Amministrazione comunale con le spalle al muro sul mancato sviluppo dell'aeroporto dei Parchi.
In Commissione Garanzia, i consiglieri d'opposizione Ettore Di Cesare e Giorgio De Matteis hanno 'inchiodato' l'assessora delegata Emanuela Iorio e la dirigente competente Enrica de Paulis alle gravissime responsabilità dell'amministrazione attiva su una vicenda, quella dello sviluppo commerciale dello scalo di Preturo, oramai indifendibile pure per i consiglieri di maggioranza che, in effetti, con i colleghi d'opposizione hanno dato mandato al presidente della Commissione Raffaele Daniele di istruire una dettagliata relazione che verrà inviata alla presidenza del Consiglio comunale affinché l'assise possa discutere della revoca della convenzione per la gestione ventennale dell'aeroporto sottoscritta con la società Xpress nel luglio 2012.
Nella Convenzione è previsto che il periodo di durata della stessa sia sottoposto a revisione quadriennale per verificare l'attuazione dei programmi, del piano degli investimenti e degli obiettivi previsti; l'esito di questa procedura può portare a misure per l'adeguamento o la cessazione del rapporto. Ebbene, i quattro anni sono ampiamente scaduti e, al momento, non è stato istruito alcun processo di revisione. Ci sta lavorando la dirigente de Paulis, è stato detto stamane, che ha preso in carico la questione aeroporto non più tardi di un anno fa e che ha assicurato di voler chiudere l'istruttoria entro fine gennaio. De Paulis ha giustificato i ritardi ribadendo che il settore che dirige è oberato di lavoro, seppure con poco personale a disposizione, che la vicenda dello sviluppo dello scalo è affidata ad un solo funzionario, peraltro "poco motivato" essendo vicino alla pensione, e sottolineando, altresì, come la convenzione sia pasticciata, mancando persino di un piano d'investimenti.
Tralasciando l'incredibile circostanza che il funzionario incaricato alla verifica quadriennale delle attività dello scalo - l'unico incaricato, al momento - sia stato rinviato a giudizio per due procedimenti giudiziari legati proprio allo sviluppo dell'aeroporto, e sarebbe anche una forma di tutela del professionista, oltre che dell'Ente, destinarlo ad altra mansione, il primo nodo da sciogliere l'ha indicato proprio de Paulis: seppure dovesse essere allegato alla convenzione, il Comune dell'Aquila non ha ritenuto di dover richiedere alla Xpress un piano d'investimenti, prima di affidargli lo scalo per vent'anni.
Ma non finisce qui.
Detto che il Comune dell'Aquila non ha ancora determinato la composizione del Comitato Etico che, pure, avrebbe dovuto nominare quattro anni fa - "il 15 giugno scorso abbiamo pubblicato l'avviso per acquisire candidature finalizzate alla nomina", ha spiegato l'assessora Iorio, "ne sono arrivate tre, una di Corrado Ruggeri, e stiamo predisponendo la delibera di nomina" - a leggere la convenzione si evince che la revoca della concessione ha luogo in caso di "perdita dei requisiti necessari per la certificazione ai sensi del 'Regolamento per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti' dell'Enac"; ebbene, l'Ente nazionale per l'aviazione civile ha disposto la decadenza dei requisiti nell'aprile 2015.
Dunque, la convenzione sarebbe già da revocare. Non solo. Causa di revoca è anche la mancata attuazione del programma d'intervento e del piano degli investimenti; ora: se il piano degli investimenti non c'è, come detto, il programma d'intervento sì, seppure pasticciato, e non è stato affatto rispettato. Ancor più grave, il dettato della convenzione che stabilisce - chiaramente - come il concessionario decada automaticamente per la mancata apertura dello scalo all'aviazione commerciale: ed oggi, l'aeroporto di Preturo è chiuso ai voli commerciali. A dire che la convenzione può considerarsi decaduta automaticamente.
"Se non procediamo con la revoca - ha sottolineato Ettore Di Cesare - non stiamo rispettando la convenzione che noi stessi, come Comune dell'Aquila, abbiamo sottoscritto. Vogliamo una risposta chiara: come mai, al momento della revoca della certificazione Enac, la convenzione non è stata considerata decaduta automaticamente? Come mai l'amministrazione attiva non sta rispettando il contratto di convenzione sottoscritto?".
Il consigliere comunale di Appello per L'Aquila che vogliamo ha sollevato un'altra questione, sconcertante. "E' ben strano - ha detto - leggere sui giornali che l'amministrazione sta tentando di rimodulare il piano di sviluppo dello scalo, evidentemente sbagliato, attingendo a 2.8 milioni di fondi europei e che, alla riunione in Regione col governatore Luciano D'Alfonso, si sia presentata anche la società di gestione dello scalo; è ben strano, in effetti, se è vero che il Comune dell'Aquila - da una parte - si costituisce in giudizio avverso i vertici della Xpress, rinviati a giudizio nell'ambito del processo per presunto interramento di rifiuti, chiedendo 550 mila euro di danni patrimoniali e d'immagine e - dall'altra - si prodiga invece per ottenere milioni di euro di fondi pubblici da affidare alla stessa società per trasformare lo scalo in riferimento di Protezione civile".
"Che lei sia ancora assessora è un miracolo", l'affondo di Di Cesare rivolto alla Iorio: "alla riunione di Giunta del 17 giugno scorso, infatti, al momento di decidere per la costituzione di parte civile era presente anche lei, ed ha votato a favore".
A dire il vero, la 'difesa d'ufficio' dell'assessora comunale è parsa davvero debole. Iorio ha ribadito che lo scalo non è aperto ai voli commerciali per le stringenti prescrizioni imposte dall'Enac, seppure il Comune dell'Aquila abbia riconosciuto alla società di gestione ben 600 mila euro per adeguare lo scalo proprio a quelle prescrizioni; ha aggiunto, poi, che le stesse hanno finito per modificare lo scenario di sviluppo inziale, quello commerciale appunto, tanto da spingere l'amministrazione a inserire lo scalo nella progettualità regionale e nazionale di Protezione civile, adeguandolo con i 2.8 milioni di fondi Fas che sono stati chiesti a Luciano D'Alfonso, seppure, in convenzione, fosse scritto nero su bianco che la società di gestione si impegnava ad aprire lo scalo ai voli commerciali presa visione e accettato così com'era lo stato dei luoghi e a patto di realizzare eventuali interventi necessari allo sviluppo a proprie spese. Al contrario, il Comune dell'Aquila - in questi anni - ha finanziato diversi interventi per decine di migliaia di euro e, ora, sarebbe pronto ad investire altri milioni; ha accennato, quindi, alla mancata risposta del territorio all'offerta di voli commerciali, seppure fosse chiaro che era impossibile arrivare a 150mila passeggeri annui, nel 2016, come previsto nel piano d'attività che indicava, tra gli altri obiettivi, la realizzazione di un centro commerciale seppure le Norme tecniche d'attuazione impedissero di allocare lì strutture vocate al commercio.
Ben più grave, Iorio non è stata in grado di spiegare i motivi politici per cui il Comune dell'Aquila non abbia ancora revocato la concessione, i motivi per cui non l'abbia ritenuta decaduta; la patate bollente è passata nelle mani della dirigente che, a questo punto, vagliati i documenti, e alla luce di quanto asserito stamane dai consiglieri commissari, dovrà decidere come muoversi una volta conclusa l'istruttoria. In questo senso, pare piuttosto strano che l'avvocatura comunale non abbia trasferito a de Paulis la costituzione del Comune dell'Aquila con la richiesta di un risarcimento danni da 550mila euro, strano davvero.
L'atto di indirizzo politico, invece, dovrà esprimerlo il Consiglio comunale. Intanto, il consigliere Giorgio De Matteis ha chiesto, e ottenuto, il trasferimento degli atti della Commissione alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti e anche il collega Ettore Di Cesare ha lasciato intendere che se l'amministrazione non dovesse procedere alla revoca della convenzione si rivogerà alle autorità inquirenti.