uno stato di abbandono , di degrado e pericolo;
- L’A.C. ha omesso interventi di risanamento sulla situazione igienico-sanitaria con particolare riferimento alla rete fognante;
- L’A.C. ha omessa la demolizione della parte dell’edificio B a valle del giunto perpetrando per 8 anni il pericolo di crollo;
- L’A.C. non ha prontamente utilizzato i fondi (circa 13 Ml da quasi un anno) in presenza di un peggioramento progressivo dei danni e oggi vuole avviare un’inutile costosa e dilatoria campagna di saggi con altrettanto fuorvianti quanto ambiziose fasi progettazione;
Gli stessi sottolineano che :
- trattasi di alloggi classificati A o B per i quali la normativa non obbliga a indagine geologiche o a saggi e perforazioni;
- Una Dilazione dei tempi con indagini ultronee e fasi di progettazione superflue sarebbe irresponsabile , costosa e immotivata ;
- L’Illegittimità/impraticabilità dell’ipotesi di utilizzazione immediata dei MAP , del Piano CASE e degli alloggi equivalenti ;
- i lavori di demolizione della parte a valle del giunto del Fabbricato B possono essere fatti immediatamente previo recupero immediato e gratutito di tutti i mobili ivi,ancora, custoditi;
- Che tutti i lavori di risanamento igienico relativi alla rete fognaria possono essere eseguiti in parallelo e all’esterno delle abitazioni;
- Che ulteriori saggi alla struttura per gli edifici classificati C ed E possono tranquillamente essere fatti dall’esterno.
Infine evidenziano che per il Progetto e conseguentemente per l’Ordinanza di sgombero mancano i presupposti di pubblicità,indifferibilità ed urgenza in quanto:
- Nel Progetto è prevista la demolizione di tutto il blocco B di 26 alloggi e la sostituzione con uno spazio socio-culturale;
- è perciò necessaria la Variante urbanistica che è di competenza del Consiglio Comunale e non della sola G.C.;
Pertanto chiedono la sospensiva/revoca dell’Ordinanza per predisporre un progetto di miglioramento e messa in sicurezza più economico ed immediato, che porti ad un adeguamento statico,igienico –sanitario e energetico di tutti gli alloggi e che non obblighi all’uscita degli abitanti e alle spese di trasferimento (se non di quelli che, volontariamente, vogliano aderire a trasferimenti nei MAP di S. Gregorio).
In caso di non accoglimento della proposta si vedranno costretti ad impugnare l’Ordinanza al Prefetto e al TAR a farsi carico di un progetto di messa in sicurezza alternativo e ad eseguire in economia i conseguenti interventi che verranno scomputati poi dagli affitti.