Martedì, 29 Novembre 2016 09:29

Santa Croce, braccio di ferro tra società e Regione. Gerardis: "Bando legittimo"

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Il provvedimento cautelare emesso dal Tar Abruzzo sulla vicenda della sorgente Sponga di Canistro limita la Regione ad inibire "le sole operazioni di gara successive alla scadenza del termine di presentazione delle domande, fino alla data di trattazione dell'istanza collegiale" fissata il 21 dicembre prossimo.

A chiarirlo è la direttora generale di Regione Abruzzo, Cristina Gerardis che risponde così alla denuncia di Camillo Colella, patron di Santa Croce, che aveva sottolineato in una nota come fosse stata bloccata, in via cautelativa, la gara bandita dall'Ente per la concessione della captazione di acqua minerale dalla sorgente di Canistro.

"Dal punto di vista operativo - ha inteso ribadire Gerardis - la prescritta interruzione degli effetti della procedura selettiva non riguarda la fase, attualmente in corso, della presentazione delle offerte, per la quale è stato fissato il temine ultimo del 15 dicembre, ma solamente la fase successiva, intercorrente tra detta data e quella di discussione della vertenza (21 dicembre, ndr) inibendo, in quel breve intervallo di tempo, la materiale apertura delle buste e la valutazione delle offerte presentate".

Si capisce dunque - ha aggiunto - che la decisione del TAR lascia impregiudicata ogni valutazione di merito sulla legittimità del bando, "che è rimessa alla trattazione in sede collegiale, ed è volta solo a contemperare i rispettivi interessi contrapposti nella vertenza per cui è causa, nella corrente fase di presentazione delle offerte, relativamente alla quale i termini sono ancora aperti per tutte le ditte intenzionate a partecipare, ivi comprese le società ricorrenti Santa Croce Spa e Italiana Beverage s.r.l., alla cui esclusiva volontà è rimessa la scelta di partecipazione o meno alla procedura in essere".

Nella istanza presentata nei giorni scorsi al Tribunale amministrativo regionale, le due società avevano evidenziato diversi - presunti - profili di illegittimità rispetto al bando in scadenza il prossimo 15 dicembre: tra essi i legali dei due sodalizi, Roberto Fasciani e Giulio Mastroianni, avevano denunciato anche l'assenza della Valutazione di impatto ambientale (Via) e del Piano di tutela delle acque che la Regione, sostengono, avrebbe dovuto adottare in via preventiva proprio in ossequio alla sentenza dello scorso anno. Dunque, il patron della Santa Croce aveva lasciato intendere come "il pronunciamento del Tar fosse l'ulteriore conferma delle illegittimità e degli abusi commessi dalla Regione".

Stamane, la replica di Cristina Gerardis seguita, poco dopo, dalla notizia del disegno di legge depositato dal consigliere regionale Maurizio Di Nicola, collega di partito - il Centro democratico - del sindaco di Canistro, Angelo Di Paolo. "Ho depositato un'iniziativa legislativa con la quale si ampliano i motivi di mancata concessione, ovvero di decadenza del permesso o della concessione, per la ricerca, la coltivazione e l'utilizzazione di acque minerali, termali e di sorgente esistenti sul territorio regionale", ha comunicato Di Nicola.

A tal fine, si introducono tra le cause di diniego o revoca di detti titoli autorizzativi l'irregolarità contributiva e le gravi violazioni in materia fiscale e previdenziale, "in conformità a quanto previsto dal nuovo Codice degli appalti. La proposta, dunque, è finalizzata a migliorare il processo di gestione delle concessioni, mediante l'introduzione di strumenti di maggior garanzia per la Pubblica Amministrazione che, ad esempio, si vede non corrispondere tasse o imposte dal soggetto a cui la Regione concede lo sfruttamento della risorsa idrica, ma soprattutto a tutela di un bene comune della collettività quale è l'acqua. Una misura equa - conclude Di Nicola - che migliorerà i rapporti trilaterali tra la P.A. che affida il servizio, il soggetto gestore e l'Ente impositore".

Una misura che sembra scritta apposta per il caso Santa Croce, a Canistro.

 

Ultima modifica il Martedì, 29 Novembre 2016 22:11

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